“Termopili Carniche”

20180901

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 1 settembre 2018

ALLE “TERMOPILI CARNICHE” DI LANZA

Il Fogolâr Civic ha deposto presso l’antico campo di battaglia alpino una dedica commemorativa della resistenza delle popolazioni contro l’aggressione ottomana alle terre della Mitteleuropa un tempo aquileiese, nel 540° del leggendario scontro che evitò alla Carnia orrendi saccheggi e devastazioni.

Culloden Battlefield is a War Grave. We ask that you treat it with respect” ossia “il campo di battaglia di Culloden è un cimitero di guerra. Ti chiediamo di trattarlo con rispetto”. Così recita un cartello sui prati che assistettero a uno dei più feroci combattimenti della storia di Scozia. Cultura, anzi, culto del rispetto di una memoria di gesta patriottiche la cui lontananza plurisecolare è considerata insignificante rispetto all’attualità ovvero all’eternità e all’universalità del messaggio. Un culto, purtroppo, tutt’altro che universale o che spesso si limita, quando va bene, solamente alle vicende più recenti. “Culì ai 30 di avost 1478 trupe di popul e disfà il Turc & e salvà la Cjargne des sôs pontadis. Chest cjamp di bataie al è sacri pe storie civiche comune dai popui de Mittel-Europe. Tegnilu di rivuart! / Qui il 30 agosto 1478 truppe popolari sconfissero i Turchi & salvarono la Carnia dalle loro incursioni. Questo campo di battaglia è sacro alla storia civica comune dei popoli della Mitteleuropa. Trattalo con rispetto! / Here on August 30, 1478 popular troops defeated the Turks & saved Carnia from their raids. This battlefield is sacred to the civic common history of the peoples of Central Europe. Treat it with respect!”: una targa trilingue – friulano, italiano, inglese – campeggia da giovedì 30 agosto 2018 tra le rocce del Pian di Lanza, nel luogo in cui, 540 anni prima, nella stessa data, un contingente ottomano bosniaco di duecento uomini risalenti la Val Pontebbana e mirante al saccheggio delle valli carniche fu sbaragliato dalla locale milizia delle “cernide” mobilitata da Michele Beorchia, “il Leonida di Trava”, in un epico scontro le cui dinamiche sfumano nel mito guadagnandogli non a torto l’epiteto di “Termopili di Carnia” sebbene, a differenza degli antichi Spartani, strenui difensori della patria greca travolti dalle soverchianti forze persiane, i “patrioti” carnici riuscirono a prevalere, probabilmente, prima, fiaccando, a valle, il nemico con una pioggia di macigni dalle alture, per affrontarlo, poi, a monte, sul campo e metterlo in fuga lungo i sentieri per il passo Ludin. Tale, la ricostruzione dei fatti proposta dal prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” nonché delegato presidenziale alla formazione civica e alla cittadinanza attiva del Club per l’Unesco di Udine, che, coadiuvato segnatamente in questo dal prof. Daniele Fachin e dal sig. Maurizio Di Fant, entrambi cultori di memorie patrie, ha voluto espressamente commemorare in loco, con qualificata rappresentanza del civismo territoriale, dopo promozione ultradecennale, rimontante al 1991. Dopo lo spiegamento del grande stendardo “euroregionalista” del Fogolâr Civic, lungo dieci metri e recante i colori di Madre Aquileia, opera della “pasquottina” udinese Mirella Valzacchi, sull’antico campo di battaglia il prof. Travain ha rievocato la vicenda, indicandola non tanto come scontro locale tra civiltà e religioni, quanto piuttosto, invece, come esempio di comune mobilitazione contro un immane flagello minacciante la comunità, quindi soffermandosi in particolare sul valore civico in genere delle resistenze popolari. Come già ricordato a Pontebba, in una commemorazione complessiva della lotta dei popoli mitteleuropei contro la reiterata aggressione ottomana, Travain ha rimarcato anche l’opportunità di ritrovare in certe pagine di storia condivisa utili fondamenti di civiltà e di solidarietà transfrontaliere, da potersi validamente spendere nell’attualità sociale, politica ed economica di un’“euroregione” da implementare. Presenti i due vicepresidenti del rinnovato Arengo udinese, espressione massima del civismo della Capitale del Friuli Storico, ossia l’arch. Amerigo Cherici e la dott.ssa Maria Luisa Ranzato, accompagnati dalle consigliere arengarie sig.ra Jolanda Deana e prof.ssa Luisa Faraci. Tra le delegazioni convenute, una bandiera aquileiese con i nastri dei sette principali Paesi affratellati dall’antico Patriarcato di Aquileia (Austria, Croazia, Germania, Italia, Slovenia, Svizzera, Ungheria) ed un’icona di Marco d’Aviano, sommo eroe della resistenza mitteleuropea contro la Sublime Porta. Il Servizio Cerimoniale del Fogolâr Civic è intervenuto nelle persone delle signore Marisa Celotti e Mirella Valzacchi. Nota stonata, l’assenza ingiustificata del sindaco di Paularo, sig. Daniele Di Gleria, rappresentante istituzionale della comunità locale e, idealmente, di parte significativa delle truppe carniche combattenti allora sul campo di Lanza. Eppure era stato cortesemente invitato con lettera elettronica del 22 agosto 2018, prontamente recepita ed avente il seguente tenore: “Pregiatissimo, il civismo udinese e friulano che si raccoglie attorno al trentennale Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico ‘Fogolâr Civic’, dal 1991, usa ricordare, in diverse forme, nell’anniversario del 30 agosto, la mitica battaglia al passo di Lanza, del 1478, in cui i valligiani salvarono la Carnia dalle terribili incursioni turchesche opponendosi ad un contingente ottomano bosniaco lanciato al saccheggio della contrada dopo aver travolto a Coccau un’eroica resistenza popolare carinziana e, devastata la Val Canale, aver forzato il confine friulano giungendo fin sotto l’antica fortezza di Chiusaforte. Nell’intento di sollecitare un’attenzione non ‘museale’ ma civica odierna sulla vicenda di quelle remote ‘Termopili Carniche’, giovedì 30 agosto 2018, una delegazione del Movimento, s’incontrerà, alle ore 11.30, al Cason di Lanza, per breve momento commemorativo e cerimoniale. La Sua presenza o l’invio per tempo – entro le ore 7 del giorno in parola – di un Suo messaggio agli indirizzi in epigrafe, in rappresentanza di quelle genti che, in un epico sforzo internazionale, seppero difendere la piccola patria minacciata dalla prepotenza invasiva dello storico impero turco, sarà cosa senz’altro gradita e così l’eventuale interessamento, da parte Sua, delle associazioni e della società civile locale. Con distinzione, un cordiale ‘mandi’!”. Nessuna risposta. Nessun riscontro. “Un esempio spiacevole – ha commentato Travain – ma non inaspettato, visto che già anni addietro la realtà locale non aveva dato segnali di attenzione e di volontà collaborativa rispetto ai solleciti del Fogolâr Civic a condividere il ricordo di una storia utile a rafforzare l’autocoscienza delle popolazioni carniche in un quadro storico ‘euroregionale’. ‘Se o vin di vignî sù di Udin par onorâ cierte storie de Cjargne e invezit si dâur fastidi, che a ledin in chel paîs, ma chei di cumò, no chei di une volte tant di cjapiel!’”.

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