Souveränitätsniederlage?

FOGOLÂR CIVIC – Pressemitteilung (für die italienische Presse) – Udine (Weiden), 8 November 2020

LA CADUTA DI TRUMP NON SIA QUELLA DI UN SOVRANISMO DEL TUTTO LEGITTIMO!”

Il leader del Fogolâr Civic friulano commenta la disfatta del controverso presidente USA recuperandone taluni temi sganciati dalla pessima loro asserzione da parte del decaduto inquilino della Casa Bianca.

Si fa, a mio avviso, prima ad enumerare le poche virtù del Presidente uscente degli Stati Uniti che ad elencarne i gravi difetti, in senso politico, in una prospettiva di civiltà che abbia al primo posto i diritti degli individui, delle nazioni e dei popoli. Sarebbe errato pensate che la caduta di Trump negli USA possa conseguentemente delegittimare il diritto dei popoli in tutto il mondo a disporre di se stessi, anche sul piano economico e demografico, e delle nazioni ovvero delle culture a tutelarsi da stravolgimenti forzati dall’esterno. Il sano principio del patriottismo, a tutti i livelli, non può essere gettato alle ortiche insieme alla violenza e al razzismo dell’America di Trump. Sul sovranismo di Trump non deve senz’altro trionfare, in alternativa, il liberismo sfrenato colpevole della disfatta e della soggezione di tante economie locali del mondo: anche del nostro Friuli, della nostra Italia, della nostra Europa. Sul quel certo razzismo di Trump non deve prevalere, a livello mondiale, l’idea di un diritto di ogni individuo sul mondo intero. Il mondo è di tutti ma ogni sua parte è certo affidata dalle contingenze ad uno specifico popolo, che ne dispone direttamente. Se l’accoglienza verrà affermandosi come diritto all’immigrazione, di Trump, nel mondo, anzi, di più scaltri, di più avveduti, ne spunteranno a bizzeffe. Se il libero mercato, invasore di territori e di civiltà, vorrà imporsi ovunque e dettare le sue regole, creando insicurezza e degrado sociali e culturali, aspettiamoci pure il peggio. Non mi riferisco alle violenze islamiste ma alla legittima ribellione dei territori, in tutto in pianeta, contro estromissione od asservimento dell’elemento positivo locale in campo economico ed anche politico. Quell’America che ha creduto di globalizzare il mondo intero sperando più o meno implicitamente di americanizzarlo, in questi anni, pare battere in ritirata, a tutela di se stessa: il ‘giocattolino’ di quel capitalismo da essa tanto promosso le si rivolta contro, assumendo i panni di altre non subdole potenze economiche e politiche… I più cari auguri a Biden, ora, che sembra riuscito davvero a scalzare Trump: al nuovo Presidente la raccomandazione di saper tenere conto, però, di queste cose. Anche gli USA stanno cambiano, sia al loro interno sia sulla scena globale. Sappiano farlo, da superpotenza, sempre nel rispetto ed, anzi, ad incremento dell’Umanità tutta, di cui storicamente costituisco variegato compendio!”. Questo il commento, diffuso da Udine, Friuli Venezia Giulia, Italia, Unione Europea, l’8 novembre 2020, dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain, facendo seguito alla notizia dell’affermazione, negli Stati Uniti, del candidato Joe Biden alla presidenza della Federazione nordamericana.

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