Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 5 febbraio 2019
FORMALIZZATA LA SOSPENSIONE DELLE RELAZIONI TRA FOGOLÂR CIVIC E COMUNE DI UDINE
Denunciando mancata disponibilità ad un serio dialogo programmatico, il trentennale movimento civista “erede morale degli Zamberlani ossia i democratici populisti del Cinquecento locale” rompe i rapporti con l’Amministrazione del capoluogo storico friulano. Il casus belli: i nuovi Consigli di Quartiere “nominati”, non eletti dai cittadini.
“Signor Sindaco, essendo sinora mancato un serio dialogo programmatico ossia quella ‘verifica delle convergenze in materia civica e identitaria‘ tra Amministrazione municipale e Fogolâr Civic, che si richiedeva costruttivamente con nostra inevasa recapitata a Palazzo D’Aronco il 30 luglio 2018, con la presente, non senza amarezza, la Presidenza in firma va a formalizzare la sospensione delle relazioni di cortesia con l‘Amministrazione in parola, impossibilitata a contribuire validamente a un proficuo sviluppo dell’iniziativa amministrativa secondo linee di radicamento nella cultura storica democratica partecipativa oltreché di autocefalo raccordo internazionale caratterizzanti il trentennale impegno di promozione costituito dall’opera del movimento culturale civista locale. Con chiaro rammarico, prof. Alberto Travain, Coordinatore Generale ovvero ‘Çoc‘ del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico ‘Fogolâr Civic’”. Così, il 4 febbraio 2019, la Presidenza del fogolarismo udinese ha ufficializzato attraverso una lettera a Palazzo D’Aronco la “sospensione delle relazioni di cortesia tra Amministrazione municipale e Fogolâr Civic”. “C’era, un tempo, chi rimproverava al sindaco Honsell di non essere culturalmente friulano. Eppure quell’Honsell, per illuminata sua personale sensibilità, sapeva interpretare come nessun altro, nei tratti salienti, lo spirito civico rappresentato dalle tradizioni e dall’iniziativa del nostro movimento. Dalla friulanità ora del nuovo sindaco Fontanini ci si aspettava qualcosa di più, in termini di costruzione di percorsi condivisi. Invece, non solo, sinora, nulla di tutto questo, se non qualche cenno di attenzione all’inizio e un superficiale mantenimento di relazioni diplomatiche, ma il Comune sembra aver imboccato, maggioranze e opposizioni concordi, strade davvero divergenti rispetto alle linee storiche del Fogolâr Civic improntate a principi di promozione della partecipazione democratica, ingenuamente o furbescamente confusa oggi con un privatistico arruolamento di varie aderenze tra la cittadinanza a formare Consigli di Quartiere onorari ma potestativi, nominati dal Sindaco su indicazione di partitocrazia, associazionismo e singoli compiacenti. Quella è stata senz’altro la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per chi da trent’anni promuove una rivitalizzazione attualizzata degli istituti di democrazia della tradizione udinese e friulana tutto ciò è intollerabile e se vi fosse stato un rapporto effettivamente costruttivo con l’Amministrazione ciò sarebbe emerso costruttivamente nelle sedi opportune” ha commentato in una nota il leader del Fogolâr Civic, prof. Travain: “Non possiamo andare avanti a ‘fare le belle statuine’! Abbiamo sempre voluto essere eredi morali degli Zamberlani ossia i democratici populisti del Cinquecento udinese e friulano. Se il nostro scopo è quello di promuovere uno spirito civico difensivo, partecipativo, mobilitativo, radicato nelle migliori tradizioni locali, quindi contribuire ad affrancare la cittadinanza dallo stato di soggezione in parte incosciente in cui versa da lungi, non possiamo ovviamente acconciarci ad avallare simili indirizzi ed iniziative da parte di un Comune che in anni passati, senza gloria o infamia, ha anche saputo fare di meglio. Il vero problema è che il livello diffuso di educazione democratica a Udine pare, per usare un eufemismo, non propriamente eccellente, per cui ‘democrazia’ e ancor di più ‘partecipazione’ hanno accezioni varie e ben poco attinenti agli standard concettuali della cultura occidentale. Bisognerà ripartire da zero…”.