The birthday of the ‘Emperor of Railway’ in Udine

CCU BORGO STAZIONE press release (to the Italian press) – Udine, 20 August 2020

UDINE – 190° GENETLIACO DELL’“IMPERATORE DELLA FERROVIA”

Il coordinamento rionale udinese del multietnico Borgo Stazione, insieme ad altro qualificato associazionismo, ripropone in termini e con orizzonti attuali l’antica ricorrenza comune a tutti i popoli del cosmopolita impero degli Asburgo, sotto il cui governo il capoluogo friulano venne servito da strada ferrata che l’avrebbe connesso con il mondo intero. Travain: “Occasione per reinventare un’identità civica inclusiva radicata nella lezione del passato e proiettata verso il futuro!”. D’Aronco: “Pienamente in linea con i voti dell’Onu!”. Marin: “Presto un workshop sull’argomento!”. Capoluongo: “Unire le aree contermini alla ferrovia!”.

Udine, martedì 18 agosto 2020: Borgo Stazione celebra il 190° genetliaco dell’imperatore Francesco Giuseppe I d’Austria che collegò Udine al resto del mondo a mezzo ferrovia avviando a fioritura l’immediato suburbio meridionale della città…”. Così sugli odierni proclami commemorativi locali del passato “Imperatore d’Austria, Re d’Ungheria e Boemia, Lombardia e Venezia, Dalmazia, Croazia, Slavonia, Galizia, Lodomeria, Illiria e Gerusalemme, Arciduca d’Austria, Granduca di Toscana e Cracovia, Duca di Lorena, Salisburgo, Stiria, Carinzia, Carniola e Bucovina, Granprincipe di Transilvania, Margravio di Moravia, Duca d’Alta e Bassa Slesia, Modena, Parma, Piacenza e Guastalla, Auschwitz e Zator, Teschen, Friuli, Ragusa e Zara, Conte principesco d’Asburgo, Tirolo, Kyburg, Gorizia e Gradisca, Principe di Trento e Bressanone, Margravio d’Alta e Bassa Lusazia ed Istria, Conte di Hohenems, Feldkirch, Bregenz, Sonnenberg, Signore di Trieste, Cattaro e Marca Vendica, Granvoivoda del Voivodato di Serbia… o, più brevemente, per gli udinesi, legati un tempo a quel grande impero cosmopolita che unì tanti popoli e civiltà nel cuore d’Europa come anticamente aveva già fatto la venerabile Madre Aquileia, l’Imperatore della Ferrovia, sotto il cui governo la Capitale friulana poté, per la prima volta a mezzo binario, collegarsi al resto d’Europa e del mondo e anche veder chiamato a fioritura inattesa quel proprio suburbio tra le vecchie mura e la strada ferrata, presto intitolato naturalmente allo scalo dei treni…”. quindi, nastri asburgici gialloneri, con dedica bilingue in friulano e italiano, ossia “Borc de Stazion pal so Imperadôr” e “Borgo Stazione per il suo Imperatore”, annodati ai quattro angoli dell’incrocio tra le vie Battistig, Nievo e Percoto, dichiarato nel 2004 “foro” popolare del quartiere storico della Stazione ferroviaria udinese, specificamente allora intitolato all’esploratore terzomondista Pietro Savorgnan di Brazzà. Per iniziativa del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, infatti, aderenti il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, il Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis”, il Sovrano Ordine dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo, il Club per l’Unesco di Udine, “Time for Africa” Onlus, vari sodalizi locali ed internazionali, e con il patrocinio culturale dell’Arengo popolare cittadino, il 18 agosto 2020, a Udine, si sono effettivamente svolte, per la prima volta, nel nuovo millennio, celebrazioni spontanee inneggianti al compleanno dell’antico monarca, recuperando una tradizione remota e gloriosa, che fu certamente di tutti i popoli affratellati dal suo vecchio impero, tradizione in Friuli Venezia Giulia rinnovata per tanti decenni dalla nobilissima Associazione Culturale “Mitteleuropa” attraverso l’annuale appuntamento di Giassico presso Cormons. E proprio un ritratto del Kaiser austriaco proveniente dalla storica kermesse ha fatto da ideale ospite d’onore all’incontro di