The last flagman of an indipendent Friuli

20190320

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 20 March 2019

GIORNO DELLA BANDIERA FRIULANA” RICORDANDO L’ALFIERE MARCO DI MORUZZO?

All’inferriata delle prigioni del Castello di Udine si è rinnovato l’omaggio spontaneo alla memoria dell’ultimo portabandiera del Friuli indipendente, giustiziato barbaramente dai veneziani conquistatori il 19 marzo 1421. Travain (Fogolâr Civic): “Chi oggi ancora a Moruzzo ricorda lo sfortunato eroismo di Marco?”.

Per la ventitreesima volta – la prima rimonta al 1997 – il civismo udinese che si raccorda attorno al Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” ha reso omaggio, il 19 marzo, alla grata memoria dell’ultimo alfiere dello Stato friulano, Marco di Moruzzo, preso prigioniero e decapitato, oramai cadavere, dai veneziani invasori in quella medesima giornata del 1421. Si è rinnovato, così, all’inferriata delle carceri del Castello di Udine, uno dei più antichi riti civili del movimento civista locale, dedicata “ae reson in pereson” ovvero alla giustizia oppressa, a quanti, nei secoli e nei millenni, in loco e dovunque, si sono trovati, eroici, a subire un potere incombente e prepotente. Tra i “martars de tiranie”, figli onorevoli dell’Europa aquileiese, negli ultimi anni ricorre citazione dei giovani friulani contemporanei Giulio Regeni, martire cosmopolita sotto i moderni Faraoni d’Egitto, e Michele Valentini, testimone estremo contro l’oppressione da precarietà, oltreché dello slovacco Jan Kuciak, eroe contro le mafie nella Mitteleuropa. “Il giorno memoriale di quel nostro antico e valoroso alfiere, che non volle arrendersi ai conquistatori, avrebbe davvero i migliori titoli per proporsi come ‘Giornata della Bandiera Friulana’, se il nostro culto degli antenati ovvero dei nostri predecessori in questa parte di mondo toccasse le corde dell’attualità e non si riducesse a più o meno sterili folclorismi ed accademismi” ha commentato il presidente sociale prof. Alberto Travain, accompagnato dalla segretaria fogolarista sig.ra Iolanda Deana insieme alle attiviste sig.ra Marisa Celotti e sig.ra Paola Taglialegne nonché alla delegata del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione” sig.ra Laura Paviotti. Apprezzato indirizzo di saluto è pervenuto dal cameraro dell’Arengo cittadino udinese, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, massima autorità morale elettiva del civismo locale, oltreché presidente del Club per l’Unesco di Udine e priore nazionale del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo. Condivisione è stata espressa, inoltre, dal Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e dal Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis”. Con legittima vis polemica, il prof. Travain si è anche chiesto se in quel di Moruzzo, dopo oltre un ventennio di promozione delle rimembranze di quella tragica figura locale, non risultino scrupoli di coscienza tali da indurre Istituzioni e popolo a commemorare adeguatamente e regolarmente l’illustre paesano, la cui vicenda oggettivamente ne fa inconfrontabile motivo di vanto.

Precedente Ricuart furlan dai 300 agns dal puart franc di Triest Successivo L'ultimo alfiere di un Friuli indipendente