Under the lime trees of Friulian democracy

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FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 4 April 2019

FESTA DEL FRIULI RICORDANDO A UDINE LA PERDUTA DEMOCRAZIA DEI BORGHI

Fogolâr Civic in visita ai tigli piantumati nel 2001 dal compianto sodale Ermes Candido per ricordare le tradizioni repubblicane delle antiche cittadinanze rionali della Capitale del Friuli Storico. Il presidente prof. Travain: “Ripartire da lì per rifondare una Udine ed un Friuli democratici davvero!”.

Non è un pesce d’aprile” ha scherzato il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico Fogolâr Civic”, prof. Alberto Travain, quando il 1° aprile 2019 ha dato appuntamento ai fedelissimi del gruppo presso il tiglio udinese del “Borc disore” o dei Borghi Superiori, piantumato nel 2001 al giardino McBride di Via San Daniele, lungo la circonvallazione esterna alle antiche mura, a cura dell’indimenticato sodale Ermes Silvano Candido, scomparso proprio dieci anni or sono e quindi ricordato con particolare intenzione. “Fu la ducale Contarini del 1532 a fissare al 1° aprile, per tutti borghi udinesi, la data d’insediamento del governo rionale eletto dai capifamiglia. Ecco, perché, nel 2001, proponemmo quella scadenza come anniversario storico-civico deputato alla riflessione sulle tradizioni di repubblicanesimo delle antiche ville aggregate alla città nel corso dei secoli, sino a rimontare all’iniziativa del celeberrimo Patriarca Bertrando. Una sorta di ‘Giorno dei Borghi Udinesi’ decretato dalla Storia: questo volevamo e per questo, il 1° aprile 2001, piantumammo, nei rispettivi territori storici, cinque tigli – l’albero delle vicinie e delle nostre democrazie antiche – a ricordo dei cinque Comuni rustici in passato ammessi nella cerchia urbana. Oggi riproponiamo quel ricordo storico rinnovando la ricognizione delle piante sopravvissute, a diciotto anni dall’iniziativa. Ed incominciano proprio da quel tiglio dedicato ai Borghi Superiori ossia alla passata compagine dei rioni di Cascanan ovvero Castellano, Gemona, San Lazzaro, Santa Lucia, Santa Maria e Villalta, antica federazione di comunità rurali, gelosissime delle proprie tradizionali libertà. Seguiranno, nel mese di aprile, altre tappe presso i tigli superstiti!”. Così Travain, che si è soffermato, poi, molto sul significato attuale di tale rito commemorativo: “Siamo a ricordare il tempo in cui a Udine i governi rionali erano votati da assemblee democratiche, non nominati, come oggi, dal capo della città. Se il leggendario Patriarca Bertrando, nel Medioevo, dovette ammettere e rispettare le autonomie repubblicane dei villaggi che venne aggregando al centro urbano e al suo Comune e se queste, in un certo qual modo, dovettero poter rivivere nelle Circoscrizioni municipali del Secondo Novecento, oggi si procede in direzione opposta. Nominando direttamente i Consigli di quartiere udinesi, l‘Amministrazione Fontanini, ora, fa l’esatto contrario del grande Bertrando, sottraendo alla cittadinanza rionale il diritto storico di eleggere le proprie specifiche rappresentanze! Ecco il valore attuale della commemorazione odierna, di fatto quasi ad introdurre le celebrazioni della prossima Festa della Patria del Friuli, antica culla di uno straordinario repubblicanesimo autonomista. Ebbene, è così che il Fogolâr Civic, quest’anno, desidera festeggiare quella ricorrenza: riproponendo nell’attualità la lezione democratica dei borghi storici dell’antica capitale friulana, quale fonte d’ispirazione per il presente e come etico antemurale contro iniziative antidemocratiche!”. “In concetto, questo, da ribadire sempre” ha detto il cameraro del riformato Arengo di Udine, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, massima autorità morale elettiva del civismo cittadino, nonché presidente del Club per l’Unesco di Udine e priore nazionale del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo: “È inaccettabile che si ripristino le rappresentanze civiche rionali e che le si sottragga al voto popolare. Ciò è avvenuto, in pratica, senza incontrare seria resistenza, in una logica di spartizione tra maggioranze e opposizioni comunali, coinvolgente, in parte, anche settori dell’associazionismo. Ciò è potuto avvenire perché tanta gente non conosce e non riconosce le tradizioni di democrazia di questa città e, non di rado, nemmeno ha nozione di che cosa sia la democrazia stessa: per cui si cade nel mediocre pragmatismo del lasciar fare, che diventa ovvero che può essere interpretato come tacito consenso! Da qui, l’importanza testimoniale, nell’attualità, di queste commemorazioni storiche evocanti esempi del passato!”. È, poi, intervenuta la consigliera arengaria locale del “quintiere” di Gemona, prof.ssa Luisa Faraci, seguita dal priore sig. Giuseppe Capoluongo, dell’antica Confraternita del Santissimo Crocefisso di Udine, che ha portato ad esempio anche le tradizioni di autodeterminazione sociale riscontrabili alle radici della sua stessa organizzazione. Intervenute anche le cittadine sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Milvia Cuttini, sig.ra Renata Marcuzzi e sig.ra Paola Taglialegne, fedeli attiviste del Fogolâr Civic. Presenti, infine, rappresentanze del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” e del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”.

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