MARTEDÌ 13 SETTEMBRE 2016

Martedì 13 settembre 2016, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” hanno riproposto a Udine le celebrazoni popolari spontanee del “Compleanno della Città” nel 793° anniversario di fondazione urbana, 16^ edizione nel segno del ricordo di Giulio Regeni e della leggendaria saldezza friulana nel 40° del “taramot” del 1976.

COMUNICATO sociale alla stampa italiana – Udine, 15.IX.2016

Doveva essere innanzitutto un’occasione di felice incontro tra cittadinanza e le sue molteplici espressioni associazionistiche. E così è stato. Soddisfazione esprimono infatti il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, tradizionali promotori delle celebrazioni d’iniziativa popolare dell’anniversario di fondazione urbana del capoluogo del Friuli Storico, giunte ora alla 16^ edizione. Grazie anche al concorso del Club per l’UNESCO di Udine, della Federazione provinciale udinese dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare, nonché delle magistrature popolari elette dalla rinnovata assemblea partecipativa locale detta storicamente Arengo, martedì 13 settembre 2016, 793° “compleanno” della città di Udine, si sono, dunque, ripetuti i riti di una festa civica dedicata in particolare, quest’anno, “al mito della capitale di un popolo irriducibile”: questo lo slogan dell’edizione del quarantennale del Terremoto del Friuli del 1976 ma anche dell’anno stesso del martirio in Egitto del giovane e coraggioso ricercatore universitario friulano dott. Giulio Regeni da Fiumicello, scomodo al regime locale per la serietà dei suoi studi sociali sul territorio e sino all’ultimo vero esempio della più leggendaria saldezza friulana. Sono sempre molti i cittadini a chiedersi – “anche a causa della scarsità o addirittura dell’assenza d’informazioni in merito fornite da tanta stampa locale ai rispettivi lettori” tengono a chiarire gli organizzatori delle cerimonie commemorative come mai il conteggio dell’età della città venga riferito proprio a quella data del 1223. Basterebbe legge in capo al programma della manifestazione, diffuso attraverso la rete presso gran parte degli organi di stampa, per ripassare brevemente la storia ed il mito di una “località d’origini preistoriche con matrici leggendarie venetiche, scitiche, illiriche, celtiche, cimbre, latine, unne, longobarde e austriache, elevata a borgo commerciale cittadino il 13 settembre 1223 dal patriarca aquileiese di stirpe bavara Bertoldo di Andechs e avviata in seguito a divenire, per volontà di un altro patriarca, il guascone Bertrando di Saint Geniès, ultima capitale di quella prima Mitteleuropa unita che fu l’antico Patriarcato di Aquileia oltreché cuore e baluardo friulani di cultura civica, di democrazia e partecipazione, di accoglienza e mobilitazione contro invasori e tiranni d’ogni epoca. Una bandiera di civiltà valorosamente temprata sugli spalti della piccola e della grande Storia al crocevia del Vecchio Continente!”. Le cerimonie udinesi del 13 settembre 2016 si sono, dunque, aperte con il “Presint pe Mari Aquilee” ovvero gli onori alla Madre Aquileia, con sfilamento, di fronte alle rappresentanze schierate, della bandiera storica aquileiese recante i nastri con i colori dei sette popoli europei odierni – austriaco, croato, italiano, sloveno, svizzero, tedesco, ungherese – culturalmente uniti dalla vicenda ultramillenaria del grande Patriarcato locale la cui ultima capitale fu proprio la città di Udine. A reggere la gloriosa bandiera, il sandanielese, cultore di storia locale, Maurizio Di Fant, accompagnato dal prof. Alberto Travain, ideatore della manifestazione e leader dei gruppi suoi promotori. Con il tocco della bella insegna dell’aquila d’oro in campo turchino, anche il Sindaco della città, prof. Furio Honsell, accompagnato dal Gonfalone municipale con picchetto d’onore “des Vuardiis”, la Polizia locale, ha salutato idealmente, così, la prima matrice della storia urbana. È seguito subito dopo l’annuale “omaggio alla memoria di un benemerito concittadino scomparso”, omaggio dedicato quest’anno al ricordo del giovane studioso friulano