VENERDÌ 7 OTTOBRE 2016

Venerdì 7 ottobre 2016, a fronte della rimozione per ordine del sindaco dello striscione rivendicativo di verità per il Caso Regeni dalla facciata del municipio di Trieste, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e il Club per l’Unesco di Udine, a mezzo lettera formale, “disconoscono moralmente il sig. Dipiazza dal ruolo di primo cittadino del capoluogo regionale”.

COMUNICATO sociale alla stampa italiana – Udine, 8.X.2016

Dopo la rimozione dello striscione Regeni dal palazzo comunale triestino per espresso ordine del sindaco, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” ai quali si associa anche il Club per l’Unesco di Udine disconoscono moralmente il sig. Dipiazza dal ruolo di primo cittadino del capoluogo regionale e si appellano, con una lettera, al vice Pierpaolo Roberti, affinché si ripristini lo status quo. Eccone il testo. “Pregiatissimo, dolenti di non poter ora culturalmente più riconoscere il sig. Dipiazza nel ruolo morale di rappresentante della città capoluogo del Friuli Venezia Giulia, parendo egli avere davvero offeso i più basilari sentimenti patriottici e umanitari delle genti forogiuliane con la rimozione dello striscione rivendicativo della verità sull’assassinio del valorosissimo corregionale Giulio Regeni da Fiumicello, al vicesindaco della bella Trieste, assunto idealmente, quindi, quale massimo interlocutore istituzionale della comunità tergestina, i sodalizi in firma, parte non infima della società civile di questa composita regione, si appellano sinceramente affinché egli promuova un ravvedimento in seno al governo municipale e si giunga a un ripristino per lo meno dello status quo ante, restituendo alla città e al territorio quell’onore che improvvisamente, causa quel gesto sconsiderato, sembrano aver perso agli occhi di tanti cittadini d’Italia e non solo”. Il giorno prima le suddette organizzazioni avevano cortesemente inviato a Dipiazza un sollecito ad evitare iniziative “inopportune, inqualificabili e tendenti a destituire la città del suo ruolo morale di capoluogo della regione di cui il valoroso Giulio Regeni era prezioso figlio”.

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