Who remembers the eighth centenary of the Friulian Parliament?

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 16 September 2019

DIMENTICATI DA ISTITUZIONI E CULTURA UFFICIALE GLI 800 ANNI DEL CELEBERRIMO PARLAMENTO DELLA “PATRIA” FRIULANA

E il Fogolâr Civic chiede che lo stemma del suo più grande legislatore venga sottratto all’anonimato vergognosamente impostogli dai Civici Musei udinesi e collocato onorevolmente all’ingresso o all’interno della storica seppur tarda aula parlamentare della Friulanità.

“Autorità, ottocento anni or sono, il 15 settembre 1219, scoppiava la grande rivolta feudale contro il dominio dei Patriarchi di Aquileia che avrebbe condotto all’istituzione del Parlamento della Patria del Friuli, prima matura assemblea politica regionale del Continente, usa a riunirsi, per lunghi secoli, in cima all’acropoli udinese, cuore della Friulanità. In omaggio a quell’originale storia repubblicana innestata sul mondo feudale, si chiede onorevole collocazione all’ingresso o all’interno della pur tarda aula parlamentare, d’età veneziana, del blasone lapideo del patriarca medievale aquileiese Marquardo di Randeck, incredibilmente consegnato all’oblio nella cosiddetta Sala degli Stemmi presso i Civici Musei del Castello, sebbene memoria significativa del massimo legislatore che poté siglare la maggiore gloria del consesso territoriale concepito otto secoli fa: le Costituzioni della Patria del Friuli. Sarà questo un modo per richiamare il sovente ignaro visitatore – certamente con adeguato corredo didascalico, anche, se possibile, in tutte le lingue di quello che fu il mitteleuropeo Patriarcato aquileiese – all’eccezionale vicenda delle origini di quell’assise e di quella comunità politica che poté vivere, al crocevia dell’Europa, un’inedita e vivacissima stagione di libertà autodeterminata. Non si tratterebbe, quindi, soltanto di restituire dignità ad uno stemma esposto al pubblico in maniera anonima ed offensiva della sua rilevanza storico-politica e culturale, ma di recuperare, in qualche modo, a suo mezzo, un valore che sia percettibile e fruibile da tutti in ordine a una Sala del Parlamento altrimenti ridotta a variopinto scrigno di una provincia autonoma della Serenissima, senza alcun riferimento alla grande esperienza ‘de facto’ federalista, indipendentista e anche europeista di quella Patria del Friuli patriarchino che costituì il nucleo dello Stato medievale intitolato alla prima metropoli della Mitteleuropa, la Madre Aquileia, la cui figlia Udine ha sinora dimenticato perfino di celebrare, quest’anno, istituzionalmente i ventidue secoli della fondazione… Vogliamo confidare nella debita attenzione e in un’azione conseguente e coerente?” questo il testo della lettera firmata dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” prof. Alberto Travain e rappresentanze sociali astanti domenica 15 settembre 2019 nella Sala degli Stemmi del Castello di Udine ed indirizzata all’attenzione di Sindaco, Giunta e Consiglio del capoluogo friulano in occasione dell’VIII centenario della concezione ovvero della genesi del Parlamento del Friuli. In tale importante scadenza storica, assolutamente dimenticata dal mondo della politica e della cultura locali e regionali, le cinque bandiere commemorative della Friulanità caduta per la patria nel corso dei secoli e dei millenni, in dotazione al Fogolâr Civic, hanno reso omaggio, nella suddetta sala, al ricordo dei protagonisti di quelle lontane vicissitudini approdate all’istituzione dell’assemblea parlamentare friulana: da un lato, il patriarca aquileiese Bertoldo e seguaci; dall’altro, le dieci casate di Buttrio, Caporiacco, Castellerio, Castello, Fontanabona, Polcenigo, Savorgnano, Solimbergo, Strassoldo e Villalta. Vicissitudini in cui la leggenda ha persino innestato una versione friulana dell’antica fiaba della Bella Addormentata! Il picchetto d’onore fogolarista alla cerimonia commemorativa è risultato composto dalle attiviste maestra Manuela Bondio, sig.ra Milvia Cuttini, sig.ra Renata Marcuzzi, sig.ra Paola Taglialegne, sig.ra Mirella Valzacchi, guidate dalla segretaria sig.ra Iolanda Deana e dalla capo servizio cerimoniale sig.ra Marisa Celotti, attornianti il cameraro dell’Arengo popolare udinese riformato, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, massima autorità elettiva della società civile locale, oltreché priore nazionale del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo e presidente del Club per l’Unesco di Udine. Il presidente del Fogolâr Civic, oltreché del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” – il quale anche, ironicamente e provocatoriamente, si è rivolto, durante il suo discorso di rimembranza, alle singole realtà istituzionali e sociali invitate e assenti ingiustificate – ha sottolineato l’importanza civile nonché turistico-culturale di degno e permanente richiamo alle straordinarie memorie politiche territoriali di cui il Castello udinese è custode. “È semplicemente vergognosa l’oggettiva carenza ovvero l’assenza di apparati didascalici atti a svolgere in modo efficace un servizio diffuso di utile comunicazione delle informazioni e dei significati connessi a talune importanti testimonianze storico-culturali in consegna ai Civici Musei castellani. Basti l’inqualificabile vicenda del richiamato blasone del patriarca Marquardo di Randeck, il grande legislatore dell’antica Patria del Friuli, condannato all’oblio da chi regge l’Istituzione museale cittadina e dimenticato anche dalla politica e dalla cultura benpensanti al punto che sinora nessuno tra gli amministratori ed i grandi nomi, si fa per dire, del gotha accademico e filologico orbitante su Udine si è mostrato in grado e volontà d’intervenire sull’inaudito scempio della memoria che da decenni impunemente si compie in cima al colle di Attila!”. Parole dure ma assolutamente fondate, quelle del prof. Travain, cui ha fatto seguito l’intervento della summenzionata prof.ssa Capria D’Aronco, la quale, nell’elogiare il personale e generoso impegno del leader fogolarista nel salvaguardare e nel riproporre nell’attualità memorie storiche capitali del territorio incredibilmente cancellate dall’agenda corrente della politica e della cultura istituzionalizzata e prezzolata, ha ribadito l’importanza morale e didattica della rimembranza delle antiche gesta e di chi le compì pur in secoli lontani.

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