dott. Giulio Regeni da Fiumicello (1988†2016), definito “martire cosmopolita e naturale cittadino ad honorem di una Udine degna capitale del Friuli, perciò madre orgogliosa di un figlio tenace sacrificatosi per i diritti di un altro popolo ed implacabile erinna vindice contro colpevoli e ignavi complici di un assassinio che grida vendetta presso chiunque abbia a cuore l’onore friulano, italico ed europeo oltreché libertà e democrazia nel mondo”. Mentre al Sindaco una delegazione delle organizzazioni promotrici, formata dal prof. Travain e dalla celebre ricamatrice Antonietta Monzo Menossi, promotrice internazionale degli stilemi artistici della tradizione aquileiese, offriva un simbolico mazzo di rose gialle e una targa recante in latino, lingua “universale” di un tempo, l’epigrafe “Iulii Regeni virtutem fortitudo Utinensis celebrat” ossia la “la tenacia udinese celebra la virtù di Giulio Regeni”, sormontata da effigie del compianto accostata ad antica raffigurazione locale del valore della “fortezza” e seguita da dedica commemorativa trilingue, in friulano, italiano e “udinasso”, rappresentanze e insegne sociali hanno reso, silenti, commossi onori al segnale “Presint par Giulio Regeni, valent ‘sitadin’ nostran!”. Si è tenuta poi la “rassegna” delle delegazioni associazionistiche della società civile di Udine. Dopo aver ricevuto dal cancelliere della rinnovata assemblea partecipativa cittadina denominata storicamente Arengo, il dott. Carlo Alberto Lenoci, l’invito a presiedere a titolo onorario l’imminente tornata tradizionale del consesso civico in programma il 29 settembre 2016, il sindaco Honsell ha innanzitutto passato in rivista le sezioni udinesi delle associazioni combattentistiche e d’arma. Dopo aver reso omaggio al medagliere provinciale dall’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare, il Primo Cittadino ha salutato i labari delle diverse rappresentanze associazionistiche convenute: dagli artiglieri (Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia) sino agli avieri (Associazione Arma Aeronautica); dai lagunari (Associazione Lagunari Truppe Anfibie) ai marinai in congedo della città (Associazione Nazionale Marinai d’Italia). A seguire, è stata la volta del più vario e impegnato associazionismo sociale: dal Circolo Culturale e Ricreativo “Nuovi Orizzonti” al Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, dal Club per l’Unesco di Udine alla Confraternita del Santissimo Crocifisso, dal Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione” alla delegazione locale del Fondo Ambiente Italiano, dal Gruppo Folkloristico “Stelutis di Udin” alla Pro Loco di Città “Borgo Sole Udineovest”Immancabile, poi, la consegna delle usuali “dediche agli Udinesi d’origine ‘foresta’”, con conferimento di attestati popolari di cittadinanza culturale locale a cittadini stimati, oriundi forestieri e rispettosi fautori della cultura del luogo. Quest’anno, anche in ossequio alle identità storiche degli Stati italici preunitari, nel 150° dell’annessione della Provincia di Udine all’Italia sabauda, si sono individuati due candidati per ciascuno dei due vecchi regni delle Due Sicilie e del Lombardo-Veneto. A ricevere la benemerenza sociale, dalle mani dello stesso Sindaco, sono stati allora il sig. Alfredo Maria Barbagallo da Siracusa, “valente ed entusiasta studioso particolarmente attento ai legami universali della civiltà figlia di Aquileia”, l’arch. Amerigo Cherici da Sessa Aurunca (Caserta), “brillante professionista votato a sincera valorizzazione ambientale e antropologica dell’agro aquileiese”, la sig.ra Jolanda Deana da Milano, “ordinata burocrate validamente prestata alla promozione dell’associazionismo culturale e ricreativo”, e la dott.ssa Maria Luisa Ranzato da Chioggia (Venezia), “insegnante e dirigente scolastica attiva in società soprattutto in materia di civismo e artigianato artistico”. Il sindaco Honsell ha poi salutato le cinque delegazioni dei “quintieri” urbani del Fogolâr Civic, sezioni sociali ispirate alle antiche circoscrizioni municipali di Mercatovecchio, Mercatonuovo, Aquileia, Gemona e