VENERDÌ 23 GENNAIO 2015

“Affinché sussistano i popoli autoctoni devono persistere le condizioni che permettono loro di perdurare e di identificarsi. Tali condizioni sono individuabili fondamentalmente nelle peculiarità culturali, non ultima una lingua specifica. In Europa, area di plurimillenario e sovente fitto popolamento, per sussistere, tali popoli, non potendo isolarsi, sono costretti a crearsi uno ‘spazio vitale’ fondato sulla condivisione della loro cultura con il crescente numero di allogeni, per cui facilmente sono destinati sul piano etnico a sparire o a fondersi mentre culturalmente possono ambire, in certe situazioni, addirittura ad estendersi”: ecco in traduzione l’apertura dell’intervento in lingua friulana del prof. Alberto Travain, Coordinatore Generale del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” nonché Consulente del Club UNESCO di Udine per la Formazione Civica e la Cittadinanza Attiva, nell’ambito dell’incontro pubblico dedicato alla “Giornata Internazionale dei Popoli Autoctoni” tenutosi venerdì 23 gennaio 2015 presso la Biblioteca Civica “Don Gilberto Pressacco” di Codroipo, per iniziativa del Club UNESCO di Udine, con il patrocinio della locale Amministrazione comunale e la collaborazione del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme. In quel suo intervento, molto applaudito, intitolato “Furlan, lenghe di une tiere e no di une int” (Friulano, lingua territoriale e non etnica), il presidente del Fogolâr Civic ha sottolineato l’importanza della lingua autoctona come strumento di autoidentificazione ma anche il “tradiment” ovvero il montante, volontario ripudio della propria lingua originaria da parte del popolo nativo del Friuli ladino. “Il fatto che il 65% delle famiglie della “Furlanie” storica optino ancora per l’insegnamento del friulano a scuola non significa affatto automaticamente che il 65% della popolazione usi il friulano correntemente come lingua sociale” ha detto Travain, richiamando alle rispettive responsabilità politici, Istituzioni preposte alla tutela e gente comune. “La comunità autoctona ladina del Friuli o riprende coscienza di sé – del valore dei suoi simboli, della sua cultura – trasmettendola alle nuove generazioni e condividendola con i ‘foresti’ di più o meno recente approdo o volontariamente scomparirà!” ha concluso il leader del Fogolâr Civic che riprendendo anche una riflessione dello storico udinese Renzo Moreale, intervenuto al dibattito, ha voluto rimarcare l’importanza innanzitutto della trasmissione di un immaginario ovvero di un “orgoglio” identitario suadente, fondato sulla conoscenza della storia e dei miti “edificanti”, civili, culturali, spirituali, dell’ultramillenaria “nazione” friulana, contenuto ideale, “produttivo”, “visionario”, da associare a una lingua altrimenti priva di richiami eccezionalmente allettanti. Al termine dell’incontro, una delegazione del Movimento composta dal consigliere del Friuli Centrale, tenore Gianfranco Savorgnan, e dal vessillifero generale, sig. Gianfranco Passone, ha consegnato l’annuario sociale 2014 al presidente del Club UNESCO di Udine, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, quale atto di stima e auspicio di sempre rinnovata e proficua collaborazione. La rappresentanza del Fogolâr Civic si è poi intrattenuta costruttivamente in particolare con promotore dell’incontro pubblico, sig. Enzo Faidutti.

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