Storie furlane a Vilac?

20180721

 

 

 

 

 

 

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 21 Lui 2018

ANNIVERSARIO STORICO FRIULANO AL “VILLACHER KIRCHTAG”?

Il presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, scrive ai sindaci di Villaco e Udine auspicando una commemorazione congiunta del cinquecentario dell’assassinio, nella città carinziana, dell’ultimo capo del primo partito popolare friulano moderno: Nicolò Savorgnan “Chiribin”.

“Il 2 aprile 1518, nell’antica chiesa di San Marco a Villaco (Marksgasse?), Nicolò Savorgnan ‘Chiribin’, ultimo leader del primo partito popolare friulano moderno, venne assassinato da alcuni nobili del Friuli. Sarebbe bello, se la gemella carinziana di Udine quel fatto storico cinquecentenario lo ricordasse, insieme ai fratelli friulani, nell’ambito della propria sagra locale”. Ecco il tenore della missiva in tedesco e friulano, indirizzata sabato 21 luglio 2018 ai sindaci di Villach, Albel, e di Udine, Fontanini, dal prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” nonché delegato presidenziale del Club per l’Unesco di Udine alla formazione civica ed alla cittadinanza attiva. Anniversario storico friulano, dunque, al Villacher Kirchtag? Chissà! Il 2 aprile, giorno della ricorrenza, Fogolâr Civic e Academie dal Friûl avevano commemorato il personaggio con un lume acceso all’altare di San Marco, nel duomo del capoluogo friulana. Omaggi alla memoria si erano ripetuti anche il giorno successivo, 3 aprile, nell’ambito delle celebrazioni popolari spontanee udinesi della Festa della Patria del Friuli a Palazzo di Polcenigo Garzolini di Toppo Wassermann. “Mezzo millennio dall’assassinio dell’ultimo capo degli ‘zamberlani’ ovvero del primo movimento civico regionale moderno in area friulana, anche con propagini transfrontaliere, non doveva essere una memoria da trascurare!” spiega in una nota Travain: “il punto è che anniversari di questo genere, quando va bene, si traducono al massimo nel solito sterile convegno accademico, stancamente teso a ricercare oggettive verità scientifiche che ben poco hanno a che fare con la molteplicità della realtà storica e leggendaria, in vita e in morte, di un personaggio. Il ‘Chiribin’, figlio probabilmente di una monaca padovana da cui trasse il nomignolo e del ‘Che Guevara friulano’ del Rinascimento, Antonio Savorgnan, fu canonico aquileiese e decano del duomo di Udine senza nemmeno farsi prete. Nicolò, che portava il nome glorioso del nonno, comandante delle truppe contadine friulane alla celeberrima battaglia di Fornovo, fu, dunque, assassinato cinque secoli fa, presso una chiesetta campestre alle porte della città bamberghese di Villaco, per mano di tre suoi aristocratici compatrioti armati da Venezia e desiderosi di vendicarsi delle violenze subite dai nobili del Friuli durante la grande rivolta di popolo della ‘Joibe Grasse’ 1511, alla quale egli stesso dovette contribuire non poco. Dopo l’assassinio del padre Antonio a Villaco, località evidentemente importante per la storia friulana, il ‘Chiribin’ dovette assumere la guida della fazione popolare, che si appoggiava un tempo a Venezia ma che era passata, poi, sotto insegna austriaca. Quando, bandito, quattro anni prima di essere ucciso, egli rientrò a Udine con le truppe asburgiche, fu accolto dal popolo con moti di giubilo e con il grido di battaglia ‘Savorgnan! Savorgnan!’. Figura inquietante, ma non più di altre, laiche ed ecclesiastiche, del Rinascimento italiano ed europeo. Spregiudicato fautore del popolo calpestato dalle Istituzioni del tempo. Agli ‘zamberlani’, in fondo, il Friuli deve, pare, l’unico tribunato della plebe moderno della storia d’Europa, la Contadinanza, a tutela degli interessi delle popolazioni angariate dai potenti regionali”. Così tratteggia il personaggio ed il suo tempo il prof. Alberto Travain, che nel 2012 rintracciò a Villaco il luogo stesso in cui fu assassinato il ‘Chiribin’, oggi contrassegnato da una suggestiva ancona marciana: “Queste storie dovrebbero contribuire alla formazione di una cultura civica euroregionale, transfrontaliera, rivitalizzando gli antichi afflati di libertà e giustizia delle popolazioni tra Alpi e Adriatico. ‘Villacher Kirchtag’ o ‘Friuli DOC’, anche certo le sagre possono validamente contribuire alla diffusione di conoscenza e coscienza storiche delle vicende dei territori affratellati un tempo dal sovranazionale Patriarcato di Aquileia!”.

 

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