Za fa 683 agns, la bataie di Braulins sul incrôs de Europe

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 25 Avost 2019

NEL GIORNO DI BRAGOLINO IL CIVISMO UDINESE HA RIFLETTUTO SULLA “GUERRA GIUSTA”

Nell’anniversario della più famosa battaglia della storia medievale friulana, il Fogolâr Civic si è ritrovato attorno al cimelio della bandiera patriarchina conservata a Udine, nel museo della cattedrale, dove si è tenuto oltretutto un momento pregnante di riflessione sulla legittimità dei conflitti. Critiche dal presidente fogolarista prof. Travain ad Istituzioni ed associazionismo culturale del Friuli Venezia Giulia per la mancata celebrazione diffusa dei 2200 anni dell’insegna storica regionale comune.

È dal 2002 che il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” celebra la data del 24 agosto, San Bartolomeo, anniversario storico commemorativo della grande vittoria militare e politica del Patriarcato di Aquileia, matrice della Mitteleuropa, alla battaglia di Braulins, al termine della cosiddetta Guerra di Venzone del 1336, conflitto combattuto dall’esercito regionale friulano capitanato dal patriarca aquileiese Bertrando di Saint Geniès contro gli usurpatori Conti di Gorizia che occupavano indebitamente l’importantissima cittadella venzonese a presidio delle preziose vie commerciali di collegamento tra le terre italiche e le regioni d’Oltralpe. “Il 24 agosto era celebrato, nel Friuli medievale, come una sorta di festa nazionale, con processioni commemorative. Si trattava, infatti, di affermare, connesso con gli interessi del Patriarcato locale, il principio di legalità contro l’ingiustizia, del diritto contro l’impostura, del governo legittimo contro la tirannide. Il ricordo della vittoria di Bragolino ovvero di Braulins, oltre a consolidare il mito coevo d’invincibilità dell’eccezionale patriarca Bertrando ed a costituirne, pertanto, un cardine della sua leggenda anche certo seriore, dovrebbe annualmente essere occasione di riflessione sull’attualità” ha detto il presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, il 24 agosto 2019, durante una visita commemorativa ai cimeli bertrandiani custoditi nella cattedrale udinese: “È dal 2002 che, con diversi intensità ed impegno e con riscontri talvolta apprezzabili eppure contenuti, riproponiamo quella ricorrenza, tra Istituzioni ed associazionismo, innanzitutto come una sorta di ‘giornata’ della ‘difesa civica regionale’ o delle piccole patrie, nuclei radicati eppure inclusi di umanità, celebrazione anche, in senso lato, del più variegato impegno civile in una realtà di oggi che possa ancorarsi ancora a radici profonde e significative nel locale passato. Tutto tempo perso? Non proprio! Il mancato effettivo decollo di questa e di tante iniziative analoghe in cui ci siamo da sempre impegnati con dedizione generosissima – indubbiamente ben oltre il merito di quel popolo cui ci rivolgiamo!non è attestazione del fallimento socioculturale di un manipolo di cittadini che si avvicenda da tre decenni attorno ad un sogno di riscatto civico procedente anche da un recupero della memoria e della leggenda di un territorio crocevia di mondo, ma è piuttosto pleonastico documento delle montanti pochezza ed ignavia di una realtà non soltanto friulana contemporanea, inesorabilmente votata ad uno svuotamento di valori e di contenuti di cui tanto ‘piazza’ quanto ‘palazzo’ sono responsabili direttamente! Noi abbiamo fatto quel che potevamo in situazione data, con le nostre forze, senza scadere nel compromesso che non è arte oppure scaltrezza bensì mero sfregio di quel modello di cittadinanza in cui abbiamo creduto, costruttiva, radicata, coesa, ma fieramente libera da servilismi e da bovarismi ossequenti piccoli e grandi poteri ufficiali e ufficiosi assisi sul capo della nostra quotidianità. Tanto basta! Ed è un po’ la lezione di spirito civico che abbiamo ritenuto di poter desumere dal mito fulgido di Bertrando, l’irriducibile, l’incorruttibile, eco remota di cliché friulani ovvero aquileiesi della più antica e gloriosa stirpe!” Accanto al presidente, prof. Travain, una delegazione del corpo sociale del Fogolâr Civic, costituita dalla segretaria del sodalizio, sig.ra Iolanda