VENERDÌ 26 GIUGNO 2015

“Signor Presidente, anche per chi, come il sodalizio in firma, ha svolto sinora un liberale servizio alla comunità mai travalicando i rigorosi limiti di un’espressione puramente culturale, oggi non è più possibile evitare di prendere posizione in campo politico poiché politica a questo punto è oggettivamente l’emergenza del Paese: pare che si sia giunti a imporre al Parlamento una riforma scolastica con il ricatto di un’eventuale mancata assunzione di 100.000 precari del settore, assunzione disposta dalla normativa eurocomunitaria e spacciata, invece, come graziosa concessione governativa! Evitando complesse valutazioni di merito sul ddl approdato alle Camere eppure esercitando statutariamente una peculiare ‘difesa dei diritti e degli interessi degli studenti friulani’, diritti e interessi condivisi da un secolo e mezzo con i loro omologhi di tutta Italia e garantiti, per tradizione e per logica, da una scuola pubblica dotata innanzitutto di senso dello Stato e basata su certezza delle regole e non su perniciose discrezionalità, il sodalizio in firma ritiene non soltanto dovere civico quello di denunciare come tiranniche certe pratiche di governo correnti ma si associa prontamente al numero di coloro che rispettosamente avranno osato invitarLa per quanto possibile a una vigilanza sempre più serrata sugli sviluppi delle dinamiche democratiche in seno al Paese. A questo punto, civicamente, anche il sodalizio in parola non potrà esimersi dal contribuire nel modo più confacente e incisivo a sviluppare sul territorio quegli anticorpi culturali che paiono necessari a preservare il popolo italiano da ulteriori sciagure”. Glielo hanno scritto in italiano e in “marilenghe” al presidente Mattarella quelli del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” che certi metodi del governo Renzi sono tirannide pura. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e perdere le staffe allo storico sodalizio nato in seno all’Università di Udine e impegnato sin dalle sue origini segnatamente nella formazione identitaria civica della cittadinanza prendendo le mosse dalla realtà locale? Il condizionamento della dovuta assunzione di personale precario all’approvazione della controversa riforma scolastica promossa dal premier il quale, nei fatti, ha invitato il Parlamento a ingoiare il rospo e a votare il suo disegno di scuola piuttosto che farsi responsabile del rifiuto ad ammettere in ruolo 100.000 insegnanti! Nella missiva indirizzata al Quirinale, a firma del presidente dell’Academie dal Friûl, prof. Alberto Travain, e del consigliere sociale ad hoc, prof.ssa Fulvia Romanello, detto sodalizio ha richiamato rispettosamente il Capo dello Stato alla necessità di un presidio sempre più attento della situazione in cui versa oggi la democrazia in Italia: non foss’altro che per le sue ricadute anche in terra friulana, da circa un secolo e mezzo parte di quel medesimo Paese. Non basta: “l’Academie dal Friûl scende in campo – afferma il presidente Travain – e si schiera culturamente sul territorio contro il Governo a favore di radicali riforme scolastiche che restituiscano ad uno Stato davvero democratico o ad Ente politico affine la responsabilità diretta della gestione della Scuola pubblica divenuta oggi una ‘Babilonia’ di rivendicazioni contrapposte!”. Sulla stessa linea già da tempo si muove il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, di cui l’Academie dal Friûl costituisce antica e nobile branca autonoma.

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