Udine: “taube” Behörden?

CCU BORGO STAZIONE – Pressemitteilung (für die italienische Presse) – Udine (Weiden), 3 September 2020

BORGO STAZIONE” PROTESTA CONTRO I MANCATI RISCONTRI ISTITUZIONALI

Lo storico coordinamento civista del quartiere ferroviario udinese ricusa la presentazione dell’annuale “cahier de doléances” rionale, denunciando basilari carenze collaborative presso le Autorità preposte al governo del territorio.

A fronte di un mancato riscontro diretto, da parte delle Autorità, al documento annuale di raccolta delle istanze popolari tratte dal quartiere ferroviario di Udine, il conservatore del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, prof. Alberto Travain, decide, come atto simbolico di protesta, di non redigerne uno specifico per il 2020 ma di replicare quello relativo all’anno precedente, già in larghissima parte inascoltato e disatteso dalle Istituzioni. Il documento “Relazione periodica sullo stato di Borgo Stazione” o “Rps Borgo Stazione” è stato, quindi, ripubblicato nel numero unico culturale di settembre del Coordinamento in parola, uscito nel giorno del 17° anniversario del sodalizio, rimontando l’avvio dell’eccezione iniziativa civista di quel rione proprio al 1° settembre 2003, con l’avvio di fatto del vulcanico ed irriducibile comitato rionale che è ormai nella storia della città. Ecco, dunque, il testo introduttivo dell’Eco del Borgo Stazione di Udine 2020, a firma sempre dello stesso Travain ed intitolato “’Ricevuto’ cosa? Ripensare l’impegno civico ed il rapporto con le Istituzioni…”, titolo provocatoriamente richiamante le attestazioni di ricezione dei documenti presso gli Uffici pubblici. “’Ricevuto’? ‘Ricevuto’ cosa? Timbri e sigle quasi rassicuranti, quasi accoglienti, di ricezione di una ‘vox populi’ addomesticata in senso positivo, razionalizzata, tradotta su carta da presentarsi alla ‘sorestanzie’, come si dice o diceva in friulano. ‘Alla cortese attenzione di: Prefetto di Udine / Questore di Udine / Sindaco di Udine / c/o rispettive sedi istituzionali / Udine, 4 settembre 2019 / Oggetto: RPS BORGO STAZIONE 2019 in L’ECO DEL BORGO STAZIONE DI UDINE. / Spettabili Autorità, vogliano gradire e ben utilizzare il documento sociale di rilevazione delle criticità del quartiere storico ferroviario udinese, pubblicato nell’allegato numero unico informativo del sodalizio in firma. Con osservanza, Prof. Alberto Travain / Conservatore del Coordinamento Civico Udinese Borgo Stazione’. Questa la lettera accompagnatoria dell’ultimo annuale ‘cahier de doléances’ composto, sotto la sigla citata, in base ad istanze e suggerimenti, in merito alla pubblica gestione dell’area, raccolti in seno alla cittadinanza del rione di Udine sviluppatosi, sin dall’Ottocento, tra le porte urbiche medievali e la moderna Stazione dei treni. Lettera, dunque, alle Autorità, accompagnatoria della cosiddetta ‘Rps Borgo Stazione’ o ‘Relazione periodica sullo stato di Borgo Stazione’, inclusa in una sorta di ‘Bollettino Ufficiale’ popolare, a cura del suddetto Coordinamento, iniziativa avviata nel 2004 nello spirito di una cittadinanza veramente attiva e partecipante secondo quanto affermato dal comma 2 dell’articolo 4 della Costituzione della Repubblica: ‘Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società’. Nessun riscontro espresso. Qualche silente e fors’anche casuale convergenza, ma nessuna volontà manifesta di stabilire una relazione collaborativa palese tra istanza e iniziativa sociali ed Istituzioni preposte. C’è stato un moto, comunque circoscritto e seriore, di considerazione da parte del vicesindaco Michelini, a seguito, però, di specifica mobilitazione integrativa delle già avanzate e registrate istanze di maggiore cura dell’aspetto storico-ambientale relativo alla scenografica Via Ciconi. In conseguenza di civiche rimostranze presentate e reiterate a suo tempo in ordine al parcheggio indiscriminato nell’area verde di Porta Cussignacco, a ridosso dell’ex caserma dei Vigili del Fuoco, il Comune ha proceduto sommessamente a connotare di più con piante e con fiori l’aiola degradata a posteggio selvaggio, proprio di fronte alla sede cittadina della Protezione Civile. Il tutto senza alcun cenno, diplomaticamente sapiente, di riscontro diretto alle istanze avanzate. Ci si permette, a questo punto, da profani comunque non proprio disinformati, di segnalare qualche buona regola della politica oltreché chiaramente della cortesia istituzionale e sociale: dare civile, garbato, riscontro alla cittadinanza – e non solamente quando si concorda con le sue istanze al punto di esaudirle – anche attraverso quelle spontanee espressioni ed organizzazioni che se fanno liberali interpreti, ancorché prive, come del resto i novelli Consigli di Quartiere comunali, di formale delega democratica, oltre a consolidare una qualche affezione nei riguardi delle Istituzioni, può pagare anche elettoralmente, musica, questa, per una maggioranza che ha ‘preso’ il Comune soltanto per un pugno di voti! Agendo, invece, in direzione contraria, non si fa altro che approfondire il diffuso vallo di diffidenza e d’indifferenza tra cittadini e Amministrazione