Vinars ai 8 di Avrîl 2016, trops dal moviment civic culturâl alpin-adriatic dal Fogolâr Civic e dal circul universitari furlan de Academie dal Friûl, dâts dongje li dal storic Cafè Zecchini di Place dai Grans a Udin, a àn firmât un apel par clamâ i citadins a vuardâsi di chei che a soflin la int di no lâ a votâ ai referendum che a domandin un quorum par jessi valits.
NOTIZIE sociâl pe stampe taliane – Udin, 9.IV.2016
Il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” hanno sottoscritto a Udine, venerdì 8 aprile 2016, un invito alla cittadinanza a guardarsi da chi promuove sciaguratamente l’astensione dalle urne in occasione di consultazioni referendarie richiedenti, pena l’invalidità, il raggiungimento di un quorum di votanti: ciò segnatamente anche in relazione al referendum popolare italiano in programma il 17 aprile dell’anno corrente. Ecco il testo dell’appello intitolato “I cittadini veri non disertano i referendum!”: “Sui temi di un referendum ci si confronta democraticamente, con un ‘sì’ o con un ‘no’, oppure consegnando scheda bianca o nulla: certamente non restando a casa per invalidare, quale che sia, l’espressione di chi è andato alle urne, impedendo il raggiungimento del necessario quorum ossia del numero minimo di votanti affinché il responso risulti valido. In regime di democrazia invitare il popolo a non partecipare a una consultazione referendaria è culturalmente cosa intollerabile e legalmente andrebbe vietata. Il quorum sarebbe ancor meglio abolirlo ossia impedire a chi non si reca ai seggi d’invalidare la legittima espressione di chi lo fa; ma al momento il quorum esiste e chi si appella all’astensione pare, in modo eclatante e scandaloso, invitare al disprezzo del voto e, in un certo qual modo, della stessa sovranità popolare. Chi invita a disertare le urne in caso di referendum diseduca alla democrazia! Cittadini, attenti! Non prestate orecchio e allo stesso tempo non dimenticate chi osa invitarvi al disprezzo della partecipazione! È senz’altro vero che in anni passati non si è mancato di ripudiare il voto del popolo, ma lo è altrettanto che se quel popolo si lascia manovrare al punto di calpestare l’istituzione del referendum, l’unica ancora in cui il voto popolare dovrebbe avere un valore diretto, la democrazia non esiste più e, a settant’anni dall’istituzione in Italia della Repubblica, retrocediamo ufficialmente tutti al rango di – compiacenti, talvolta, e meschini – sudditi. Un appello all’orgoglio del cittadino ancora degno di tale nome!”. Per la cronaca, il documento socioculturale simbolicamente reca dodici firme, numero base dei consessi civici della tradizione, ovverosia quella del presidente dei due sodalizi, prof. Alberto Travain, e di un campione di undici sodali tra i più attivi del movimento (Alfredo Maria Barbagallo, Renata Capria D’Aronco, Jole Deana, Maurizio Di Fant, Carlo Alberto Lenoci, Antonietta Menossi, Eugenio Pidutti, Maria Luisa Ranzato, Gianfranco Savorgnan, Mirella Valzacchi, Gianna Zuccolo).