Deana, dalla capo servizio cerimoniale, sig.ra Marisa Celotti, e dai sodali sig. Marco Apostolico, maestra Manuela Bondio, sig. Attilio Calligaro, sig.ra Milvia Cuttini, sig.ra Luigina Pinzano e sig.ra Mirella Valzacchi. La rappresentanza fogolarista si è raccolta attorno all’antica bandiera turchina recante l’aquila ad ali spiegate, cucita nell’abito funerario del gran patriarca e ivi custodita, nel Museo del Duomo della capitale friulana. “Questo simbolo, certo trionfante anche nella ricordata battaglia di Braulins, issato sul mastio del presidio goriziano affacciato allo sbocco del Tagliamento in pianura, oggi, nel corrente 2019 compie culturalmente ventidue secoli, risalendo al mito di fondazione della patria aquileiese datato 181 a.C.: ebbene non v’è istituzione pubblica né associazione culturale oltre al Fogolâr Civic che abbia pensato di farsi carico almeno di un cenno di promozione di questa memoria nella società! Ecco, quindi, quanto siamo utili, noi del Fogolâr Civic, che ancora, grazie esclusivamente alla nostra pur esigua presenza nelle scuole, siamo stati in grado di mobilitare su questo tema centinaia di ragazzi, ma ecco anche quanta nullità alberga nelle nostre Istituzioni e associazioni, soprattutto le più accreditate e potenti! Se il principale popolo erede di Madre Aquileia, dalla quale ha tratto anche la sua bandiera, nulla ha da dire nel 22° centenario della propria insegna, quello non è un popolo ma un’accozzaglia certamente indegna di considerazione e anche, si può dire, delle sue autonomie!”. Non è mancato, come da costume Fogolâr Civic, un riferimento all’attualità più stringente: “La battaglia medievale di Braulins, vinta da un esercito friulano comandato da un uomo di Chiesa, ci richiama anche a una riflessione sul tema della legittimità o meno delle guerre. Personalmente, vedo le mie storiche convinzioni pacifiste fortemente in crisi quando si tratta della necessità di osteggiare un ‘male’ incombente, preponderante e che non sente ragioni oltre all’uso della forza. La mia fede cristiana non mi impedisce di assistere a sviluppi storici in cui la divinità in cui voglio credere pare, di fatto, non intervenire a fermare la mano tiranna e assassina. Certo, la preghiera, può essere utile, ma non ha scongiurato del tutto oppressione e tragedia nella storia umana, tanto per dirla eufemisticamente. Quindi, in certi casi, il meno possibile, ‘tocje fâ di bessôi’ e combattere. Questo non esclude l’orizzonte primo da percorrere, che deve essere sempre quello della pace, ma non della pace a tutti i costi! Che vogliamo dire, sempre mantenendo una visione cosmopolita, oggi di un Brasile il cui premier, nei fatti, avalla politicamente la devastazione dell’Amazzonia anche se ora manda i soldati a spegnere i dilaganti incendi e, si spera, non a completarne l’opera? È tollerabile stare a guardare mentre il polmone verde del mondo va in fiamme non senza la responsabilità di un governo nazionale votato al suo sfruttamento indiscriminato ed al conseguente genocidio delle sue popolazioni autoctone? Se quei quattro indios che ancora resistono lanciassero qualche freccia a buon segno, li dovremmo condannare, perché la violenza, per noi benpensanti, è sempre sbagliata? Un Brasile cui Madre Natura e nessun altro merito ha assicurato quella fabbrica d’ossigeno del nostro pianeta non può certo permettersi di farne ciò che vuole e lo stesso dicasi delle potenti multinazionali che inquinano la libertà economica e politica del mondo! Qui la guerra, purtroppo, ad esempio, ci sta, se ragion non vale contro la forza!”. Indirizzi di saluto all’incontro sociale fogolarista sono pervenuti dal cameraro dell’Arengo popolare udinese, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, priore nazionale del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo, oltreché presidente del Club per l’Unesco di Udine, oltreché dal cappellano onorario del Fogolâr Civic, don Tarcisio Bordignon. Note di partecipazione anche dal Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, dal Coordinamento Euroregionalista Friulano Europa Aquileiensis” e dal Coordinamento Civico Udinese Borgo Stazione.

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