pubblica, frustrando, così, scioccamente le aspettative e, ancor peggio, le superstiti speranze sociali d’intravvedere una qualche timida metamorfosi positiva dell’italico andazzo cui oggi senz’altro non si sottrae, come invece un tempo, la Friulanità. Disattese istanze o, peggio ancor, prive di riscontro diretto, oltre a disconoscere la passione civica che le ha generate, non fanno altro che screditare, in un certo qual modo, agli occhi del popolo, i volenterosi che liberalmente si son fatti carico di rappresentarle al cospetto dell’Autorità, ingenerando, così, un circolo vizioso, recante naturale calo di autostima in seno al corpo civico ossia della fiducia di poter contare e di sentirsi considerati e apprezzati, come cittadini, nella gestione del proprio territorio oltre il quinquennale momento del voto, affrancando, dunque, più facilmente le Istituzioni e chi le governa da una cittadinanza attiva relegata ai margini delle scelte politiche-amministrative al punto oramai da giudicarsi inutili eventuali confronti preventivi tra popolo e Palazzo. Questo vale, naturalmente, più che altro per il Comune, storicamente inteso in Italia e anche, di fatto, a Udine, come realtà base della sovranità popolare. Per quanto concerne specificamente, poi, la materia della sicurezza ed in particolare della cosiddetta ‘sicurezza partecipata’, tanto richiamata in anni passati, anche a livello istituzionale, su suggestione del Coordinamento di Borgo Stazione, Prefettura e Questura certo dovrebbero costituire interlocutore privilegiato di ogni buon intento e contributo civico. Non si pretendono grandi cose, ma almeno uno spirito spontaneamente e sinceramente cordiale ed attento alla civica collaborazione, fatta senz’altro anche di suggerimenti, di istanze, di critiche quando le istanze, pur legittimamente, sono disattese. Non si ricordano note di ricezione, riconoscimento, di gradimento, da parte del Comune, della Questura, della Prefettura, l’anno scorso, al recapito, presso dette sedi, della casereccia ‘Relazione’ annuale ‘sullo stato di Borgo Stazione’. Non il minimo, diplomatico, cenno di manifesta considerazione per l’impegno profuso. A dire che cosa? Degrado dei costumi? Certo trattavasi di documento e iniziativa scomodi, perché indicanti nervi scoperti nella gestione del territorio comprensibilmente poco graditi ai relativi responsabili. ‘Si prende atto di quanto segnalato assicurando debite attenzione e considerazione’: ecco una diplomatica e garbata formula di riscontro, nemmeno troppo impegnativa, mancata del tutto, lo scorso anno, alla ricezione del documento sopra citato da parte delle Autorità sue specifiche destinatarie. La forma è sostanza. Che senso ha continuare ad impegnarsi nella redazione annuale di raccolte di istanze popolari relative ad un particolare rione cittadino per farne promemoria utili destinati ad uso delle Autorità variamente preposte al territorio, quando queste ultime nemmeno si curano di dare un cenno di riconoscimento a chi si impegna in tale direzione? Potrebbe aver senso qualora il documento, non considerato dalle Autorità, dovesse caricarsi del precipuo scopo di rappresentare una coordinata e distinta idea alternativa, sorta di manifesto ovvero di programma attorno al quale mobilitare le forze della comunità rionale… Solo pie illusioni che fanno a pugni con la realtà di un quartiere composito e diviso non meno di altri ed in cui, certo come altrove, civiche ignavia e viltà congiurano contro ogni moto d’iniziativa sociale. A dare il polso della situazione, a titolo di esempio, è bastata, lo scorso 18 agosto, la sperimentale, quasi provocatoria, affissione, nell’atrio di un condominio di Via Ciconi, di una locandina celebrativa del 190° genetliaco del buon vecchio Francesco Giuseppe, imperatore austriaco sotto il cui governo fu inaugurata la ferrovia ed avviato a sviluppo l’originario, vivace ed elegante, suburbio ferroviario, che per tanti lustri la città di Udine poté vantare: nessuna reazione, nessuna curiosità, nessun cenno di condivisione, nemmeno di avversione, ma la più totale apatia, indifferenza… Che vogliamo fare con un popolo simile, la cui visione non va oltre il naso e lo stretto ambito dei propri interessi e delle proprie miserie, accreditati, anzi nobilitati, nel quadro complessivo di un qualche documento di rilevazione socioculturale quale ‘Rps Borgo Stazione’? In attesa davvero di riflettere compiutamente su tanti dilemmi, per il 2020 ecco che si rinuncia a rinnovare l’impegno di redazione quell’atto morale consuntivo annuale, affidando alla spicciola mobilitazione le eventuali azioni utili a sollecitare interventi istituzionali conseguenti alla più varia casistica cui il domani vorrà richiamare. Si ripropone la vecchia ‘Relazione’ del 2019, in larghissima parte tutt’altro che superata dagli accadimenti. Ritirata? No. Cambiamento tattico, teso ovviamente ad ottimizzare l’impiego di tempi e risorse sempre più rari e sempre più preziosi…”. Copia del numero unico è stata prontamente recapitata in Prefettura, Questura e Comune.

L’ECO DEL BORGO STAZIONE DI UDINE 2020

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