FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 31 January 2022
MATTARELLA A UDINE NON UNANIMEMENTE GRADITO
Il presidente del Fogolâr Civic e dell’Academie dal Friûl, prof. Travain, vivace esponente del civismo friulano, amaramente ricorda l’incapacità del Quirinale di mediare nei momenti più accesi di divisione e discriminazione imposti dal Governo nel quadro cosiddetto emergenziale della cosiddetta pandemia Covid: “Del resto questa ‘Repubblica democratica fondata sul Lavoro’ e ‘nata dalla Resistenza’ pare essersi talmente screditata che l’elezione del suo Capo di Stato lascia purtroppo – ma veramente purtroppo – non pochi indifferenti!”.
Tra il più battagliero civismo friulano, la conferma al Quirinale dell’avv. Sergio Mattarella non è unanimemente risultata gradita. Non ultimo tra i critici, il presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, prof. Alberto Travain, che ha definito l’elezione “l’ennesima sconfitta della politica italiana, incapace di rinnovarsi”, considerando come il Presidente giunto dalla Sicilia non si sia distinto, a suo parere, “per capacità di unire, di affratellare, gli italiani al di là delle differenze più divisive sottolineate ed approfondite dai provvedimenti discriminatori e persecutori, innanzitutto sul piano economico e occupazionale, posti in essere dal Governo con l’avallo del Parlamento nonché del suo”. “Piaceva, certo, il suo stile garbato, che non si può dire, però, paterno, conciliante, unificante: Mattarella ha fatto, come si dice, degli italiani, ‘figli e figliastri’, declassando in serie B la parte di cittadinanza che, pur sotto il vergognoso ricatto dei tamponi a proprie spese – in Austria erano gratis! – ha per lunghi mesi legittimamente scelto di resistere alle sirene governative, volte a soggiogarla più che ad ammaliarla, anche con l’aiuto di un’ostile pressione popolare mobilitata oltretutto attraverso media tutt’altro che imparziali e cementata da un’adesione alla campagna vaccinale esaltata come sacro dovere civico. Un buon Presidente non può non comportarsi da vero buon padre di famiglia, che quando i figli litigano, si chiede dove stia il torto e dove la ragione non senza ascoltarne le posizioni. Questo ha fatto Mattarella? Purtroppo non pare! Non ha opposto i suoi poteri di Presidente per richiamare a più miti consiglio il Governo Draghi, pronto a scatenare, causa emergenza, forse la più eclatante persecuzione della storia di questa Repubblica… nata, come si dice, dalla Resistenza!”. Dure ma anche addolorate le parole del “tribuno culturale” udinese, che, alla testa dei sodalizi da lui presieduti, all’inizio dello scorso mandato, aveva salutato felicemente l’avvento al Quirinale di Mattarella. “Annotò – aggiunge il professore – il commissario sabaudo Quintino Sella come, alla notizia degli accordi che avrebbero condotto il Friuli udinese all’Italia nel 1866, i friulani si dimostrassero talmente freddi ‘come se si fosse trattato di una pace fra la China ed il Giappone’. Ebbene, per lo stato di degrado in cui versa, oggi, in mille campi, la Repubblica italiana, che governa quel Friuli, non credo che maggior entusiasmo possa destare effettivamente, ora, tra non pochi di noi, l’elezione del suo Capo dello Stato. Indifferenza: questo è il sentimento che, personalmente, io provo e mi augurerei di cambiare idea, quando, a Dio piacendo, dovessi assistere ad un settennato quirinalizio auspicabilmente diverso da quello in tali termini appena conclusosi! Le statue di Castore e soprattutto di Polluce, antistanti la residenza presidenziale, ispirino Mattarella soprattutto a farsi combattente per coloro che condizione non permette affatto di combattere per i propri diritti!”.