FOGOLÂR CIVIC – Pressemitteilung (für die italienische Presse) – Udine (Weiden), 15 September 2019
UDINE: IL “COMPLEANNO DELLA CITTÀ” NELL’OBLIO
Dopo lo scarsissimo riscontro sociale registrato dalla 19° edizione delle celebrazioni d’iniziativa popolare dell’anniversario di fondazione urbana, il Fogolâr Civic, loro storico primo promotore rivedrà il suo approccio con la realtà locale dopo decenni di generoso appello alla condivisione e alla collaborazione intorno all’idea di un consolidamento radicato ed inclusivo della comunità udinese. Il presidente prof. Travain: “Valuteremo se ha ancora senso spendersi per una comunità che non risponde! Alla mera stima del Comune opponiamo un sollecito ad una vera collaborazione programmatica!”.
“Professore, ma Friuli Doc a Udine si fa, forse, per celebrare il compleanno della città?”. E il professore rispose “No, ragazzo, però, tu, bravissimo, hai intuito subito un collegamento possibile ed utile tra le due cose, che nessuna Amministrazione municipale, in 19 anni che si festeggia popolarmente il genetliaco urbano, si è mai mostrata davvero in grado o quanto meno in volontà di concepire!”. Così, il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, ideatore e promotore dei festeggiamenti d’iniziativa popolare spontanea per l’anniversario fondativo udinese, ha dato riscontro a un suo valido alunno che gli chiedeva, tra i banchi di scuola, qualche informazione più approfondita sulle rimembranze del 13 settembre. Rimembranze che mai come in questa edizione 2019 si sarebbero svolte nell’oblio più assoluto, nonostante gli inviti alla condivisione, rivolti da parte dei propugnatori alle più varie espressioni della società locale. “Avevamo invitato le trenta parrocchie cristiano-cattoliche della città e nemmeno una ha risposto all’appello! Nemmeno un riscontro! Davvero vergognoso!” ha sbottato amaramente il professore, a margine delle manifestazioni: “Non è degna di rispetto una Chiesa aperta al mondo ma chiusa al borgo, pronta a sbandierare principi di accoglienza mentre ripudia chi sul territorio, liberamente e liberalmente, s’impegna ad unire, anche in chiave inclusiva purché radicata, la comunità!”. “Meglio, certamente, l’imam islamico di Udine, Mohamed Hajib, che ha avuto almeno la cortesia oltreché la simpatia di rispondere con ‘un cordialissimo e distinto mandi’!” ha rimarcato il leader del Fogolâr Civic. “Inqualificabili anche i tanto magnificati alpini in congedo dalle cui sezioni sociali ANA l’invito diffuso non ha avuto segni di corrispondenza! Lo stesso dicasi delle sezioni AFDS, gli altrettanto rinomati donatori di sangue, sezioni sociali delle quali soltanto quella di San Rocco, con il suo presidente Sergio Medeossi, ha ritenuto di usare la gentilezza di un moto di saluto. E che dire, poi, di vari sodalizi quali Broadway Dance Studio, Filarmonica del Friuli Venezia Giulia, Teatrando, Teatro Club Udine, Udine Sipario oppure Cordicom FVG o Coordinamento dei Comitati territoriali e dei cittadini associati del Friuli Venezia Giulia, Pro Loco di Città ‘Borgo Sole Udine Ovest’, Scuola di Danza Axis, Società Filologica Friulana, Università della Terza Età ‘Paolo Naliato’, da cui si ha avuta mera ricezione dell’invito rivolto all’associazionismo, senza riscontrare il più infimo cenno di considerazione?” ha rincarato, deluso, l’intellettuale: “Per rarità, ricorderò, invece, la nota di partecipazione di ‘Italia Nostra’ locale oltreché l’applaudito intervento, in costume popolare, della presidente del Gruppo Folcloristico ‘Stelutis di Udin’, sig.ra Elena Sione. “Gravissima – ha soggiunto il docente – l’assenza rinnovata del Gonfalone della Città, supremo ospite delle celebrazioni popolari della ricorrenza urbana sotto la passata Amministrazione Honsell e negato incredibilmente, per il secondo anno consecutivo, dal Comune di Fontanini, segno concreto di un declinante riconoscimento del valore morale dell’iniziativa!”. Eppure, cortesissima, la delegata municipale, prof.ssa Elisabetta Marioni, vicepresidente del Consiglio comunale, intervenuta, pur senza fascia, alle cerimonie civiche e portando il saluto di Palazzo D’Aronco, aveva voluto esplicitamente rappresentare la “gratitudine” del Comune nei confronti del Fogolâr Civic e, nello specifico, del suo presidente, al quale, a detta della stessa, l’Amministrazione riconoscerebbe ruolo e titolo ideali di “conservatore” delle memorie storiche udinesi. Pronta la risposta del professore che, nel dichiararsi ovviamente lusingato da tanta stima, aveva replicato considerando “senz’altro apprezzabile una gratitudine concreta, costruttiva, collaborativa, programmatica, nel vero interesse della città”. Oltre ai singoli membri del Consiglio municipale in carica – presenti, nel loro complesso, attraverso la delegata prof.ssa Marioni, ancorché registrandosi il gradito personale