Noda FOGOLÂR CIVIC par gazete taƚiane – Ùdine, 25 xenàro 2020
CASO REGENI A UDINE: “ITALIANI E FRIULANI SENZA ONORE!”
Nel quarto anniversario dello scempio in Egitto del giovane ricercatore di Fiumicello, durissima invettiva civista ad Udine contro la scarsa reazione italiana e friulana di fronte all’oltraggio subito dal probo compatriota e dall’intero suo popolo.
Sabato 25 gennaio 2020, a Udine, a quattro anni dal turpe ed impunito scempio in Egitto del probo ricercatore di Fiumicello, il civismo più battagliero della Capitale del Friuli Storico si è incontrato presso l’antica Colonna della Giustizia, dove mensilmente rinnova i suoi voti rivendicativi in ordine alla vicenda, per rendere onore alla grata memoria di un martire laico friulano contemporaneo e per rinnovare testimonianza dell’irriducibile tenacia della più illuminata Friulanità odierna nel perseverare in un’istanza di giustizia senz’altro implacabile contro i responsabili a vari livelli dell’efferata esecuzione ai danni di un valoroso figlio della Piccola Patria. In un’appassionata e durissima allocuzione civile, tenuta rigorosamente in lingua friulana, il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, primo promotore dell’iniziativa, oltreché del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” e del locale Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, ha definito, senza mezzi termini, la ricorrenza come “quarto anniversario di una grande vergogna italiana e friulana, fallita prova del nove di un senso dell’onore comune. Persino in talune tesi dell‘Università veneziana di Ca’ Foscari, dedicate al Caso Regeni, si ricorda come, incredibilmente e obbrobriosamente, dopo la tragedia del nostro, i traffici commerciali e turistici tra Italia ed Egitto, invece di diminuire per forza di cose, siano addirittura aumentati! Ecco il senso dell’onore degli italiani! Ecco il rispetto che meritano dal mondo intero! Se, per quattro anni, questo nostro Stato si è lasciato beffare dalla tirannide egizia, denunciata persino dal Parlamento europeo, e, per altrettanto tempo, ha tentato di blandire con una goffa azione diplomatica chi chiedeva categoricamente verità e giustizia sull’efferata uccisione di quel nostro giovane ricercatore, il rispetto che merita è inutile dire! Non ne parliamo della Regione stessa di Giulio Regeni, coperta di vergogna dalla premura con cui il Comune del suo capoluogo e lo stesso Ente regionale hanno ritirato dalle proprie sedi istituzionali lo striscione civico rivendicativo di soddisfazione per l’oltraggio subito da tutto un popolo! Tra i capoluoghi provinciali di un tempo, soltanto Udine ha dimostrato in questo una tenuta ed una compattezza trasversali lodevoli sul piano politico-amministrativo, che ne fanno davvero, almeno per un aspetto, una concreta capitale morale della migliore Friulanità. Rara occasione per essere orgogliosi di chi ci amministra, maggioranze e opposizioni! Se la Puglia, non il Friuli Venezia Giulia, è stata la prima Regione d’Italia ad esporre al balcone lo striscione giallo e le scuole di Sicilia, non quelle della nostra terra, sono state davvero tra le prime a distinguersi in una mobilitazione educativa intorno al caso del giovane friulano assassinato nel Paese delle Piramidi, che altro vogliamo dire? Se la “Siena del Friuli”, capitale del prosciutto, ovvero San Daniele, è stata davvero così patriottica, non dico umana, da premurarsi, anch’essa, di togliere l’insegna rivendicativa di giustizia per quel nostro eroico compatriota, quanto patrioti dovremmo essere ancora noi nel prediligere i suoi salumi rispetto ad altre prelibatezze ‘esotiche’? Tanto per toccare il fondo della più pragmatica e becera mediocrità! Aveva ragione lo studioso romano che, anni or sono, mi faceva amaramente notare, sul caso