Udin: complean civic “esclusîf”

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 10 Setembar 2020

797° COMPLEANNO DELLA CITTÀ DI UDINE: FESTA SPONTANEA PER POCHI INTIMI…

Il 13 settembre 2020, il Fogolâr Civic rinnoverà, in versione ridotta, le celebrazioni del natalizio urbano della Capitale del Friuli Storico, sotto la Colonna del Mercatonuovo, in Piazza Matteotti, alle ore 12.

797° compleanno della città e VI centenario del sigillo “aquileiese” di Udine (Udine, domenica 13 settembre 2020, Piazza Matteotti, Guglia di Mercatonuovo, ore 12)”: questo l’oggetto dell’”avviso di manifestazione culturale” indirizzato al Sindaco di Udine, in data 2 settembre 2020, dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain. Eccone uno stralcio: “Si comunica che, in occasione del 797° Compleanno della Città di Udine, domenica 13 settembre 2020, alle ore 12, una rappresentanza del civismo udinese riunito attorno al Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” s’incontrerà presso la colonna forense del Mercatonuovo in Piazza Matteotti per rinnovare il rito della dedica floreale alle memorie civiche, storicamente cooperante picchetto dei Vigili del Fuoco, la più antica milizia civile del Friuli, risalente ai tempi di Aquileia romana. Si segnala che, per la prima volta dall’istituzione di detta cerimonia nel 2004, la citata dedica floreale riferita all’anno precedente risulta essere già stata rimossa da proditoria mano vandalica o per lo meno così si ritiene. In tale occasione, il sottoscritto presidente del Fogolâr Civic presenterà in breve il seicentenario sigillo “aquileiese” della Comunità medievale di Udine mentre il cameraro del riformato Arengo cittadino, prof.ssa Renata D’Aronco, come per tradizione, fornirà ragguagli in ordine alla prossima convocazione dell’Assemblea popolare udinese”. Formale invito è stato rivolto alla Rapprentanza municipale e alla stretta cerchia di associazioni in proficui rapporti di condivisione o di cortesia con il movimento del Fogolâr Civic, ideatore, nel 2001, attraverso il suo braccio universitario costituito dal circolo “Academie dal Friûl”, delle celebrazioni del natalizio urbano. “Dopo la biasimevole ingiustificata assenza di numerose associazioni e parrocchie invitate lo scorso anno alle celebrazioni del ‘compleanno’ civico, quest’anno ci siamo risparmiati la fatica di riscrivere a certi interlocutori. Se vent’anni del più svariato e inclusivo impegno, da parte nostra, a promuovere un coinvolgimento socioculturale il più ampio possibile, anche registrando taluni momenti di significativa partecipazione sia associazionistica che istituzionale, hanno condotto ai risultati penosi di un anno fa, significa, allora, che bisogna evitare di ‘lavorâ dibant’ e che troppo a lungo abbiamo sprecato tempo, cultura, impegno e sostanze per una città che aveva e ha comunque estremo bisogno del nostro stimolo a riscoprirsi ed a reinventarsi comunità, ma non merita affatto una tanto romantica, generosa, dedizione come Dunque, una marcia indietro, una ritirata? Come si dice in friulano, ‘ogni biel bal al stufe”: figuriamoci, poi, quando il ballo non risulta nemmeno piacevole! La società civile e culturale udinese, l’associazionismo, le comunità parrocchiali, in larghissima parte, salvo onorevoli e rari esempi, ci hanno manifestato, in tutti questi anni, e non solo riguardo all’iniziativa del ‘Compleanno della Città’, un quasi totale disinteresse per certe tematiche nonché mille ostacoli, riserve, sospetti, di fronte a richieste di collaborazione. Che dire? Se questo, a Udine, passa il convento, bisognerà pur trarre delle conclusioni. Abbiamo fallito? Non siamo stati all’altezza? Se così fosse, altri, certamente più bravi di noi, avrebbero incassato, nello stesso campo, meritati successi. Così non è stato, il che signifca che una città intera, per modo di dire, si è data e si dà la zappa sui piedi, non rispondendo adeguatamente ai solleciti che vengono da un impegno come il nostro. Se dovessimo ritirarci, meriteremmo, senza false modestie, per davvero l’onore delle armi, poiché avvremmo, infatti, dimostrato di aver combattuto generosamente, senza quartiere, la nostra battaglia. Non ci ritireremo, ma non per amore di un popolo d’oggi che certo non merita tali devozioni, bensì per rispetto della memoria di tanta gente, tanti personaggi e vicende passati di storia civica, che, ricordandoli, in questi decenni umanamente abbiamo sottratto all’oblio della morte fisica. Rimembranza come testimonianza rivolta al futuro, simile al messaggio in una bottiglia lanciata nel mare, in questo caso quello dell’indifferenza e della pochezza di una Udine certo lontana anni luce da come la vorremmo e da come la vollero i più illuminati tra i nostri antenati: altro non ci resta, ma basta e avanza per dire che a cavallo tra due millenni, in questi trent’anni di movimento che intitoliamo cumulativamente ‘Fogolâr Civic’, a Udine vi è stato qualcuno che ha cercato di promuovere una rifondazione inclusiva e articolata della comunità cittadina aggregandola attorno a virtuose memorie del territorio da condividere e rivitalizzare. Snobbati, irrisi, non considerati, ma siamo esistiti e documento di quello che abbiamo fatto o cercato di fare nel nostro piccolo, la nostra lezione culturale ed umana, potrà essere utile alla posterità se non agli ignavi odierni nostri conterranei!”. Amare parole quelle del presidente fogolarista, che richiamano a rispetto ed a riflessione. Un “compleanno” civico “per pochi intimi” quest’anno a Udine, “solo per i pochi veri, spontanei e generosi ‘addetti ai lavori’ di un progetto di comunità estremamente attuale, tanto più necessario quanto più si attesta la diffusa mancata percezione dell’effettiva sua necessità in una Udine allo sbando totale per quanto riguarda un radicato, coeso e costruttivo senso di appartenenza comunale e rionale” ha assicurato il prof. Travain.

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