Udine, città della pace

20180919

Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 19 settembre 2018

UN MESSAGGIO DI AMORE SENZA CONFINI “

Emozione alla Santa Messa plurilingue per il 795° “compleanno” della città di Udine, ad un secolo dalla conclusione dell’“Inutile Strage” di cui si ritrovò ‘capitale’ italiana.

Il ‘compleanno’ di questa città, ad un secolo dalla fine della Grande Guerra ‘fratricida’ che la vide al centro, definita ‘Inutile Strage’ da papa Benedetto XV, ispirato in questo dal buon arcivescovo friulano di Padova, Luigi Pelizzo, porti innanzitutto un messaggio di amore senza confini: quello che siamo chiamati ad esprimere sul esempio di Gesù Cristo sino ad amare i nostri nemici e sentirci parte di una famiglia nella quale ognuno mette del proprio a fini di reciproco arricchimento!”. Così, don Tarcisio Bordignon, anziano e benemerito sacerdote della Chiesa udinese, oggi anche cappellano del Fogolâr Civic, che il 13 settembre 2018, nella cappella di San Giacomo a Udine ha solennemente officiato la “Santa Messa per il 795° Compleanno della Città”, nel quadro delle celebrazioni popolari spontanee dell’anniversario di fondazione urbana della cosiddetta “Capitale del Friuli Storico”. “Momento religioso tradizionale” questo, “con preghiere nelle lingue storiche della frontiera friulana, ad un secolo dal termine di quel Primo Conflitto Mondiale di cui Udine tragicamente fu ‘capitale’ italiana e che parve riunificare la Friulanità e il Belpaese spezzando però l’unità di una Mitteleuropa, figlia spirituale di Madre Aquileia”: così riportavano le locandine, in italiano, friulano e udinese. La lettura, in lingua italiana, tratta dalla Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi, è stata affidata al priore Giuseppe Capoluongo della confraternita udinese del Santissimo Crocefisso, mentre il passo prescritto del Vangelo di Luca è stato prima letto in friulano dal presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, e proclamato, poi, in italiano dal sacerdote. Pregnanti le preghiere dei fedeli, proposte dal leader fogolarista, “negli idiomi storici di questo nostro cuore friulano della Mitteleuropa figlia di Aquileia – ha detto – che oggi festeggia il 795° anniversario di fondazione urbana”: “In lingua friulana, originaria espressione della comunità udinese e di questa regione crocevia d’Europa, chiediamo al Signore di evitarci i conflitti e di fare di noi costruttori di pace a cento anni dal termine della Grande Guerra che spezzò il cuore del Continente: ‘Signôr, che cent agns indaûr tu âs lassât che il Friûl e la Italie a podessin tornâ a une unitât, a spesis, però, di milions di muarts e de division de Mittel-Europe fie di Aquilee, fâs che e sedi nestre funzion chê di unî lis gjernaziis sûrs di chê bande di mont culì!’. In lingua veneta, idioma franco ‘da tera’ e ‘da mar’ del Nordest Storico, reinterpretato anche localmente dalla comunità cittadina chiediamo al Signore di non permettere lo sradicamento dei nostri giovani: ‘Signòr, te preghémo pei fiòi, che i se verxi a sto mondo ma sensa molàr o spudàr caxa loro e el exempio dei veci co el xe sta bon, per no che i se trovi dei sensa tera, dei sensa dio e sensa sentimento in un mondo che el sa de sfrutàr e basta e de rider quei che i ga principi!’. In lingua toscana ovvero italiana, espressione originaria di tante famiglie approdate nei secoli in città e divenuta idioma comune “dall’Alpe a Sicilia” al Signore chiediamo una Udine aperta ma unita e forte: ‘Buon Dio, siamo qui a ricordare la fondazione di questa città che ancor oggi vorrebbe accostare la migliore Italia alle nazioni sorelle d’Oltralpe e che sin da tempi remoti è stata per molti rifugio e baluardo sicuri, nutrice migliore d’innumerevoli patrie matrigne: fa’ che questo possa sempre rinnovarsi ma ad incremento, non a detrimento, del bene locale!’