FOGOLÂR CIVIC – Pressemitteilung (für die italienische Presse) – Udine (Weiden), 19 November 2019
AMICIZIA VIRILE E IL BATTAGLIERO FRIULI DEI SAVORGNAN
Obliati scorci di una cultura locale non priva di esempi edificanti di singolare affezione in una conferenza del presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, agli incontri Unesco udinesi organizzati per la Giornata mondiale dell’Uomo. Il relatore: “Virtù da promuovere nell’attualità come contributo al consorzio civile!”.
Nel quadro degli incontri organizzati dal Club per l’Unesco di Udine anche in collaborazione con il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, in occasione della Giornata mondiale dell’Uomo o del genere maschile, il 19 novembre 2019, nella Sala del Consiglio della prestigiosa sede universitaria udinese di Palazzo di Polcenigo Garzolini di Toppo Wassermann, il prof. Alberto Travain, Presidente del Fogolâr Civic e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, Cancelliere dell’Arengo udinese e Delegato presidenziale alla Formazione Civica e alla Cittadinanza Attiva del Club per l’Unesco di Udine, ha tenuto una conferenza, in lingua friulana, dal titolo “In chê volte a Vilac: ‘amistât virîl’ te liende furlane dai Savorgnans”, dedicata al rapporto tra amicizia virile e la saga friulana dei battaglieri Savorgnan, patrizi un tempo candidati al principato sulla Patria del Friuli. “Potrebbe davvero sembrare strano – ha detto Travain – che tra le pieghe di tanta guerresca fierezza abbiano avuto talvolta campo anche pronunciati sentimenti di affiatamento ed umano affetto. Eppure è così!”. Dal caso del seguace di Qualso, torturato e ucciso dagli udinesi, per cui il terribile Tristano Savorgnan spese eccezionali parole di dolore ed affetto, minacciando di distruggere la Città di Attila, sino alla vicenda del servo vicentino che mantenne la promessa di farsi uccidere insieme al padrone Antonio Savorgnan, ispiratore dei moti antifeudali del 1511, quando il pugnale vendicatore della nobiltà lo raggiunse a Villaco l’anno successivo: una galleria, quella riproposta dal professore, di singolari scorci di umanità rientranti nell’imponente affresco della vicenda di un grande casato con mire signorili sulla regione e fonte ispiratrice già della tragedia d’amore shakespeariana di Romeo e Giulietta. “Rileggere con queste lenti la storia di una grande casata o anche di un’intera comunità – ha concluso Travain – sarebbe esercizio senz’altro non fatuo, anzi restituirebbe testimonianze di umanità e civiltà, esempio e ispirazione per il presente, privato e pubblico! Amicizia virile notoriamente non significa omosessualità bensì fortissimo, ‘eroico’, affetto tra individui di genere maschile: virtù umana di grande e virtuosa pregnanza sociale, fondamento di pace che anche il presente dovrebbe coltivare ed esaltare tra i tratti più significativi di un saldo consorzio civile!”.