FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 25 January 2021
“IL GOVERNO SAPPIA CHE, SUL CASO REGENI, I CITTADINI SONO STANCHI DI CHIACCHIERE!”
Nella Capitale del Friuli Storico, il quinto anniversario dello scempio del giovane ricercatore friulano in terra d’Egitto ha registrato anche la firma di fiere note di protesta, indirizzate, a mezzo Prefettura, alle supreme Autorità politiche della Repubblica da parte di note associazioni quali Academie dal Friûl, Club per l’Unesco di Udine, Fogolâr Civic e Pro Arengo Udine.
“Siôr Prefet, a son cinc agns cumò di chel Câs Regeni che al è dabon faliment politic e diplomatic dal Stât talian sicu ent tutôr dai siei citadins e chest scrit achì al trate ben di pandiur a chês Istituzions politichis massimis de Republiche la fote plui mostre un scriç di moviment che, di passe trente agns, al regale il so impegn in favôr di une culture civiche dal riscat cuintri des injustiziis propit partint de regjon di chel zovin studiôs galantom, malviodût dal regjim dal Egjit chel che vergognôs l’Ocident tant i ten” ossia “Signor Prefetto, a cinque anni da un Caso Regeni che costituisce fallimento politico e diplomatico dello Stato italiano quale ente tutore dei suoi cittadini, la presente valga a rappresentare presso le supreme Istituzioni politiche della Repubblica il più fiero disappunto di un minuscolo movimento che, da oltre trent’anni, liberalmente, s’impegna a promuovere una cultura civica del riscatto dalle ingiustizie proprio a procedere dalla regione di quel probo giovane ricercatore, inviso al regime del Cairo cui tanto vergognosamente l’Occidente tiene”. Questo il messaggio, in friulano e italiano, indirizzato, a mezzo Prefettura, alle supreme Autorità politiche della Repubblica dal presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” di Udine, prof. Alberto Travain, il 25 gennaio 2021, nel quinto anniversario dello scempio del giovane ricercatore friulano Giulio Regeni in terra d’Egitto. Fiera nota analoga è stata inviata al medesimo indirizzo dal Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, il quale ha puntualizzato che “se e je chê la maniere che il Stât talian al à savût difindi l’onôr di un valit so citadin dal Friûl, salacor i furlans e no dome lôr a varan di cirîsi difesis plui seriis”: che “se è così che lo Stato italiano ha saputo difendere l’onore di un probo suo cittadino del Friuli, allora i friulani, forse, e non solo, dovranno cercarsi tutele più serie”. “Signor Prefetto, cinque anni or sono in terra d’Egitto veniva rapito, seviziato e ucciso un nostro valente giovane studioso: Giulio Regeni da Fiumicello. Unitamente a tanta società civile del Friuli, d’Italia e d’Europa ma anche certamente del resto del mondo, il Club per l’UNESCO di Udine rivendica prontamente implacabile giustizia per il compianto corregionale, per la sua famiglia, per il suo popolo e la civiltà. Alle Autorità governative italiane, quindi, i primi onere ed onore d’imporre esemplarmente un argine a certa tirannide d’Oltremare. Presidieremo con friulana tenacia sin d’ora esprimendo il più fiero dissenso per l’ambiguità di certe aperture alla vendita di armamenti destinati a Paesi come l’Egitto che apertamente insultano i diritti umani universalmente riconosciuti e si fanno beffe della dignità e del dolore friulani, italiani ed europei causa lo scempio subito da un figlio così probo e valoroso”: così, la presidente del Club Unesco di Udine, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, mentre al medesimo locale Prefetto l’Associazione Udinese per il Recupero della Democrazia Storica Partecipata “Pro Arengo Udine” ha scritto “Pregiatissimo, in adesione ai principi ed ai voti espressi dell’Assemblea civica popolare udinese denominata Arengo, la presente possa rappresentare ovvero rinnovare, a mezzo Suo, di fronte alle Istituzioni di questa Repubblica, a cinque anni dall‘impunito scempio del corregionale Giulio Regeni, il più fiero dissenso della cittadinanza della Capitale del Friuli Storico per l’ondivaga ed inefficace gestione governativa del caso di fronte ad un irridente regime egiziano che oramai da lungi indisturbato oltraggia la dignità del nostro Paese oltreché la memoria di un suo caro figlio e della sua proba nazione friulana”. “Il Governo sappia che, sul Caso Regeni, i cittadini sono stanchi di chiacchiere: qualunque sia il Governo, visto che anche questo esecutivo è alla frutta!” ha commentato a margine il presidente fogolarista Travain: “Certo, come si fa a pensare che l’Italia nel mondo sia rispettata e, se serve, temuta quando, come scriveva Dante della sua Firenze, ‘a mezzo novembre non giugne quel che tu d’ottobre fili’?”.