. In lingua tedesca, possente favella franca tradizionale della Mitteleuropa oltreché di fiorente colonia germanica storicamente insediata in città, chiediamo al Signore maggiori giustizia e pace sociali: ‘Für die Gerechtigkeit und den Frieden, damit die Gesetze der Witschaft nicht gegen die Menscheit benutzt werden und damit die wahre Brüderlichkeit über Egoismus und Eigeninteressen siegt!’. In lingua slovena, avamposto slavo nel cuore d’Europa e riferimento a una componente immigrativa storica della città, chiediamo al Signore d’illuminare i cosiddetti ‘potenti del mondo’: ‘Molimo za tiste, ki so za nas Veliki na tej Zemlji in tiste, ki so zbrani na oblasti. Podeljena jim je velika moč, katero skušajo zlorabljati. Da bi se vedeli po navkih Evangelija in delovali za dobro ljudi ter predlagali in vodili le načrte miru!’”. Al termine, in omaggio alle vittime dell’immane guerra fratricida conclusasi un secolo fa, si è levato dalla chiesa di San Giacomo il canto spontaneo del popolarissimo ‘inno’ “Stelutis Alpinis” di Arturo Zardini, “lirica del 1917 tutt’altro che retorica, tutt’altro che datata, tutt’altro che patriottarda” ha sottolineato Travain: “Non un inno alla morte ma contro la morte; all’eternità dei sentimenti, contro la e le precarietà della vita, l’effimero oggi incombente sullo fondo del pensiero umano ‘occidentale’! Quel ‘gno spirt’ che ‘ator ti svole’ è una freccia lanciata oltre il baratro dell’annullamento e della percepita nullità dell’esistenza!”. Presenti alla celebrazione, il sindaco di Udine, prof. Pietro Fontanini, attorniato dai due procuratori dell’Arengo udinese arch. Amerigo Cherici e dott.ssa Maria Luisa Ranzato, nonché dai consiglieri arengari rionali sig. Alfredo Maria Barbagallo (quintiere di Mercatovecchio), sig. Giuseppe Capoluongo e sig.ra Jolanda Deana (quintiere di Grazzano), prof.ssa Luisa Faraci (quintiere di Gemona), dott. Carlo-Alberto Lenoci (quintiere di Aquileia) e sig.ra Luigina Pinzano (quintiere di Mercatonuovo). Intervenuti anche i presidenti della sezione locale di Italia Nostra, sig. Gabriele Cragnolini; dell’Accademia Città di Udine, sig.ra Francesca Rodighiero; della Pro Loco di Città “Borgo Sole Udineovest”, arch. Giuseppe Vacchiano; del Coordinamento dei Comitati Territoriali e dei Cittadini Associati del Friuli Venezia Giulia (Cordicom FVG), sig. Luciano Zorzenone. Tra i convenuti, anche l’arch. Roberto Pirzio-Biroli e la sig.ra Mirella Valzacchi, del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis”. Folta, naturalmente, la delegazione del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, primo promotore dell’iniziativa, capitanata dalle sodali Marisa Celotti e Milvia Cuttini, con un supporto di servizio fotografico a cura dei signori Attilio Calligaro ed Eugenio Pidutti. Il prof. Travain è anche intervenuto in rappresentanza del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e della presidente del Club per l’Unesco di Udine, prof.ssa Renata Capria D’Aronco. Per il Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione” era presente anche una fondatrice: la sig.ra Laura Paviotti. La sig.ra Rosalba Meneghini è intervenuta, invece, in rappresentanza dei sodali della Confraternita del Santissimo Crocefisso. Tra i notabili della società civile e culturale locale, anche la dott.ssa Marisanta de Carvalho e il prof. Pietro Enrico di Prampero. Auspici di buona riuscita dell’iniziativa sono pervenuti dal Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Udine, prof. Alberto Felice De Toni. Un indirizzo di saluto è anche giunto dalla consigliera prof.ssa Elisabetta Marioni, vice presidente del locale Consiglio municipale. Eccezionalmente campeggiante, quest’anno, di fianco all’altare, l’ora ventennale bandiera storica cittadina del Fogolâr Civic, risalente al 1998, opera dell’ultima delle “pasquottine” udinesi, la citata sig.ra Valzacchi, insegna matrice di mille altre nel quadro di un ventennio di cultura civica all’ombra dell’acropoli locale del “Ciscel”.

 

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