rappresentanze civiste svoltosi ai tavolini del Bar Tommy, mescita garbata e accogliente affacciata al “foro” del rione ferroviario cittadino, dove ancora si respira aria mitteleuropea. Per il Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione” ha parlato il prof. Alberto Travain, suo “conservatore” ovvero custode del potenziale di esperienze e orizzonti maturato in seno a quel sodalizio, avviato nel lontano 2003, per riqualificare il quartiere storico della città ricompreso dai binari di Francesco Giuseppe. Una custodia attiva, dunque, della memoria di quel vulcanico comitato rionale – ha detto Travain – che rimanda, in questo caso, alle prime celebrazioni sociali, dieci anni or sono, del “compleanno” della Stazione asburgica, il 21 luglio 2010, 150° dell’inaugurazione della ferrovia, riportandone i significati oggi ad una più tarda scadenza agostana, quella del Genetliaco Imperiale appunto, maggiormente carica di tradizioni accomunanti tutte le nazioni del passato impero degli Asburgo, noto per un alto senso dello Stato, delle Istituzioni, e per l’esemplare convivenza dei suoi popoli prima dell’affermarsi dei nazionalismi che portarono al baratro di due guerre mondiali. Il richiamo a Francesco Giuseppe ossia all’“Imperatore della Ferrovia”, cui, in base ad accordi violati dal Comune, si sarebbe dovuta intitolare Via Roma, intercetterebbe, a detta del professore, mille diverse e anche contrastanti istanze di apertura e interconnessione, radicamento e coesione attuali. Un’apertura al mondo attraverso i binari di un impero multietnico alla fine imploso sulle sue differenze assunte a motivo di divisione, costituirebbe, secondo quanto affermato, il fil rouge di un discorso tutt’altro che superato e traslato, anzi, su scala globale. Se ancora ci chiediamo – ha rimarcato Travain – come sia possibile concretamente e ad ogni livello un’unità armoniosa tra diversità, vuol dire che i dilemmi che hanno condotto la vecchia Austria ad inesorabile tracollo sono ancor lontani da risoluzione. I temi del dialogo tra differenze e della costruzione di condivisioni utili a creare ed a rinsaldare le comunità sarebbero tutt’altro che superati, secondo il parere dell’esponente civista. Se le celebrazioni del genetliaco dell’“Imperatore della Ferrovia” a Udine potessero un domani affermarsi, con il contributo ovviamente di tutti, associazioni ed Istituzioni, quale occasione di riflessione utile a progettare ed a costruire nuovi e, ad un tempo, radicati sensi di coesione e di relazione, ci guadagnerebbe una società intera, oggi interpellata pressantemente da questi temi ma priva d’indirizzi condivisi equilibrati: questo nei voti del “conservatore” del coordinamento di Borgo Stazione, che, per la simbolica testimonianza del 18 agosto ha voluto utilizzare il paradigma della semina, i cui riscontri certo non dipendono innanzitutto dalla qualità del seme o dalla perizia del contadino bensì dalla fertilità del terreno su cui scarsamente il coltivatore dalle belle speranze ma privo di mezzi adeguati può incidere in termini utili. Alla ricerca di radici ideali per un progetto di comunità odierna il Coordinamento civista locale ha consacrato i suoi anni migliori – ha detto Travain – muovendosi sempre con difficoltà attenuate soltanto dall’entusiasmo: ora, questa bottiglia con un messaggio, affidata al mare, altro non vuole essere che estrema “sfida” ad un contesto non solo rionale bensì cittadino e friulano spesso confermatosi, su certe tematiche, ignavo e sterile. “Oggi è culturalmente giorno di semina – si lancia un’idea! – ed ogni giorno di semina non può essere altro che un giorno di speranza. Se il seme andrà a vuoto non sarà colpa nostra!” ha concluso il professore. Oltre a Travain, anche in rappresentanza di Fogolâr Civic, Academie dal Friûl ed Europa Aquileiensis, ha partecipato