Grazzano. I cinque alfieri di sezione ossia il geom. Sergio Bertini e le signore Marisa Celotti, Milvia Cuttini, Luisa Faraci e Mirella Valzacchi hanno, quindi, rinnovato il contributo delle rispettive legazioni alla dedica floreale da deporsi presso la locale colonna forense, la cosiddetta Guglia del Mercatonuovo, simbolica sintesi dell’identità civica udinese di “forum” e “castrum”, piazza e fortezza, ritrovo e baluardo, dove, al segnale “Presint par Udin!”, si è ripetuto l’omaggio a una Udine “Nuova Aquileia”, “Civitati Utini Aquileiae Novae”, “madre e propugnacolo delle genti nel cuore d’Europa – si è rimarcato – , storica erede dell’antica metropoli internazionale e capitale di piccolo compendio universale”. Anche quest’anno si è avuta la posa di cinque rose commemorative degli originari quartieri cittadini, istituiti al tempo dei Patriarchi aquileiesi, e ciò a cura del Corpo dei Vigili del Fuoco, la più antica difesa civile di Aquileia, al cui passato omaggio settembrino alla colonna mariana udinese si ispira l’odierna cerimonia popolare in ossequio alla storia della località, terminante con il canto spontaneo dell’inno civico “Oh ce biel cjiscjel a Udin”. Rose gialle, per l’occasione, quest’anno, alla Guglia del Mercatonuovo: anche qui un deferente richiamo alla vicenda di Giulio Regeni, cui si è riferita esplicitamente anche una specifica dedica “Iulii Regeni nostri vindici Utinensi Furiae” ovvero “alla Furia udinese vindice del nostro Giulio Regeni”, impegno a mai dimenticare ossia alla “vendetta della memoria”. Un’altra deposizione floreale si è, poi, tenuta presso la cosiddetta “Lanterna di Diogene”, il pozzo attiguo alla chiesa di San Giacomo, richiamante forme e tradizioni della civiltà greca, madre culturale dell’Europa. Un omaggio, quindi, a Udine “Atene del Friuli”, “Civitati Utini Athenis Foriiulii”, “antico lume di democrazia tra Livenza e Timavo – si è voluto ricordare – , capitale storica regionale di partecipazione evocante gloriose matrici elleniche”. Ecco, allora, che in quell’ideale “agorà” udinese hanno avuto luogo i discorsi ufficiali della circostanza. “Un appuntamento con il passato da far fruttare, però, nel presente. Giorno dell’incontro, dell’abbraccio civico, della condivisione del ricordo di un passato idealmente accomunante in grado di fornire radici e ragioni al nostro presente, anche a mezzo recupero della coscienza del ruolo storico della città di cui siamo parte. Udine, località preistorica divenuta 793 anni fa città per decreto di un saggio principe che voleva sfuggire al potere oppressivo delle consorterie della sua capitale friulana del tempo, ha nel suo DNA indiscutibilmente, ad esempio, valori di ribellione alla tirannia che, con il suo sacrificio, oggi il giovane e irriducibile corregionale Giulio Regeni ha ribadito con forza di fronte al mondo…”. Così il prof. Alberto Travain, capo dei sodalizi promotori dell’evento sociale, che, nell’apprezzare la partecipazione di così vario e qualificato associazionismo e cittadinanza, ha ribadito il concetto, ripreso durante le cerimonie, del paragone ideale tra Udine, da un lato, e, dall’altro, Aquileia e Atene, miti civici rispettivamente di apertura ma anche di baluardo contro la barbarie nonché di partecipazione democratica. Nel formulare i migliori auguri alla cittadinanza per il 793° compleanno urbano e nel rinnovare l’apprezzamento per l’opera di richiamo e attualizzazione delle vicende storiche locali da tempo portata avanti dal prof. Travain e dai suoi collaboratori, il sindaco Honsell ha ribadito la fondamentale importanza del dato identitario locale della mobilitazione antitirannica, glorioso vanto della storia udinese, “di una città il cui stesso raccogliersi sotto una splendida acropoli in mezzo ad una pianura costituisce già suggestivo parallelo ambientale con la celeberrima località culla della civiltà e della democrazia europee”. È seguito, così, l’omaggio sociale al Gonfalone della Città, decorato con medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza in Friuli e Croce di Guerra. Ecco, poi, che in un luogo così evocativo