Udine and its quarters of the drunks?

CCU BORGO STAZIONE press release (to the Italian press) – Udine, 21 December 2019

UDINE E BORGHI NATALIZI DELL’ALCOL?

Perplessità del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione” sull’ordinanza comunale vietante il consumo di alcolici in strada nei quartieri sudorientali del Centro del capoluogo storico friulano. Il conservatore del vecchio sodalizio, prof. Alberto Travain: “L’Amministrazione ragioni in termini quanto meno municipali per contrastare certe piaghe!”.

“Qualora l’Amministrazione comunale fosse sincera nel nobile intento di debellare la piaga dell’alcol e dello schiamazzo nel Centro Storico udinese, non limiterebbe ad un’ordinanza di censura circoscritta soltanto al pur inquieto Quartiere delle Magnolie ovvero a quell’area sudorientale degli antichi borghi di Aquileia e Ronchi parzialmente sovrapponentesi all’ottocentesco borgo Stazione, bensì stenderebbe la sua mano potente su tutto il quartiere centrale cittadino, senz’altro non nuovo ad eccessi notturni di balordaggine avvinazzata sotto le finestre della cittadinanza dormiente. Perché un’ordinanza su strade e parchi dei rioni a sud-est e non sul Castello, ad esempio, ricetto ben noto di vari umanità e traffici, fors’anche meno schiamazzanti ma certo non meno inaccettabili e pericolosi? E perché non anche sul Cuore di Udine, tra Mercatovecchio e Mercatonuovo, sorta di piacevole Grinzing locale che, però, talvolta si attarda troppo, quando non degenera, nelle gozzoviglie? Si vuole evitare, forse, d’intaccare la disperata ‘movida’ di una ‘capitale’ friulana in declino purtroppo conclamato?”. Ecco i dubbi del conservatore dello vecchio Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, prof. Alberto Travain, in ordine all’iniziativa natalizia del Comune di vietare consumo e detenzione di alcolici in strada e nei parchi di nell’area sudorientale del Centro: “Non arriveremo, comunque, ad adontarci e a gridare allo scandalo, alle gratuite criminalizzazione e ghettizzazione di quei quartieri… Se si rilevano ripetuti casi d’inciviltà o di pubblico sospetto è certamente giusto intervenire utilizzando ogni mezzo utile. Ancor più interessante e sensato sarebbe ragionare in termini comunali. Infatti, da un parco sotto coprifuoco ci si può spostare in città in un altro libero da ingiunzioni. Ecco che, allora, che quell’ordinanza pare più che altro farsi propaganda, non serio intervento, per Palazzo D’Aronco. Udine necessiterebbe di serietà di pensiero e d’azione per non degradare ancora verso un baratro di decadenza civile e culturale!”.

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