specifico, come i friulani non siano nemmeno capaci di piangere i loro morti! Aveva ragione, purtroppo! Ci manca il cuore! Ci sarà, o ci sarà stato, il braccio dei grandi lavoratori, ma la dignità di un popolo non si misura su quanto sa produrre, ma su quando sa farsi rispettare o pretende rispetto! Ci manca il cuore! Ed un popolo senza cuore non merita futuro! Se Regeni fosse stato siciliano, l’orgoglio di quel popolo appassionato e terribile avrebbe travolto anche le Piramidi! Bravi coloro che partecipano alle fiaccolate, che le organizzano; coloro espongono gli striscioni; coloro che stanno vicini, in vari modi, alla famiglia del compianto! Bravi! Bravi anche noi che, nel nostro piccolo, ci siamo battuti e ci battiamo, spontaneamente, nella società profonda, contro l’oblio del caso! Proprio questo è il problema! È vero che a Roma c’è una Commissione parlamentare che indaga sulla vicenda. È vero che c’è un Presidente della Camera particolarmente sensibile alla questione. È vero che c’è un giornalismo e che c’è una società civile che alzano la voce ancora sul fatto. È vero che c‘è anche senz’altro un’Italia onorevole e mobilitata ed ugualmente dicasi di un Friuli Venezia Giulia. La maggioranza, però, di friulani ed italiani insieme a gran parte delle loro Istituzioni ed organizzazioni cosa pensano e cosa fanno concretamente per fare quadrato attorno al Paese oltraggiato dall’Egitto? Sinora, e non soltanto a livello governativo, sono prevalse cautele tese innanzitutto a salvare prediletti interessi economici italiani in Egitto, non certamente l’onore d’Italia oltreché del Friuli di fronte al mondo! Si dirà che gli italiani si comprano e si vendono a piacimento! E si dirà che i friulani non piangono e non si rivoltano di fronte allo scempio dei propri figli! Ebbene, vorremmo essere orgogliosi questa nostra gente come lo siamo infinitamente del prode Regeni, disarmante giovane esempio dei nostri antichi miti di onestà e irriducibilità! La nostra piccola testimonianza, insieme a mille altre, valga a riscattare la nostra terra dall’onta dell’ignavia e della codardia, dell’insensibilità, quindi della pochezza umana e culturale!”. Dopo il discorso sinceramente accorato del prof. Travain, è stata la volta del cameraro presidente dell’Arengo popolare udinese, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, massima autorità elettiva del civismo locale, anche alla guida del Club per l’Unesco di Udine oltreché prefetto del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo. La prof.ssa D’Aronco ha, quindi, portato il saluto della cittadinanza, esprimendo piena adesione ai contenuti esposti dal prof. Travain, che ha lodato per la passione e l’alta testimonianza di senso civico e di umanità oltreché per il noto impegno profuso su questi temi anche nelle scuole, e ha ribadito i voti del popolo udinese che, riunito in arengo, il 29 settembre 2017, ha dichiarato Regeni “cittadino ideale di Udine, per umana e civica virtù eccezionalmente consonante con la più gloriosa e universalmente nota fortitudine aquileiese”. Nutrita la rappresentanza popolare intervenuta. Presente al completo la deputazione dei consiglieri rionali dell’Arengo della città: sig. Giuseppe Capoluongo, sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Iolanda Deana, prof.ssa Luisa Faraci, sig.ra Renata Marcuzzi, sig.ra Rosalba Meneghini e sig.ra Paola Taglialegne. A rappresentare il corpo sociale del Fogolâr Civic, la maestra Manuela Bondio e le signore Milvia Cuttini e Luigina Pinzano. Dopo gli interventi, è seguita collocazione di targhe commemorative e rivendicative plurilingui, in friulano, inglese ed italiano, ai piedi della summenzionata colonna forense, con ostensione di bandiere aquileiesi ovvero friulane, auspicio di riscatto innanzitutto morale della nazione.