Comunicato FOGOLÂR CIVIC alla stampa italiana – Udine, 8 gennaio 2019
NELLA GIORNATA DEL TRICOLORE IL FOGOLÂR CIVIC RICORDA A UDINE GLI STUDENTI BOLOGNESI DE ROLANDIS E ZAMBONI
Il trentennale movimento civista transfrontaliero friulano celebra il ricordo dei due giovani universitari bolognesi ideatori dell’insegna nazionale italiana.
“Un movimento civico culturale friulano ed alpino-adriatico, euroregionalista, che certamente si riconosce in valori interetnici, transfrontalieri, ed in essi vede radice e ripristino della grandezza internazionale che fu di Madre Aquileia, non per forza deve mancare di rispettare e di celebrare quanto di positivo alberghi anche tra le matrici degli Stati nazionali che pur hanno distrutto l’unione morale delle genti affratellate nel cuore dell’Europa dall’antico patriarcato con sede in Friuli. Le istanze originarie di democraticità e laicità dello Stato che ritroviamo alle origini della vicenda del Tricolore italiano, ci porta senz’altro a voler condividere, nella cosiddetta “Giornata Nazionale della Bandiera”, 7 gennaio, festa ufficiale della Repubblica comunque poco considerata e celebrata popolarmente lungo lo Stivale, un sentito rispetto per quanti, non di rado giovani sognatori disposti persino al sacrificio supremo pur di testimoniare le proprie idee di società e politica, hanno dedicato, in particolare nel corso degli ultimi secoli, il proprio impegno e la propria vita per il bene di una comunità ideale che identificavano con il nome di Nazione italiana. Il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, pur biasimando quel nazionalismo ‘panitaliano’ che ha tentato di cancellare ed omologare le antiche gloriose nazioni ovvero comunità autoctone dell’Italia aizzandole forzatamente al confine alpino contro le genti vicine, ricorda a suo modo, dunque, non tanto quel importante 7 gennaio 1797 in cui a Reggio Emilia un parlamento emiliano dichiarava il Tricolore oggi italiano ‘Bandiera Cispadana’, quanto i due ragazzi, universitari bolognesi, Giovanni Battista De Rolandis e Luigi Zamboni, che finirono impiccati dal governo pontificio per avere organizzato nel 1794 una fallita rivolta popolare della Dotta contro il dominio dei Papi, per la quale madre e zia dello Zamboni avevano cucito coccarde tricolori bianche, rosse e verdi. Da quelle coccarde e da quella tragedia – la tragica fine dei due studenti, di papà Zamboni e il lungo Calvario della sventurata madre – sarebbe derivato il Tricolore ‘cispadano’, ‘cisalpino’ e alla fine ‘italiano’. Sarebbe stato l’ex educatore spirituale dei due universitari, sacerdote ‘spretato’ per protesta contro l’abominio della tirannide ecclesiastica scagliatasi contro i due ragazzi, Giuseppe Compagnoni, divenuto segretario della repubblica rivoluzionaria cispadana, ad ottenere, quel 7 gennaio 1797, l’unanimità dei voti a favore del riconoscimento ufficiale dell’insegna ideata da due giovani. A loro, a ciò che sintetizza e richiama il loro dramma e prima ancora, a prescindere, il loro idealismo, e a quanti come loro, sovente anonimi od obliati, va, in questa giornata, il più deferente omaggio del civismo localista e cosmopolita raccolto nel cuore friulano d’Europa dal movimento del Fogolâr Civic. ‘Visto che loro hanno scelto questi tre colori, così siano‘ avrebbe detto il Bonaparte avanzando attraverso la Pianura Padana. Come ricordarli, noi, a Udine, quei due? Presso i locali dell’Università, visto che erano universitari, del più antico ateneo d’Europa? Oppure presso la statua di Ajace d’Oileo, epico ribelle all’autorità religiosa? Valga l’intento!”. Questa lunga nota, diffusa attraverso social e media dal presidente del Fogolâr Civic, prof. Alberto Travain, nella ricorrenza suddetta della “festa” della Bandiera italiana, si propone come contributo a diffondere, nella regione crocevia d’Europa, nozione di una vicenda senz’altro carica di umanità, ideali, sacrificio, internazionalmente rispettabile e condivisibile.