Noda FOGOLÂR CIVIC par gazete taƚiane – Udine, 23 lujo 2019
SAN DANIELE TRADISCE IL FRIULI OVVERO IL “FOGOLÂR” DI GIULIO REGENI!
Durissima nota del Fogolâr Civic udinese contro la ‘Città dei Prosciutti’, emblema friulano nel mondo, a seguito del ritiro dalle sedi municipali dello striscione rivendicativo di verità per il caso del giovane ricercatore corregionale impunemente assassinato in Egitto. Il presidente prof. Travain: “La rottura della solidarietà territoriale in campo umano e patriottico va fatta pagare cara! Perché, volgarmente, dal salumiere, dovrei ancora prediligere il crudo ‘San Daniele’ ad un ‘Parma’ nel nome di una friulanità che non è bastata alle Istituzioni del centro collinare per perseverare nella testimonianza a favore di un nobile figlio del Friuli massacrato in terra straniera?”.
Pervenuta notizia che, mercoledì 17 luglio 2019, la lettera inviata il giorno precedente dal Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” al sindaco, agli assessori e a tutti i consiglieri del Comune di San Daniele del Friuli, tesa a ripristino, segnatamente per ragioni di orgoglio e di solidarietà patriottici regionali, dello striscione rivendicativo di verità per lo scempio in Egitto del probo giovane ricercatore friulano Giulio Regeni, insegna rimossa dalle sedi pubbliche municipali della ridente località per disposizione del Primo Cittadino, sig. Pietro Valent, è stata letta, con buona enfasi, in pieno Consiglio, dal consigliere di minoranza prof. Fabio Spitaleri, si apprende anche che ciò non ha avuto il minimo riscontro presso i “sorestants” della cosiddetta “Siena del Friuli”. “Come se nulla fosse. Il sindaco Valent non si è schiodato dalla sua posizione. Ha fatto togliere il banner per evitare polemiche – così avrebbe detto – e, invece, le ha create, anzi ha screditato la “città dei prosciutti” ascrivendola al numero dei ‘rinnegati’, dei ‘disertori‘ nella battaglia sul Caso Regeni, prova del nove di civiltà oltreché di tenuta di un senso civico territoriale travalicante parti e interessi. Per noi udinesi – ha commentato il presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain – che, attorno a quel banner, abbiamo ritrovato un’inusitata unità d’intenti, per lo meno a livello istituzionale, la defezione di San Daniele certo fa male, come friulani. Risalterà, dunque, la nostra tenacia ed il nostro senso del valore dei simboli, come giustamente attestato dal nostro Primo Cittadino, prof. Pietro Fontanini, il quale ha prontamente chiarito alla stampa locale che da noi lo striscione resta non foss’altro che come monito in faccia all’Egitto. Questa è la Udine di cui fieramente possiamo vantarci! In questa prova del nove d’orgoglio e pietà, di patriottismo e solidarietà, certamente i friulani sono stati battuti da mille altre realtà d‘Italia e del mondo. La cosa dovrebbe rodere e dire la vergogna di un popolo in parte significativa duro di cuore. San Daniele senza cuore. San Daniele senza onore. Quale epiteto per chi ritira la bandiera dal campo a battaglia in corso e che si sottrae alla testimonianza e all’esempio di una lotta comune per forza di cose? Il valore di un simbolo, l’importanza di un gesto, contro la concreta incapacità dei governi, che si avvicendano alla guida dell’Italia, nel far fronte efficacemente all’oltraggio mortale subito all’estero da un giovane e probo ricercatore friulano! Non guarderemo più a San Daniele come piccolo scrigno di antica cultura, perché se questi sono i risultati di tanta scienza, vuol dire che sinora ci siamo sbagliati. Di fronte ad un atto così sciagurato nei suoi contenuti espliciti ed impliciti, c’è stato un popolo sandanielese, una coscienza pubblica trasversale che si è mobilitata al punto di convincere il sig. Valent a volersi ricredere e, anzi, fare di meglio e di più, per maggiore vanto della comunità ed esempio alle giovani generazioni? Una prova del nove di civiltà, umanità, patriottismo, solidarietà, questa, su Regeni, certo non soltanto per San Daniele, che, però, nel