Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 7 Març 2019
LA STORIA DI ROMEO E GIULIETTA NON SI È SVOLTA NEL CASTELLO DI BRAZZACCO!
Il presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, richiama al rispetto della verità storica sull’origine friulana della vicenda dei due celebri amanti, rivendicandone innanzitutto una conclamata ambientazione udinese.
Il leader del trentennale Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain, scrive alla presidente dell’Associazione Giulietta e Romeo in Friuli, sig.ra Laura Zanelli, a sollecitare maggior sorveglianza sul richiamo alla verità storica nel quadro della promozione dell’origine friulana della celeberrima tragedia d’amore immortalata da Shakespeare. A seguire, il testo della missiva, sotto la data del 7 marzo 2019. “Oggetto: Giulietta e Romeo in Friuli alla prova della verità storica. Pregiatissima, l’11 novembre scorso riponemmo la nostra fiducia nell’associazione da Lei guidata per quanto concerne la promozione della radice storica friulana del mito letterario di Romeo e Giulietta assicurando liberalmente la nostra collaborazione a sostegno di tale causa. Abbiamo, quindi, dato il nostro contributo culturale alla realizzazione di un evento ad hoc a ridosso della scadenza di San Valentino e, il 26 febbraio, ricorrenza storica del fatale incontro a Udine, nel 1511, tra i due personaggi reali all’origine della celeberrima storia d’amore, Le abbiamo usato la cortesia di un affettuoso riconoscimento del Suo di impegno organizzativo con la consegna di mazzo di fiori all’antico pozzo di San Giovanni. Ponevamo, come condizione per il nostro appoggio culturale, una tensione autentica alla verità storica e riceviamo oggi informazioni inerenti a un evento, dedicato alla festa della donna, a cura della medesima Sua associazione, sulle cui locandine campeggiano già segnalate mistificazioni della storia effettiva dei due giovani amanti appartenenti agli antichi casati friulani Savorgnan del Monte e del Torre. Come già più volte fatto presente, nulla ha a che fare il castello di Brazzacco con i rami gentilizi di Luigi da Porto e Lucina Savorgnan ossia con i veri Romeo e Giulietta. L‘antico maniero, infatti, apparteneva ad altra famiglia, parente ma ostile alle due casate in parola. Nel consigliare maggiore sorveglianza sulla fedeltà storica dei riferimenti assunti nell’ambito di manifestazioni di promozione di quella vicenda, si sottolinea, da un lato, il danno che certe mistificazioni frammiste alla verità possono arrecare alla verità stessa ovvero alla sua credibilità di fronte all’opinione pubblica; dall’altro, ci si riserva di confermare o meno l’appoggio a future iniziative in tal senso, previa effettiva valutazione di una condivisione d’intenti. Con amarezza, comunque, si apprende dell’esclusione del Fogolâr Civic dall’iniziativa in quel di Brazzacco, annunciante tra l’altro l’avvio di un programma di itinerari turistico-culturali nei feudi dei Savorgnan, a Lei suggerito da noi in un incontro al Caffè Contarena di Udine a ridosso delle mentovate manifestazioni di San Valentino e purtroppo – si nota – carico di grossolane imprecisioni, al punto d’includere tra i luoghi forti della dinastia Chiusaforte, Gradisca d’Isonzo, Gruagno, Manzano e Udine, terre feudalmente mai sottoposte e significativamente mai fortificate da quei potenti signori friulani. Ritenevamo di dare un utile contributo alla qualità della promozione della friulanità di quel grande mito internazionale. Ci vediamo ora esclusi e impossibilitati a garantire quella verità storica che sola può assicurare autorevolezza a un’operazione altrimenti priva di fondamento nei suoi intenti rivendicativi di centralità del nostro Friuli rispetto alle origini di quella narrazione formidabile. Desidereremmo ricordare, in ultimo, che se le leggende possono senz’altro godere di cittadinanza nella ricostruzione di una vicenda storica e del suo impatto culturale in un dato contesto, questo non vale automaticamente anche per seriori mistificazioni ad hoc, prive di tradizione e quindi di un’acquisizione diffusa che incarna il dato, ancorché parzialmente reale, nel corpo di una comunità. Detto con buona pace della rocca di Brazzacco, cui va senz’altro tutta l’affezione per le belle pagine di storia scrittevi attorno in onore e utilità del Friuli e non solamente, ma che non deve, per valorizzarsi, goffamente ambire a diventare ciò che non è stata ovvero ambientazione storica della saga friulana di Romeo e Giulietta. I Signori di Brazzà e Cergneu militavano su tutt’altro fronte, contrario a quello dei due innamorati che dovettero incontrarsi in quella fatidica serata del 26 febbraio 1511 nell’antico palazzo dei Savorgnan nell’attuale Piazza Venerio di Udine. Non si tolga alla piccola capitale friulana il diritto ai suoi luoghi della memoria! Brazzacco ricordi, piuttosto, il compianto castellano prof. Detalmo Pirzio-Biroli, che, al di là di tutto, tanto si spese, anche a livello internazionale, per il recupero della friulanità alla base del mito di Romeo e Giulietta! Avevamo dato anche su questo consigli che non paiono essere arrivati in porto. Spiace”.