The rulers don’t like popular participation…

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FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 23 January 2019

VOLEVAMO CONSIGLIERI COMUNALI DELEGATI A PRESIEDERE ASSEMBLEE POPOLARI DI QUARTIERE!”

Ecco l’idea di democrazia rionale che il Fogolâr Civic voleva proporre a Udine all’Amministrazione guidata dal sindaco prof. Pietro Fontanini, scongiurando l’istituzione di “antidemocratici” Consigli circoscrizionali nominati da Palazzo D’Aronco su indicazione di partitocrazia, associazionismo e porzioni di cittadinanza compiacenti. Il leader civista prof. Travain: “Strutturalmente la partecipazione ai ‘sorestants’ dà fastidio!”.

Per rigenerare le Circoscrizioni, bastava essere semplicemente un po’ più democratici del PD e più autenticamente partecipativi del M5S: bastava che il sindaco Fontanini nominasse, come già aveva fatto Honsell, a rigor di Statuto, dei delegati tra i Consiglieri municipali, legittimati da voto popolare, e che agli stessi assegnasse, a differenza di Honsell, uno specifico mandato non solo di ascolto della cittadinanza ma di convocazione di deliberanti anche se consultive assemblee popolari di quartiere, volano e cardine di una partecipazione popolare effettiva, dignitosa, edificante anche sul piano della civica autostima. Piace evocare l’identitario, remoto, esempio dei tribunali popolari friulani del Medioevo, glorioso esempio di ceppo longobardo, noto ed esecrato a livello europeo, in cui l’autorità giusdicente fungeva da presidente di una giuria di cosiddetti astanti, liberi cittadini richiamati dal suono di un’apposita campana. Bella suggestione tratta dal passato, soprattutto gravida di futuro se fosse vero che le cittadinanze del nostro tempo effettivamente avessero a cuore sempre più il principio di partecipazione in campo politico e amministrativo!”. Ecco, la rinnovata presa di posizione del leader del trentennale Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain, contro i nuovi Consigli di quartiere udinesi nominati dal sindaco, non eletti dai cittadini. “Quindi, Consiglieri comunali delegati a presiedere assemblee popolari di quartiere: ecco l’idea di democrazia rionale che il Fogolâr Civic voleva proporre a Udine all’Amministrazione guidata dal sindaco prof. Pietro Fontanini, nella speranza di scongiurare l’istituzione di ‘antidemocratici’ Consigli circoscrizionali nominati da Palazzo D’Aronco su indicazione di partitocrazia, associazionismo e porzioni di cittadinanza compiacenti. Quando mai è stato possibile confrontarsi con Fontanini su queste tematiche? Attendiamo un incontro dal 30 luglio. Ora saremmo noi eventualmente a concederlo! La collaborazione, il concorso libero di voci libere pare non solo non apprezzato, ma beffeggiato spudoratamente. Il problema non è, forse, solamente legato a un malvezzo, però. Vi è dell’altro. Forse si tratta di preventiva, precostituita, strutturale, opposizione ai reali principi di partecipazione democratica, trasversalmente ostici, bisogna dire, non certo da oggi. La partecipazione ai ‘sorestants’ in genere dà francamente fastidio quando davvero va oltre la battuta d’effetto nell’ambito di un buon discorso di circostanza. Strutturalmente la partecipazione ai ‘sorestants’ dà fastidio! È strutturale, poi, che non ci ricevano; che non ci considerino, nella pratica; che, alla fine della fiera, ci temano! L’ex sindaco Honsell urbanamente un po’ in questo campo anche si distingueva, almeno formalmente, certo senza eccedere, ed è per questo che, tra di noi, resta indimenticato e stimato al di là di ogni valutazione e fede politiche. Nostra funzione è innanzitutto promuovere una memoria e una cultura civiche difensive, partecipative, mobilitative. Ebbene, si avvicina l’anniversario della terribile ‘Crudel Zobia Grassa’ ossia la rivolta della ‘Joibe Grasse’ friulana del 1511: vicende lontane, dimenticate, sepolte oppure c’è un filo logico, concettuale, che, ‘mutatis mutandis’, collega il nostro passato ed il nostro presente? ‘Zamberlani e ‘Strumieri’, fautori del popolo e delle caste di casa nostra esistono ancora, con gli ovvi distinguo, più o meno come allora, solamente che, oggi, Udine, contro natura, contro la sua più vivace storia, sta diventando fors’anche un’apatica e benpensante città ‘strumiera’. Pietre, monumenti, simboli, effigi, sono forse gli ultimi a serbare, muti, memoria ed orgoglio della cittadinanza di quella fu l”Atene del Friuli’ ossia capitale della democrazia e della partecipazione nella Piccola Patria. Saremo ridotti a guardare indietro causa la modestia dell’attualità?”.

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