mondo è bandiera friulana… ‘Friulana’ dove? Sino a prova contraria, il ritiro di quello striscione significa che San Daniele non tiene alla difesa della propria gente e che non si sente affatto colpita nell’orgoglio da quel sangue friulano offeso; che considera il caso del probo Regeni come tanti altri per i quali magari ugualmente in passato non si è mobilitata! ‘Friulana’ un corno! Anzi, il sindaco Valent, a questo punto, andrebbe culturalmente diffidato dall’esporre in Comune le bandiere del Friuli dopo questa indegna defezione morale! Oltreché dei prosciutti e di un’eccezionale biblioteca storica di cui non si sa quanto poi sia degna, speravamo che San Daniele potesse essere anche buona patria di sacri valori di patriottismo vero, naturale, di base, che si dimostrano in questi frangenti oppure sono chiacchiera insopportabile! Che se ne farà la bella San Daniele delle suo glorie passate se il frutto è questo becero ed anaffettivo qualunquismo da quattro soldi? La San Daniele del sig. Valent ha, dunque, seguito, sul Caso Regeni, lo squallido esempio di colui che guida ora la nostra Regione. Spiace notare come una ridicola, ‘furlana’, suddita emulazione del ‘capo’ triestino incredibilmente si attesti anche all’ombra della preziosa biblioteca di Guarnerio! Vergogna, cari sandanielesi ossia per i tanti che non si ribellano a questa ignominiosa ritirata dal fronte della difesa innanzitutto dei sentimenti di un popolo che si rispetti! In questi casi, non v’è democrazia e libero pensiero che tengano: o si è a favore oppure si è contro l’umanità; o si è a favore di un Friuli unito nei valori universalmente oggettivi della difesa di un proprio figlio o si è traditori della propria gente e del buon nome della propria terra! ‘Tertium non datur’! Quale “Siena del Friuli”? Quale Friuli? Questo è tradimento dell’orgoglio e del sangue del vostro popolo, cara e bella gente di San Daniele! E tutto per un sindaco che, probabilmente, a corto di argomenti, ha trovato così il modo di mettersi in luce maramaldeggiando sul povero Regeni, per compiacere il “parón” di Trieste? Insomma, il Friuli dei sentimenti contro quello della pochezza! Ecco gli effetti della campagna di diseducazione civica promossa da taluni alti e bassi esponenti di certi partiti governativi nei confronti del popolo bue, i quali costringono a gridare allo scandalo anche i migliori tra i loro elettori. Hanno ridotto Regeni a feticcio di talune odierne opposizioni senza grandi meriti sull’argomento da vantare per il tempo recente in cui furono maggioranza. Hanno scaricato una battaglia a favore di un cittadino italiano perché non sapevano e non volevano combatterla seriamente! Biasimando il fatto di San Daniele, servile epigono di cattivi esempi che minano, di fronte al mondo, l’etica, l’immagine e la dignità di un intero popolo, l’augurio è che, prima o poi, possa davvero montare una mobilitazione civica tale che, pur alla lunga, politicamente, rovesci chi ha offeso in modo così basso l’onore di un’antica ed orgogliosa città della terra friulana sottraendola ai suoi doveri morali di adesione ad una battaglia di civiltà in cui il mondo attendeva di vedere schierata sulla prima linea innanzitutto i corregionali della povera vittima o, per meglio dire, del martire civico di Fiumicello. Forse quel mondo vorrebbe sapere se questi friulani, oltre ad essere stati bravi lavoratori da schiavizzare, sanno ancora essere irriducibili nella difesa di sacri valori di ‘fogolâr’ ovvero di famiglia applicati ad un intero popolo”. Così, il presidente fogolarista prof. Travain che ha, poi, anche rincarato: “La rottura della solidarietà territoriale in campo umano e patriottico va fatta pagare cara! Perché, volgarmente, dal salumiere, dovrei ancora prediligere il crudo ‘San Daniele’ ad un ‘Parma’ nel nome di una friulanità che non è bastata alle Istituzioni del centro collinare per perseverare nella testimonianza a favore di un nobile figlio del Friuli massacrato in terra straniera?”.