dell’Atene di Pericle, si è avuto l’annuncio ufficiale al popolo della prossima convocazione dell’Arengo civico rinnovato, massima assemblea partecipativa della cittadinanza che vuolsi fondata dal patriarca aquileiese Bertrando nel lontano 1340, abolita dalla Serenissima nel 1513 e risorta nel 2015 su istanza del Fogolâr Civic. L’annuncio è avvenuto per voce di un “banditore” d’eccezione ossia il “Camerarius” o presidente dell’assemblea stessa, la prof.ssa Renata Capria D’Aronco, che ha anche specificamente consegnato un invito a tutte le rappresentanze sociali convenute. Al grido festoso di Vive Udin, vive il Friûl e vive la Europe!” si è, così, conclusa la prima parte della manifestazione. Alle ore 11, poi, presso la chiesa di San Giacomo, cappella simbolo del foro udinese, ha avuto luogo la Santa Messa “per il 793° Compleanno della Città”, presieduta dal popolarissimo don Tarcisio Bordignon, cappellano del Fogolâr Civic, con preghiere nelle lingue storiche della “Capitâl dal Friûl”. Quest’anno, oltre all’originario friulano, al veneto, al “toscano”, a tedesco e sloveno, mediante i quali ci si è rivolti al Dio dei Cristiani impetrando costanza nella memoria dell’esempio civico di Giulio Regeni, illuminazione per la gioventù, speranza per i cittadini, giustizia e pace sociali, saggezza per i governanti, sono risuonati, durante la celebrazione eucaristica, anche idiomi propri delle terre colpite dal recente sisma nel Centro Italia. Si è voluto così accostare, nel 40°, il ricordo delle vittime del terremoto che sconvolse il Friuli nel 1976 a cordoglio e auspici di rinascita per le comunità appenniniche oggi ferite da analoga tragedia. “De Udene vu se colona e claver e ferma seradura”: così una preghiera medievale udinese definiva la Madonna in relazione all’allora emergente capitale friulana. Nella sua omelia, dunque, non a caso, don Bordignon ha voluto affidare speranze e destini della città ai richiami espressi dalla tenace e protettiva immagine mariana – una “Maria Fortitudo” – reggente Bambino e Castello in cima alla colonna di Piazza San Giacomo. Anche quest’anno si è poi ripetuta l’invocazione ormai tradizionale della locale Confraternita del Santissimo Crocifisso e alla Madonna, originaria patrona di Udine, è stato infine dedicato il celebre canto friulano “Ave o Vergjine, us saludi”. Terminata la funzione religiosa, di fronte alla casa adiacente alla cappella di San Giacomo, assaltata tre secoli addietro dalla popolazione inferocita risultando abitazione di certo Domenico Vicario, appaltatore del dazio della macina, ha avuto luogo l’ultima cerimonia del 793° genetliaco urbano: l’“omaggio alla rivolta popolare udinese del 1716”, mobilitazione locale seguita alla grande ribellione contadina isontina “dei Tolminotti” (1713), con breve momento commemorativo e onori alle vittime dell’implacabile repressione governativa: innanzitutto i “degani” (sindaci) dei Borghi Superiori di Udine, Giovanni Cosso e Giovanni Battista Paschiute, mai più rientrati dalle terribili prigioni di Venezia. Per l’occasione un particolare indirizzo di saluto è giunto da Tolmino, dalla delegazione slovena del Fogolâr Civic, che, attraverso il suo referente, prof. David Bizjak, ha espresso, oltreché gli auguri per la città di Udine, una fraterna vicinanza nel ricordo di chi nei secoli si batté per valori ed istanze di giustizia e solidarietà da sempre transfrontalieri. Espressioni di apprezzamento per l’iniziativa sono giunte anche dalla Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, avv. Debora Serracchiani, e dalle consigliere regionali sig.ra Elena Bianchi e dott.ssa Silvana Cremaschi oltreché dal consigliere comunale udinese dott. Mario Canciani. Dall’associazionismo locale indirizzi di saluto sono pervenuti dalle presidenze della sezione udinese di Italia Nostra e del Centro di Studi Storici Giacomo di Prampero” nonché dal circolo cittadino dell’Associazione Libertà e Giustizia. Una Udine, insomma, che guarda al futuro senza mai dimenticare gli ideali e le glorie del suo passato!

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