Udine: ‘Closed for Holidays’?

20180815

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 15 August 2018

FERRAGOSTO A UDINE: “UNA COMUNITÀ NON CHIUDE PER FERIE!”

Il presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, richiama alla necessità “identitaria” del capoluogo friulano di svolgere una funzione civica aggregante – oltreché di attrazione turistica – anche in occasione delle festività ferragostane.

Un capoluogo vive tutto l’anno altrimenti non è un capoluogo. Una città vive tutto l’anno altrimenti non è una città. Se qualcuno ritiene che a Ferragosto un capoluogo possa rinunciare ad ambire ad essere tale, va contro il ruolo e l’identità stessa di quella certa località. Se qualcuno ritiene che a Ferragosto una città possa chiudere i battenti, innanzitutto ne offende l’umanità che vi si accampa anche in occasione delle festività estive. Una Udine priva di eventi popolari coinvolgenti, quali furono, in tempi remoti, il palio e le tombole di Ferragosto della vecchia Udine, polo nostalgico di un tempo andato che riduce il presente a melanconia, non è solo indebita abdicazione a centri balneari casarecci o alle mete roboanti di un turismo esotico popolaresco, ma rinuncia ad essere, sia sulla scena delle opzioni di approdo delle moltitudini ferragostane erranti, sia, ancor prima, in materia di funzione civica urbana aggregante. Un calendario comunale di eventi estivi in cui non figurino iniziative pregnanti specifiche il 15 agosto, non è teso al bene della comunità. È il 15 agosto, non l’intera estate, il banco di prova di un programma estivo municipale. È Ferragosto, come Natale, Capodanno, Pasqua, il momento in cui ognuno festeggia come vuole o meglio come può, una scadenza annuale in cui al Comune spetta il compito, arduo ed onorato, di permettere a tutti, entro certi limiti, di festeggiare insieme, di sentirsi veramente parte di una grande famiglia. Una comunità non chiude per ferie, non chiude a Ferragosto, come fanno invece non pochi esercenti del Centro Storico udinese, eternamente magari pronti, come si dice in friulano, ‘a vaî il muart’, a lamentarsi degli scarsi incassi in una città che si dice morta ma che, al contrario, va solamente rieducata a saper vivere, in termini inclusivi, considerando armoniosamente il bene di tutte le sue componenti. ‘Chiacchiere’ diranno i più beceri per confermarsi degnamente tali!”. Questa, la riflessione ferragostana del presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain, che riprende una polemica storica sollevata dal sodalizio nei confronti non solamente dell’operato delle Amministrazioni municipali ma anche di certe categorie economiche operanti nel tessuto cittadino udinese: “Quell’anello in pietra, a reggere l’asta dell’antico palio, che ancora campeggia in Mercatovecchio, sull’antico Palazzo Sabbadini, difficilmente ricorda ai passanti, oramai incapaci di decifrarlo, che è esistita in passato una Udine vivacissima, orgogliosa di sé e capace di aggregarsi e autocelebrarsi attraverso le proprie tradizioni laiche e religiose anche in quei giorni di Ferragosto in cui una triviale postmodernità condanna i centri urbani oggi a spopolarsi ed a divenire stupidamente ombra di sé stessi. Alziamo gli occhi presso quell’angolo di Vicolo Pulesi: il richiamo a una storia gagliarda e gloriosa della nostra Udine, vincoli ciascuno di noi ad assumere le rispettive responsabilità, come cittadini, amministratori ed operatori sul territorio!”.

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