Udine wants back its own Palio

20190122-1

ARENGUM/ARENGO/RENC press release (to the Italian press) – Udine, 22 January 2019

UDINE RIVUOLE IL SUO PALIO

L’assemblea popolare dell’Arengo invita il Comune a farsi carico di riavviare i ludi palieschi in città, intesi come “meccanismo generativo di sodalizi e comunità rionali”, quindi “a scopi identitari locali” oltreché “turistici internazionali”.

Titolare della Capitale del Friuli Storico ed erede morale della cosmopolita grande metropoli alpino-adriatica di Aquileia, la cittadinanza udinese riunita in arengo il ottobre 2018 presso la prestigiosa sede universitaria locale di Palazzo di Polcenigo o Garzolini di Toppo Wassermann esorta Sindaco, Giunta e Consiglio del Comune di Udine a provvedere affinché, nel tessuto socioculturale ed economico urbano, debba riavviarsi, con raccomandato criterio storico-identitario, quel meccanismo generativo di sodalizi e comunità rionali che, nella recente storia cittadina, si è rinnovato nei ludi palieschi, vantanti radici nella più remota vicenda locale e auspicabilmente da riconsiderarsi sia nei termini di competizione tradizionale equestre e pedestre, rivisitata nelle due fattispecie rispettivamente dalle manifestazioni Paliodonna e Palio di San Giorgio del 1994, sia nell’ipotesi culturale di una rassegna delle componenti e delle espressioni della società dei singoli quartieri coinvolti”. Ecco il testo dell’esortazione, votata all’unanimità il 1° ottobre 2018 dall’“Arengo” udinese contemporaneo ovvero l’assemblea della cittadinanza del capoluogo friulano istituita nel 1340 dal patriarca aquileiese Bertrando e rifondata nel 2015 per iniziativa associazionistica capeggiata dal Fogolâr Civic. La delibera assembleare, depositata ora, il 21 gennaio 2019, presso gli Uffici municipali, sotto il titolo di “esortazione in ordine a riproposizione dei ludi palieschi a Udine” (arengumutini011018.10.11.1), è stata frutto di una convergenza di proponimenti di cui forniscono testimonianza efficace i verbali della tradizionale tornata annuale del congresso civico. Aveva iniziato il “consigliere” uscente del “quintiere” di Mercatovecchio, lo storico Alfredo Maria Barbagallo, che aveva auspicato, da parte del Comune, “la promozione di un dibattito teso alla rinascita dell’iniziativa del Palio udinese fondata su basi autentiche, come da più parti sollecitato e segnatamente dal Fogolâr Civic, a scopi identitari locali e turistici internazionali”. Lo aveva incalzato il “segretario” dell’assise, prof. Alberto Travain, sostenendo l’intento di una “riproposizione dei ludi palieschi udinesi rigeneratori di spirito rionale” con un sollecito all’Amministrazione a “provvedere affinché, nel tessuto socioculturale ed economico cittadino, debba riavviarsi quel meccanismo generativo di sodalizi e comunità rionali che è stato, nella recente storia cittadina, il ludo paliesco, vantante radici nella più remota vicenda urbana e riproposto sino a inizio secolo dall’Associazione Manifestazioni Udinesi presieduta dall’avv. Piero Colle”. “Civico auspicio è senz’altro quello che una tale rigenerazione avvenga sotto l’egida o con il diretto intervento dell’Amministrazione comunale, interpellati e considerati debitamente i promotori storici della competizione” aveva concluso Travain, cittadino del “quintiere” di Grazzano. A sollecitare “che si tenga presente anche l’esperienza udinese del Palio pedestre di San Giorgio, negli anni ’90, e che ci si curi di evitare derive carnascialesche” era stata, poi, l’educatrice sig.ra Rosalba Meneghini, del medesimo “quintiere” grazzanese. Il “procuratore” alla presidenza dell’Assemblea, dott.ssa Maria Luisa Ranzato, del “quintiere” di Aquileia, aveva “caldeggiando l’idea di un Palio comprensivo delle diverse specialità, equestri e pedestri”. “Un rinnovato coinvolgimento delle realtà rionali anche in termini di sfilamento cerimoniale ma con sempre maggior criterio” era stato l’auspicio della sig.ra Iolanda Deana, “consigliera” di Grazzano il cui collega alla rappresentanza elettiva del rione, sig. Giuseppe Capoluongo, aveva, invece, nello specifico, caldeggiato “l’idea di un evento non in termini sportivo-agonistici, ma culturali, di esaltazione delle capacità popolari espresse dalle diverse categorie, in qualche modo rassegna della società”. E il prof. Travain aveva rimarcatocirca le rappresentanze rionali in costume storico integrate nelle più recenti riproposizioni del Palio udinese, la necessità civico-culturale non tanto di una generica fedeltà storica alle fogge di una certa epoca bensì alla vicenda ed alla struttura istituzionali e sociali dei contesti territoriali specifici richiamati”. E la dott.ssa Ranzato aveva ricordato “la particolare esperienza del Palio di Chioggia, terra d’origine della sua famiglia, manifestazione mobilitante davvero l’intera comunità”. Al termine del dibattito, il segretario prof. Travain aveva ricevuto delega di redazione in sintesi della materia trattata e votata.

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