Rosis cuintri de “stupidarie” furlane

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 28 Fevrâr 2020

QUEI FIORI SUL POZZO DI SAN GIOVANNI: VENTENNALE SFIDA ALL‘”OTTUSITÀ” FRIULANA

Ventesima rimembranza spontanea della storica rivolta popolare regionale del Giovedì Grasso 1511 con deposizioni floreali presso il pozzo udinese di San Giovanni da cui il tumulto si estese al territorio. Il presidente del movimento promotore del Fogolâr Civic, prof. Travain: “Questi fiori costituiscono, da due decenni, una provocazione per un popolo colpevolmente ignavo ed ignorante della propria storia!”.

In ossequio alle provvisorie disposizioni vietanti gli incontri sociali causa l’emergenza coronavirus, il ventennale delle rimembranze popolari spontanee dei moti friulani del Giovedì Grasso 1511, prima grande rivolta di popolo della storia europea moderna, annualmente commemorata dal movimento culturale locale del Fogolâr Civic, rappresentato vent’anni or sono direttamente dal Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, è stato, dunque, celebrato senza cerimonie, con una semplice deposizione floreale a cura del presidente del movimento stesso, prof. Alberto Travain, presso il Pozzo di San Giovanni, in Via Stringher a Udine, da cui prese le mosse, il 27 febbraio di 509 anni or sono, la terribile insurrezione contro annosa tirannia feudale. “Speravamo di contribuire a radicare in una rinnovata coscienza storica della cittadinanza valori antichi di mobilitazione utili alle esigenze dell’attualità. Ne avanza semplicemente un rito, che si rinnova immancabilmente ogni anno: la testimonianza, il richiamo curioso di un mazzo di fiori presso un antico ed anonimo pozzo di una sempre più anonima, provinciale, banale, città di Udine. Chissà chi avrà messo quei fiori? Chissà che cosa significano? Una scritta in friulano: chissà chi è il razzista che vuole escludere o il separatista che vuole dividere? Un mazzo di fiori per provocare, dunque, l’ignava, tronfia, ignorante, superba e vuota società udinese e friulana di oggi, piena di sé, illusa e paga di conoscere il mondo intero ed incapace, invece, di riconoscere e valorizzare la realtà locale! Lo chiedono gli alunni a scuola, ai rari insegnanti in grado di suscitare domande del genere: ‘Perché il Friuli è stato così importante o quanto meno speciale, originale, nella Storia, eppure in Friuli pochi lo sanno?’. ‘Perché il friulani, molti di loro, sanno essere ottusi – visto che ignoranza non è più ammessa o giustificabile – in maniera speciale!’ spiace rispondere. Un‘ottusità che rende, in questo caso, inconfrontabili i friulani con mille altre genti d’Italia, d’Europa e del Mondo: una vera minoranza, una nazionalità, ma in senso certamente non positivo! E non ci sono scuse: sono i peggiori genitori friulani che vanno dai presidi a protestare se rari insegnanti, in ossequio a valide disposizioni ministeriali italiane, formano i loro figli alla globalità partendo dal dato locale: non solitamente gli extracomunitari e non sempre i ‘talianots’ ovvero gli italiani di altre regioni del Bel Paese. Ecco, insomma, il primo motivo di quel gesto, di quei fiori deposti al Pozzo di San Giovanni. Per quello che durano ossia fino a quando il cretino di turno non li sequestra o non li deturpa, dando libero sfogo al suo bravo istinto. Certo è che in vent’anni, l’Amministrazione comunale di Udine, pur presenziando generalmente alle cerimonie, attraverso sindaci e rappresentanti, non ha mai maturato una lettura utile di quei fatti storici, tale da dare alla ricorrenza uno spessore anche istituzionale, richiamante l’intera comunità. Lo stesso dicasi della vecchia Provincia udinese e della Regione. Una terra che considera, sostanzialmente, la Storia un orpello, un elemento superfluo al massimo spendibile, ma sarebbe già tanto, in campo turistico e commerciale, non è terra matura: è certamente terra di gente unica, ma nel senso peggiore!”. Queste le amare note diffuse dalla presidenza fogolarista. “Giovedì 27 febbraio 2020, vent’anni dopo l’inaugurazione delle celebrazioni del cosiddetto “Carnevâl Civic”, divenuto nel 2010 anche “Carnevale Civico Studentesco” con il coinvolgimento delle scolaresche, che cosa resta di tanta passione, di tanto impegno, di tante speranze? Un mazzo di rose del Fogolâr Civic, con la coccarda euroregionalista bianco-blu-gialla, cui si accosta quello di Academie dal Friûl, con i colori universitari friulani blu-giallo-neri, oltre alla dedica floreale del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, recante specifico nastro rionale bianco-blu-nero, e, naturalmente, a quella dell’Arengo popolare cittadino, con i colori civici udinesi bianco-nero-rossi. Ecco, che cosa resta, presso quel Pozzo di San Giovanni! E per la Udine ed il Friuli di oggi è certamente già tanto: fors’anche troppo!”.

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