MIERCUS AI 27 DI LUI 2016

Miercus ai 27 di Lui 2016, a Cocau Disore (Tarvis), il moviment civic culturâl alpin-adriatic dal Fogolâr Civic e il circul universitari furlan de Academie dal Friûl, in cunvigne cu la federazion provinciâl udinese dal Istitût nazionâl talian dal Galon Turchin e il Club Unesco di Udin, presints sorestants e rapresentants sociâi e culturâi dal teritori, a àn tornât a fâi onôrs di popul al ricuart de estreme e eroiche resistence civiche carintiane cuintri dal Turc tal 1478, in difese de crosere des Alps di Jevât, batiade di “Termopilis Alpinis”.

NOTIZIE sociâl pe stampe taliane – Udin, 29.VII.2016

Un filo rosso, tra storia e leggenda, lega Coccau alle epiche Termopili, a Poitiers, a Roncisvalle, alla Piana dei Merli, ad Otranto, a Lepanto, a Vienna, a mille altre località tra l’Atlantico, il Mediterraneo e il Mar Nero: quello di una civiltà e di un bene comuni europei eroicamente difesi sul campo. In tale prospettiva, mercoledì 27 luglio 2016, si è rinnovato a Coccau di Sopra (Tarvisio) l’omaggio civico spontaneo al ricordo di quei seicento popolani carinziani, per lo più contadini e minatori appartenenti a una repubblica ribelle inizialmente sorta per difendere la moneta locale aquileiese (!), i quali, nel 1478, abbandonati da autorità e compaesani e guidati dal mitico capo Mattia, su quello snodo delle Alpi orientali, opposero fiera e disperata resistenza contro ventimila cavalieri “turchi” sopraggiunti dal canale dell’Isonzo per seminare distruzione e morte tra quelle valli al crocevia d’Europa: furono travolti e il loro sogno di libertà soffocato nel sangue. Un variopinto schieramento d’insegne e medaglieri sociali ha salutato, quindi, la deposizione sul campo di battaglia di una dedica floreale ai caduti di quelle “Termopili Alpine”, simbolicamente composta da fiori di montagna e laguna, segno di condivisione delle genti tra Alpi e Adriatico, figlie della Madre Aquileia. Nella composizione, anche una rosa e un ramo di tiglio udinesi, simboli friulani e transfrontalieri di battaglie popolari comuni tra Medioevo e Rinascimento. A promuovere detta rimembranza, come variamente dal 2011, anche quest’anno, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, in accordo con la federazione provinciale udinese dell’Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare e il Club per l’Unesco di Udine. Dopo il saluto del presidente dei due sodalizi promotori, prof. Alberto Travain, che ha anche riportato quello del governatore della Carinzia, dott. Peter Kaiser, sono seguiti, dunque, gli interventi dell’assessore Nadia Campana, in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Tarvisio; del geom. Sergio Bertini, responsabile provinciale del Nastro Azzurro; della prof.ssa Renata Capria D’Aronco, alla guida del Club Unesco udinese; del prof. David Bizjak, delegato Academie dal Friûl e dello studioso Raimondo Domenig, vicepresidente del Kanaltaler Kulturverein… Italiano, friulano, sloveno, tedesco: una fantasmagoria d’idiomi ha dato davvero a quell’incontro il sapore dell’Europa Unita! Una plurilingue preghiera laica, dedicata “ai caduti dell’Europa aquileiese”, ha preceduto, quindi, la deposizione floreale, seguita da una riflessione spirituale a cura del popolarissimo don Tarcisio Bordignon, cappellano del Fogolâr Civic, con giovanili trascorsi pastorali anche tra i minatori di Cave del Predil. Oltre alle varie delegazioni associazionistiche convenute da Friuli e Slovenia – presenti con le loro insegne tutte le sezioni ovveroquintieri” del Fogolâr Civic euroregionale , anche il gruppo locale dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, con labaro retto dal responsabile Felice Morello, e l’Associazione Minatori Raibl di Cave del Predil, rappresentata dal presidente Valerio Rossi in divisa storica, hanno rinnovato, pertanto, l’omaggio agli eroi del 1478, trecento dei quali, caduti sul campo come i Trecento delle Termopili, riposano sotto il campanile di Coccau. Quest’anno, tra gli ospiti, anche la direttrice del Museo Etnografico di Malborghetto, dott.ssa Lara Magri. Un appuntamento, dunque, da ripetersi, con la memoria di chi spontaneamente, nel corso dei secoli e dei millenni, ha dato la vita nella difesa di un bene comune, della propria piccola patria e, ad un tempo, della civiltà internazionale europea.

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