Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 26 giugno 2020
SUL CASO REGENI, CIVISMO UDINESE CONTRO LA DOPPIEZZA DEL GOVERNO ITALIANO
Acerrima lettera di dissenso da Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, recapitata alla Prefettura del capoluogo storico friulano dopo il via libera governativo alla vendita di navi da guerra all’Egitto, responsabile dell’impunito scempio, nel 2016, del ricercatore universitario di Fiumicello.
Sulla gestione del Caso Regeni, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” di Udine si schierano apertamente ed ufficialmente contro la giudicata doppiezza del Governo italiano. Una lettera a firma del presidente sociale prof. Alberto Travain è stata recapitata, giovedì 25 giugno 2020, alla Prefettura governativa insediata nella Capitale del Friuli Storico. Eccone, a seguire, il testo, bilingue, in friulano e italiano. “Al cortesan acet dal Prefet di Udin / li che al à cuartîr / Udin, ai 25 di Jugn 2020 / Cantin: cuatri agns e cinc mês che il Stât talian si fâs menâ ator dal Egjit su la fruce impunide dal furlan Regeni. / Siôr Prefet, si tignivisi di dâ une man a favôr dal sens civic dal nestri Paîs rignuvint ogni mês ai Sorestants nestris, midiant Prefeture, riclam sul câs pardabon orent di Giulio Regeni. Tornât a mandâ jù l’ambassadôr di Italie in Egjit, ritirât par vie de impunide fruce di chel fantat nestri regjonâl, ai 16 di Avost 2017, juste chês fradaiis che ca a firmin a discognossevin in clâf morâl i dirits dal Stât talian te regjon native di chel so citadin tant nobil, bandonât martar di libertât, cussì suspindint ancje chê iniziative di riclam di popul mensîl destinât aes Autoritâts. Vuê, che a son cuatri agns e cinc mês di chê tragjedie, che e varès di ufindi cualsisei orgoi nazionâl e inmò prime ogni uman sintiment, chês fradaiis po no puedin discjolisi di rionzi, cuintri dai governants de Republiche instalade in cheste Furlanie nestre, la proteste plui dure par chê sielte comune indegne di furnî parfin di mieçs militârs chel Paîs su pal Nîl che il regjim che lu domine al è responsabil palês e inmò al rît de muart dolorose dal furlan Regeni. Une vergogne cence remission! // Alla cortese attenzione del Prefetto di Udine / c/o recapito istituzionale / Udine, 25 giugno 2020 / Oggetto: IV anno e V mese di dileggio egiziano dello Stato italiano sull’impunito scempio del friulano Regeni. / Signor Prefetto, ritenevamo di contribuire al senso civico del nostro Paese rinnovando mensilmente alle nostre Autorità, a mezzo Prefettura, un giusto memento sull’atroce caso di Giulio Regeni. Dopo il reinvio dell’ambasciatore d’Italia in Egitto, ritirato a causa dell’impunito scempio del giovane nostro corregionale, il 16 agosto 2017, i sodalizi in firma disconoscevano moralmente i diritti dello Stato italiano sulla regione natia di quel probo suo cittadino, inulto martire di libertà, sospendendo così anche la suddetta iniziativa del memento civico mensile rivolto alle Istituzioni. Oggi, a quattro anni ed a cinque mesi da quella tragedia che dovrebbe offendere ogni orgoglio nazionale ed ancor prima ogni umana sensibilità, i sodalizi detti non possono esimersi dal rinnovare, contro i governanti della Repubblica insediata in questo nostro Friuli, la più fiera protesta per l’indegna collegiale scelta di rifornire persino di mezzi militari il Paese nilotico il cui regime è beffardamente chiaro responsabile della dolorosa morte del friulano Regeni. Imperdonabile vergogna!”. “Il valore meramente eppure significativamente simbolico, morale, di questo atto civista – ha commentato il presidente Travain – ne giustifica e ne appaga lo scopo di rappresentazione di un dissenso sociale incarnato anche nella sovente tiepida società civile del Friuli. Resti pure scritto da qualche parte, tra le scartoffie della burocrazia italiana, che non tutti i friulani sono rimasti insensibili di fronte al percepito tradimento da parte delle Istituzioni preposte alla difesa della dignità del proprio popolo. La proverbiale doppiezza italiana ossia la servile diplomazia dei deboli persuasi di essere furbi, ecco che si rinnova anche in questo caso, mostrando al mondo quanto la Repubblica Italiana non sia in grado purtroppo di farsi valere. Ecco perché c’è bisogno di un’Europa unita, solidale e forte, in grado di imporsi a tutela dei suoi figli e dei diritti umani, e non di un’Italietta tenuta in scacco da quattro mamelucchi nei panni patetici e alquanto improbabili di antemurale dell’Occidente sull’altra sponda del Mediterraneo! Caso Regeni? Ecco come si uccide impunemente un cittadino italiano!”.