alla commemorazione la presidente dell’Arengo comunale, massima carica elettiva del civismo della città, ricoperta sin dal 2015 dalla prof.ssa Renata D’Aronco, accompagnata da consigliatura arengaria pertinente al rione e formata dai cittadini Giuseppe Capoluongo, Marisa Celotti, Iolanda Deana e Renata Marcuzzi. È intervenuto, inoltre, il presidente di Time for Africa, sig. Umberto Marin, alla guida di lodevole realtà impegnata nella solidarietà internazionale e propostasi recentemente anche come raccordo socioculturale per il multietnico quartiere ferroviario della cosiddetta “Capitale del Friuli”, il quale ha apprezzato il particolare approccio, molto attuale, proposto dal professore, con una materia che trae dal passato effettivi spunti per il presente e ha lanciato l’idea di un prossimo workshop rionale sui temi dell’identità civica e della convivenza tra diversità, temi che certamente fanno del quartiere della Stazione ferroviaria udinese un osservatorio e un laboratorio sperimentale privilegiato, cui il sodalizio contribuisce anche con la proposta di una biblioteca rionale destinata a far incontrare la cittadinanza. Il sig. Capoluongo, oltretutto priore della Confraternita del Santissimo Crocifisso di Udine, pur non mancando di porre l’accento sull’imperialismo “macellaio” che, a parer suo, caratterizzò l’Amministrazione asburgica come, nell’Italia meridionale, quella dei Savoia e che, mutatis mutandis, farebbe oggi il paio con la prepotente egemonia imposta da alcuni Stati europei sugli altri, ha comunque apprezzato l’utile operato di “Cecco Beppe”, in particolare per quanto concerne il collegamento ferroviario a favore della città, che generò, tra le altre, un quartiere, oggigiorno da intendersi funzionalmente, a suo dire, esteso all’intera area sia a settentrione che a meridione della ferrovia, area riconnessa sostanzialmente, secondo lo stesso, dalle medesime problematiche. Ha preso la parola, infine, la prof.ssa D’Aronco, anche presidente del locale Club Unesco e prefetto del suddetto Ordine cavalleresco, la quale ha esordito formulando innanzitutto un particolare ringraziamento nei riguardi del prof. Travain, propulsore instancabile di sollecitazioni utili allo sviluppo di una cittadinanza radicata ed aperta oltreché positiva e propositiva, anche rimarcando come l’idea stessa di festeggiare in termini attuali e con consonanti accenti il genetliaco del vecchio sovrano cosmopolita rientri pienamente davvero nei voti dell’Onu attinenti al Decennio Internazionale per il Riavvicinamento delle Culture 2013-2022. Replicando garbatamente a certe affermazioni del Capoluongo, la D’Aronco ha riconosciuto all’Austria imperiale un ruolo di prim’ordine sul cammino di una convivenza armoniosa tra nazioni, posizione alla quale si è associato, nelle conclusioni, anche il prof. Travain, il quale ha voluto, poi, ribattere alle ventilate istanze di fusione ideale delle aree a nord e a sud dei binari giudicando inopportuno, al momento, creare ulteriore confusione alla coscienza territoriale, già oltremodo provata e debilitata, dei quartieri storici cittadini, pur auspicando utili sinergie. Con un brindisi “all’Imperatore” ed uno strascico di curiosità destate tra passanti e clienti del caffè affacciato all’“agorà” rionale si è, dunque, concluso il singolare momento di cittadinanza culturale nel cuore urbanistico di un quartiere certo in prima linea di fronte alle sfide di una globalizzazione che naturalmente travolge il mondo di ieri: quel “Welt von Gestern” di cui scriveva già Stefan Zweig all’indomani dell’apocalisse asburgica, quale paradigma di una tramontata civiltà europea certo da reinventare anche recuperando la migliore lezione del passato.

UDINE 18.08.2020 190° GENETLIACO DELL’IMPERATORE DELLA FERROVIA

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