VINARS AI 9 DI DICEMBAR 2016

Vinars ai 9 di Dicembar 2016 e je stade la volte numar 14 che si à rignuvît a Udin la Libare Fieste dal Citadin FVJ, tal inovâl de Pretension de Contadinance dal Friûl, inmaneade dal moviment civic culturâl alpin-adriatic dal Fogolâr Civic e po dal circul universitari furlan de Academie dal Friûl dutune cul Club Unesco di Udin e l’istitût dal Galon Turchin provinciâl, cuntune dediche particolâr, par cure dal Grup Teatri Poesie e Musiche, a William Shakespeare, Cjantôr inglês miscliçât in mil mûts cu la tiere furlane e la sô liende cosmiche, pai 400 agns che al è muart.

NOTIZIE sociâl pe stampe taliane – Udin, 11.XII.2016

Al mattino aveva già destato la curiosità di tanti passanti il grande tricolore blu-bianco-giallo esposto alla Scala di Mercatovecchio, presso la Loggia del Lionello a Udine, la stessa che nel 1503 accolse le delegazioni del contado impetranti un controparlamento popolare da opporre allo strapotere delle classi dirigenti del Friuli. Sul tutto, una piccola insegna con il motto “Verità per Giulio Regeni”, “richiamo doveroso, ancor più nella ricorrenza in cui si celebra l’orgoglio civico regionale e le plurisecolari battaglie del popolo di questa terra, irreparabilmente offeso dall’oltraggio a quel benemerito suo giovane figlio” aveva detto il prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic, alle rappresentanze sociali che ogni anno s’incontrano in quello stesso luogo, nella data del 9 dicembre, per ricordare l’anniversario della Rivendicazione della Contadinanza del Friuli, straordinario organismo di controllo civico sul governo del territorio, peculiare vanto e contributo locale alla storia universale della democrazia. Era iniziata così, venerdì 9 dicembre 2016, la 14^ Libera Festa del Cittadino FVG, organizzata dal Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” nonché dal Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, assieme al Club per l’Unesco di Udine e all’Istituto del Nastro Azzurro provinciale, evento spontaneo culminato poi, nel pomeriggio, a Palazzo di Polcenigo o Garzolini di Toppo Wassermann, nella prestigiosa Sala del Consiglio della Scuola Superiore dell’Università friulana, con il conferimento di tradizionale dedica sociale alla classe di cittadinanza neomaggiorenne e, quest’anno, anche con un omaggio particolare, a quattro secoli dalla scomparsa, al sommo letterato inglese William Shakespeare, variamente associato alla realtà friulana, di cui sommamente ebbe a immortalare miti universali e la stessa tragedia del locale “padre della patria”, Giulio Cesare. Nella ricorrenza deputata dal più attivo civismo culturale udinese alla spontanea celebrazione dell’orgoglio civico regionale a ricordo della più eccezionale e rivoluzionaria istituzione politica della storia friulana, riedizione moderna, rinascimentale, di quel tribunato della plebe dell’Urbe che il “Padre Giulio” difese a suo tempo dal prepotente senato romano, in uno sfarzoso salone, memoria di quel Friuli patrizio dell’Ancien Regime contro cui si rivolsero i contadini nel lontano 1503, si è rinnovata l’annuale dedica alla civica maturità dei diciottenni “foroiulienses” attraverso il dono di un fazzoletto benaugurale, opera dell’artista Roberta Masetti, liberale tributo della cittadinanza ad un esponente dei neomaggiorenni del territorio, nella fattispecie, per il 2016, il liceale Carlo Alberto Moretti da Colloredo di Monte Albano, sin dalla più tenera età distintosi per il suo amore verso le tradizioni della Piccola Patria. Già in mattinata lo stesso studente era intervenuto all’incontro sociale presso la Scala di Mercatovecchio, accolto dalle insegne di tutte sezioni del movimento civico “fogolarista”. Solennemente letta la dedica da un giovanissimo alunno in “praetexta”, l’udinese Riccardo Cutrino, indossante la fascia purpurea dei minorenni secondo l’antico costume latino, e sfilata la stessa di dosso al cittadino “pleno iure” novello, il prof. Travain, capofila dei promotori dell’iniziativa, ha posto al collo del “coscrit” l’artistico foulard succitato in luogo della classica “toga virilis”, mentre in ideale rappresentanza della cittadinanza udinese riunita in arengo, i due procuratori popolari, dott.ssa Maria Luisa Ranzato e arch. Amerigo Cherici, si sono per primi congratulati con il diciottenne, che ha ricevuto anche gli onori civici a bandiere chine da parte del mondo associazionistico convenuto. In tale occasione, proficui auspici per il futuro della classe civica neomaggiorenne sono stati formulati, oltreché dal prof. Travain, leader di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, anche in particolare dai presidenti del Club per l’Unesco di Udine, prof.ssa Renata D’Aronco, dell’Istituto del Nastro Azzurro provinciale, geom. Sergio Bertini, del Gruppo Folcloristico “Stelutis di Udin”, sig.ra Elena Sione, dell’Associazione Friulana Donatori di Sangue – Sezione di Udine Rizzi, sig. Valter Stella. A conclusione del rito sociale, un indirizzo di saluto in friulano ed esperanto, sigla culturale di civiltà locale e globale, è stato portato dal noto esperantista ing. Manuel Rovere. Il diciottenne ha voluto esprimere quindi con un proprio intervento la gratitudine per l’accoglienza e gli auguri formulatigli, ricordando di aver presenziato sin da ragazzino alle