intervento della consigliera dott.ssa Simona Liguori ed un breve cenno di saluto inviato dal collega dott. Alessandro Venanzi –, per l’occasione erano stati invitati anche gli ex sindaci testimoni della vicenda quasi ventennale delle celebrazioni del genetliaco urbano. Impossibilitato a partecipare, l’ex “sorestant” prof. Sergio Cecotti aveva inviato, di conseguenza, un laconico eppure apprezzato riscontro in “marilenghe”. Presente, invece, il prof. Furio Honsell, accolto con particolare affetto dai soci del Fogolâr Civic, memori delle passate, ricorrenti e sincere sue partecipazioni alle iniziative del sodalizio. Ed il prof. Honsell, facendo seguito alle lusinghiere dichiarazioni di stima dell’Amministrazione per l’impegno socioculturale del presidente fogolarista prof. Travain, aveva ritenuto di sottolineare come lo stesso non debba soltanto considerarsi un “conservatore” delle civiche memorie, bensì un loro valido “rinnovatore” nell’attualità: “In ogni richiamo alla storia passata non c’è mai stata banalità – ha ricordato l’ex sindaco – quanto piuttosto la capacità di riandare a valori che sono locali ed universali, antichi ed attuali!”. L’applauditissimo ex primo cittadino aveva indugiato, così, nel ricordo dei mille momenti culturali vissuti con il Fogolâr Civic: “È stata memorabile la lezione da Lei tenuta, prof. Travain, nella grande sala del Parlamento, in Castello, sui plurimi significati degli affreschi che vi si trovano, nella cultura civica friulana. Un’occasione che meriterebbe davvero replicata, a beneficio del maggiore numero di cittadini! E poi le dozzine di torri allegoriche intitolate dalle scolaresche ai peggiori mali del nostro presente, nell’anniversario della grande Rivolta del Giovedì Grasso. E poi, ancora, le rimembranze dell’anniversario della Contadinanza, eccezionale controparlamento del popolo opposto alle aristocrazie, esempio europeo di bilanciamento dei poteri in una comunità! Lei ha anche tentato, ricordo, più volte, prof. Travain, di ‘nobilitare’ un po’ Friuli Doc ricercandone una qualche motivazione storica. Per non parlare, poi, delle civiche memorie di Giulio Regeni, la cui figura, Lei ha messo in relazione con le grandi matrici dell’aquileiesità!”. Sul Caso Regeni, poi, Travain aveva specificamente evocato il legittimo orgoglio degli udinesi e di “ogni buon friulano” riguardo ad un’Amministrazione locale, maggioranza e opposizione, rimasta compatta, con sindaco in testa, nel perseverare nella battaglia contro l’oblio della vicenda tragica del ricercatore figlio del Friuli, e questo nonostante le turbinose ventate iconoclaste sollevate dal governatore regionale Fedriga contro gli striscioni rivendicativi di verità sull’oltraggiosa vicenda. Tali espressioni, il 13 settembre 2019, avevano avuto come splendido sfondo il pozzo udinese di San Giacomo, detto dal Cavalcaselle “Lanterna di Diogene”, monumento umanistico cittadino d’ispirazione ateniese presso il quale si era ripetuta anche la deposizione ormai tradizionale di una dedica al mito di Udine “Atene del Friuli”, capitale storica regionale della partecipazione democratica oltreché centro d’irradiazione culturale sul territorio; era seguito, a cura del relativo presidente in carica, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, l’annuale annuncio di convocazione della riformata assemblea popolare dell’Arengo urbano, prevista per il 30 settembre 2019, con formale invito al Capo del Comune a voler presiedere, in termini onorari, il rinnovato consesso partecipativo che vuolsi fondato dal patriarca medievale aquileiese Bertrando ed attualizzato nel 2015 su chiaro stimolo del Fogolâr Civic. Armistizio sulle tematiche della democrazia nel Comune di Udine, dopo la riforma dei cosiddetti “Consigli di Quartiere” potestativi ovvero nominati da Palazzo D’Aronco, che aveva scatenato le ire del civismo fogolarista udinese contro l’Amministrazione locale? La risposta, implicita, nello stesso gesto di rinnovare l’omaggio al mito dell’“Atene” democratica della Piccola Patria. La cerimonia alla “Lanterna di Diogene” e le celebrazioni del compleanno urbano si erano concluse, poi, con l’annuale consegna ad un picchetto dei Vigili del Fuoco, la più antica milizia civile del Friuli rimontante alla storia aquileiese, di cinque rose commemorative delle circoscrizioni urbane originarie, i cosiddetti “quintieri”, formanti, oramai per tradizione, una dedica all’idea di Udine “nuova Aquileia”, quest’anno, tra l’altro, nel 22° centenario della straordinaria città-madre romana, rose collocate presso la vicina colonna forense su cui troneggia, eletta a metafora della città, una materna effige mariana associata all’irriducibile immagine della gran virtù della “fortezza”. Ma le celebrazioni d’iniziativa popolare del 796° “compleanno” urbano, conclusesi con il canto spontaneo dell’inno cittadino “Oh ce biel cjiscjel a Udin”, si erano aperte con un tradizionale momento religioso costituito da specifica celebrazione eucaristica officiata presso la storica chiesa forense di San Giacomo dall’anziano cappellano onorario del Fogolâr Civic, il benemerito don Tarcisio Bordignon, che con l’usuale suo energico piglio aveva ricordato, nell’omelia, i punti salienti della fondazione della città, immaginando il suo fondatore ossia il patriarca medievale aquileiese Bertoldo di Andechs trasferirsi da Cividale a Udine nell’intenzione di sottrarre sé stesso al controllo dell’aristocrazia regionale creando uno spazio di libertà dalla soggezione alle tirannie feudali ai piedi dell’antico colle di Attila. La Santa Messa commemorativa del genetliaco civico udinese, con letture nelle lingue storiche popolari della città, aveva registrato, quest’anno, anche un’occasione d’inedita pregnanza nella preghiera dei fedeli articolata sui cinque “quintieri” dell’originaria comunità di Udine, oggi rinnovati in seno alla rinata assemblea dell’Arengo e strutturati in termini radiali, a ricomprendere sapientemente porzioni di centro e periferia urbani. Le insegne rionali, avvicendatesi al leggio a confermare le invocazioni dei territori, appellantisi all’intercessione dei rispettivi santi patroni e titolari parrocchiali, erano state recate all’altare da un picchetto civico d’onore formato dai sodali fogolaristi sig.ra Luigina Pinzano (quintiere Mercatovecchio), sig.ra Milvia Cuttini (quintiere Mercatonuovo), sig.ra Marisa Celotti (quintiere Aquileia), sig. Marco Apostolico (quintiere Gemona) e sig.ra Iolanda Deana (quintiere Grazzano). Al termine del rito religioso, il prof. Travain aveva formulato, in qualità di primo promotore dell’evento, i suoi indirizzi di saluto ed espresso le sue personali considerazioni sui riscontri avuti da tanto liberale impegno organizzativo. Gli strali del leader fogolarista erano stati rivolti più o meno indistintamente all’indirizzo di tutte le Amministrazioni comunali avvicendatesi dal 2001 a questa parte, incapaci di riconnettere utilmente le concomitanti manifestazioni del compleanno civico e di Friuli Doc. Gradito, infine, l’intervento di testimonianza della sig.ra Mirella Bragagnolo, da decenni attivista cattolica presso la chiesa di San Giacomo, la quale aveva rinnovato memoria dei lusinghieri apprezzamenti del grande novelliere toscano Giovanni Boccaccio nei riguardi della città e della terra friulana. Tra le rappresentanze del corpo sociale del Fogolâr Civic, presenti anche le collaboratrici maestra Manuela Bondio, prof.ssa Luisa Faraci, sig.ra Renata Mercuzzi, dott.ssa Maria Luisa Ranzato e sig.ra Paola Taglialegne. Tra le deputazioni del mondo politico cittadino, anche il dott. Carlo Alberto Lenoci, presidente del Consiglio di Quartiere di Udine Sud, istituzione potestativa pur disconosciuta dai fogolaristi per carente democraticità. Un messaggio di saluto e partecipazione era giunto, inoltre, dai Signori di Prampero, prof. Pietro Enrico e dott.ssa Maria Santa de Carvalho. Tra le rappresentanze sociali convenute, oltre a quelle citate, si ricordano il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, il Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis”, il Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, il Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo, il Club per l’Unesco di Udine. Quasi totale l’oblio sulla stampa: oltre al blog sociale EuroAquileienses, solamente la testata online UdineToday pare aver pubblicato menzione dell’anniversario urbano, segno di gravissima negazione di un’informazione davvero imparzialmente aperta alle espressioni del territorio. “Volevamo che questo 796° anniversario dell’atto di fondazione urbana risalente al 13 settembre 1223 fosse banco di prova della diffusione di una coscienza civica radicata in ambito udinese e ancor prima della sincerità di un solidarismo associazionistico che abbiamo riscontrato a Udine inconsistente. Ne trarremo conclusioni adeguate, dopo decenni di dedizione alla causa di un territorio e di un popolo che risultano quanto meno scarsamente alfabetizzati in materia di cortesia e di opportunità di coesione e collaborazione. Siamo di fronte, insomma, al fallimento di una città, non di un mero manipolo di volenterosi snobbati dalle montanti superbia ed ignavia! Se noi mollassimo con le nostre militanti e assidue rimembranze storiche, militanti in senso civista, a Udine nessuno ci sostituirebbe negli stessi termini particolari. Della nostra assenza forse ben pochi si accorgerebbero, come oggi, del resto, della nostra presenza. C’è da chiedersi in ogni caso se il gioco valga la candela e soprattutto se abbia ancora senso spendersi tanto generosamente per una comunità che non risponde!” ha commentato amareggiato il prof. Travain. Tali conclusioni saranno note a breve.