SABATO 6 GIUGNO 2015

Non si erano affatto dati appuntamento eppure il 6 giugno si sono incontrati nel duomo di Udine, da veri Udinesi, presso il sepolcro del Patriarca Bertrando, cui la città tutto deve, a partire dal suo ruolo storico di capoluogo: cittadini; sodali del Fogolâr Civic guidati dal prof. Alberto Travain; i Signori di Prampero, del ramo “lealista”, i cui eredi portano tuttora nel nome il ricordo dell’antica fedeltà al principe assassinato nello stesso giorno del 1350 da una congiura di potenti del tempo. Sentito, antichissimo e veramente degno di nota per il suo annuale immutato ripetersi, allora, il gesto familiare compiuto dal prof. Pietro Enrico Maria Bertrando di Prampero, noto accademico e odierno capo della casata, che ha rinnovato la deposizione di una simbolica rosa presso la sepoltura del presule ucciso. Si sono ripetuti, quindi, spontaneamente i tradizionali omaggi floreali ed il tocco devozionale dei fiori presso l’urna patriarcale, la cosiddetta “benedizion des rosis”, inveterato costume cittadino, in base al quale nelle famiglie non manca mai appesa al muro la rosa commemorativa del Patriarca benefattore, a protezione del focolare. E cinque rose corrispondenti ai cinque quintieri udinesi e friulani in cui il buon Bertrando, “Artù Aquileiese”, articolò la difesa della patria al crocevia del Vecchio Continente sono state deposte, per l’occasione, ai piedi dell’arca del principe-vescovo dal Fogolâr Civic che quelle memorie e quei valori civili cerca di promuovere liberalmente da oltre un quarto di secolo nell’attualità. Il prof. Travain e la dott.ssa Marisanta di Prampero de Carvalho, intervenuti in duomo, hanno entrambi ricordato la lunga battaglia socioculturale e istituzionale ingaggiata insieme su fronti diversi per arrivare nel 2001 al riconoscimento ufficiale di Bertrando quale patrono laico udinese, matrice aggregante la comunità civica oltre ogni differenza di credo. Entrambi hanno inteso anche accostare l’impegno e il sacrificio a favore di un’idea di Friuli ordinato, prospero, colto e sicuro, all’origine “straniera”, francese, occitana, di quell’indimenticato governatore della Patria del Friuli: un merito e un insegnamento certamente non da poco.

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