SABATO 9 APRILE 2016

Sabato 9 aprile 2016, le presidenze del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” hanno diffuso una nota plaudente al ritiro dell’ambasciatore italiano in Egitto dopo due mesi di canzonatura da parte delle autorità nilotiche nei riguardi del governo di Roma, dell’Italia e dell’intera comunità internazionale, in ordine alle indagini su sequestro, tortura e assassinio, nel Paese delle Piramidi, di Giulio Regeni, giovane ricercatore friulano dell’Università di Cambridge.

COMUNICATO sociale alla stampa italiana – Udine, 9.IV.2016

Tra i sodalizi espressione più libera del civismo del Friuli, il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e il Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” esprimono apprezzamento per il ritiro fors’anche tardo dell’ambasciatore italiano in Egitto di fronte alla diffusa percezione di atteggiamenti spudoratamente canzonatori manifestati delle autorità nilotiche nei confronti dell’Italia in ordine alle indagini sul caso Regeni. “Quousque tandem abutere, Aegyptus, patientia nostra?” ossia “Per quanto ancora, Egitto, abuserai della nostra pazienza?”: una celebre frase di Cicerone a rappresentare i sentimenti di una società civile del Friuli e non solo, sempre più indisposta nei confronti delle Istituzioni della Repubblica Araba d’Egitto, accusate di aver beffato per mesi l’Italia e l’Europa tutta, registrando, accreditando e smentendo una serie infinita di meschine messe in scena riguardo ai contorni della scomparsa e della tragica fine in quelle contrade del valente giovane ricercatore fiumicellese Giulio Regeni. Con quella frase si apre il documento che, domenica 3 aprile 2016, 939° anniversario della patria storica friulano-aquileiese, Fogolâr Civic e Academie dal Friûl hanno sottoscritto a Udine a titolo di appello alla mobilitazione internazionale di fronte agli impuniti sequestro e assassinio di quel valoroso figlio del Friuli in un Egitto le cui ambiguità e le cui migliaia di sparizioni forzate e di morti s,otto tortura sono state validamente denunciate ora anche dallo stesso Parlamento europeo. Una lettera in latino, lingua delle radici “forogiuliesi” e dell’orgoglio “italico” e cosmopolita antico romano, intitolata “Petitio civica ad civitatum Europaeae Unionis moderatores” ossia “Istanza civica ai governanti dei Paesi dell’Unione Europea” e indirizzata agli esecutivi dei ventotto Stati eurocomunitari, quindi ai “populorum gubernatores Austriae, Belgicae, Britanniarum, Cechiae, Croatiae, Cypri, Daniae, Estoniae, Finniae, Franciae, Germaniae, Græciae, Hiberniae, Hispaniae, Hungariae, Italiae, Lettoniae, Lituaniae, Luxemburgi, Melitae, Nederlandiae, Poloniae, Portugalliae, Romaniae, Slovaciae, Sloveniae ac Sueciae”, è stata firmata quindi solennemente su una bandiera recante l’aquila di Aquileia librantesi nel cielo azzurro della libertà. “A vobis, omnes et singuli rectores excellentissimi, honorem propriae et communis patriae Iulii Regeni Foroiuliensis nostri iuvenis ac strenui speculatoris Cantabrigiensis universitatis studiorum duobus abhinc mensibus in Aegypto capti et impune necati, nos cives ac legati societatum civium Foroiulanae regionis Europae cordis lacrymosi et furentes hic petimus” (trad. it – “Noi, cittadini ed esponenti dell’associazionismo civico della regione del Friuli Venezia Giulia, cuore d’Europa, con la presente, addolorati e furenti, chiediamo Loro, spettabili rettori, a tutti e a ciascuno, la difesa dell’onore della patria propria e comune del nostro Giulio Regeni, friulano, giovane e valente ricercatore dell’Università degli Studi di Cambridge, due mesi or sono sequestrato in Egitto e impunemente ivi assassinato”): questo il testo del documento. Egitto, ora basta!

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