cerimonie del Fogolâr Civic dedicate ai “coscritti” e di aver lungamente atteso il suo turno, finalmente arrivato. Il neomaggiorenne colloretano, ex valido alunno del prof. Travain, ha ricevuto inoltre in dono copia di memoriale di una sarta della vecchia Udine, la sig.ra Mirella Valzacchi, vivida testimonianza di tradizioni di civiltà urbana del capoluogo storico friulano. Tra le convenute rappresentanze, presenti tutte le delegazioni territoriali del Fogolâr Civic con le rispettive insegne affidate agli alfieri popolari geom. Sergio Bertini e signore Marisa Celotti, Milvia Cuttini, Jolanda Deana e Gianna Zuccolo. “Omaggio civico a William Shakespeare nella Capitale del Friuli Storico”. Sugli sfondi classici dello sfarzoso salone d’onore della dimora udinese dei potenti nobili di Polcenigo, sotto il patronato delle presidenze di Fogolâr Civic, Academie dal Friûl e Club per l’Unesco di Udine, grazie alla pronta ospitalità dell’Ateneo friulano, ha dunque avuto luogo, nella cornice della Libera Festa del Cittadino FVG 2016, un particolare evento culturale proposto dal “Gruppo Teatro Poesia e Musica” a quattro secoli dalla scomparsa del Bardo, con riproposizione della celeberrima orazione funebre di Marco Antonio in morte di Cesare per le cure dell’attore isontino Bruno Tofful e selezione di sonetti shakespeariani presentata dall’intellettuale, poeta e saggista goriziano Alberto Princis. “La parola deve essere convincente senza essere ingannatrice”: così, riportando anche le convinzioni di un noto intellettuale suo concittadino della Belle Époque, Carlo Michelstädter, lo stesso Princis ha richiamato fondamentalmente l’attenzione sull’uso magistrale della lingua nella straordinaria opera del sommo Cigno dell’Avon. Attivamente partecipato dal pubblico in sala, trasformato in plebe romana tumultuante, il travolgente discorso di Antonio, declamato dal Tofful con ai piedi la medesima toga “insanguinata” di rose rosse su cui ogni anno, dal 2008, alle Idi di Marzo, a Cividale del Friuli, nucleo cesariano della regione, le scolaresche del territorio lanciano gli stessi fiori in omaggio al padre eponimo, fondatore di un Forum Iulii, crocevia di lingue, culture e popoli nel cuore d’Europa. Dopo aver espresso vivo apprezzamento per la pregnanza e la resa linguistiche dei testi shakespeariani proposti dal poeta Princis, il prof. Travain ha voluto sottolineare i sentimenti “filocesariani” con cui gran parte dell’uditorio e certamente le rappresentanze dei suoi sodalizi hanno culturalmente accolto la valida declamazione dell’orazione di Marco Antonio a cura dell’attore Bruno Tofful: “Pur intrisi di cultura celtica, i Friulani o ‘Foroiulienses’ sul piano civico sono nati Romani ossia cittadini locali del mondo per espressa iniziativa di Cesare. E sono nati Europei, sintesi dell’Europa, perché cittadini di un foro commerciale a lui intitolato al crocevia del Continente. Con i suoi pregi e con i suoi difetti, un padre – anche un ‘padre della patria’ – rimane tale, per cui è doveroso farne memoria. ‘Così sia per Cesare’ di cui certamente qui nessuno celebra i fasti guerreschi del conquistatore criminale bensì i significativi provvedimenti tesi al bene comune della sua nazione ed in particolare dei suoi concittadini più tartassati e diseredati”. A queste parole del presidente prof. Travain ha dato riscontro l’intellettuale romano Alfredo Maria Barbagallo, eminente sodale del Fogolâr Civic: “davvero commosso, idealmente desidero rappresentarvi, come cittadino dell’Urbe, l’abbraccio della mia città per l’affetto e la vicinanza espressi in questa straordinaria serata nei confronti di una storia che ci lega tanto profondamente. Ancor oggi il popolo romano assume come propria legge suprema ciò che gli detta il suo cuore, quindi quest’abbraccio è davvero veritiero”. Immancabile, a chiusura dell’incontro, pienamente in tema di gioventù e di valori civili, l’omaggio alla memoria di Giulio Regeni che il prof. Travain ha additato come indimenticabile “eroe cosmopolita, civico vanto dell’agro aquileiese, della terra friulana e dell’intero Friuli Venezia Giulia, offesi imperdonabilmente dal suo barbaro assassinio in Egitto”, sui cui carnefici e loro complici – ha tuonato il presidente di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl – “cali esemplarmente ed implacabilmente la scure dell’umana giustizia!”. Oltre all’ipotesi di una sua origine friulana e al fatto di avere immortalato così magistralmente la tragedia del padre del Forum Iulii, va ricordato che William Shakespeare diede celebrità anche alla più drammatica storia d’amore e morte della cultura occidentale, vissuta proprio in una Patria del Friuli dilaniata dalle faide e dalle lotte civili, proprio quelle che approdarono alla costituzione dell’eccezionale “controparlamento” rinascimentale della Contadinanza. Ma alla vicenda di Romeo e Giulietta, l’evento in parola non ha voluto dedicare alcun cenno, ciò per volontà degli organizzatori, quale palese atto di protesta contro un mondo istituzionale giudicato insufficientemente attento e propulsivo in termini di promozione di una vicenda storica friulana alla quale validi associazionismo e società culturale da tempo liberalmente già dedicano un serio impegno di valorizzazione.

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