“Schützen” furlans cuintri des mafiis?

20190412-2

Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 12 Avrîl 2019

CONTRO LE MAFIE, ‘ARMARE’ I FRIULANI DI SPIRITO CIVICO DIFENSIVO: RIVOGLIAMO LE ‘CERNIDE’!”

A fronte di una preoccupante avanzata malavitosa anche in terra friulana, il Fogolâr Civic rimanda all’esempio dei famosi “Schützen” sudtirolesi, apparente folclore atto ad aggregare concretamente le cittadinanze attorno a radici e sacrosanti principi di difesa civica del territorio.

Gli ultimi casi di minacce ‘mafiose’ a giornalisti in Friuli e friulani in Italia fanno ripensare alla guardia abbassata di tanti decenni in cui la regione fu dichiarata ‘isola felice’ lasciando campo alla losca avanzata di malavite forestiere e straniere. Il friulanismo istituzionale che, sussiegoso, anni fa derideva il vecchio modello di difesa culturale e non solamente dei sudtirolesi, fulgidamente rappresentato dai celebri Schützen, antico corpo militare locale tramutato in raccordo di cittadini riuniti nel culto della memoria di ogni resistenza territoriale contro i nemici della piccola patria, dovrebbe ricredersi amaramente di fronte al fatto che la promozione culturale-linguistica all’acqua di rose della friulanità di questi decenni non sembra sia affatto riuscita a portare a coesioni tali da costituire baluardo sociale e morale da opporre validamente siffatte ‘foreste’ infiltrazioni malefiche. Si è lavorato, dunque, e si è speso per una lingua: non certamente per farne bandiera di positiva unità popolare da mobilitarsi contro le reali minacce al bene comune. Mentre, da un lato, certi ‘sorestants’ del friulanismo governativo se la ridevano degli Schützen e, dall’altro, gli alpini in congedo imperterriti perseveravano con le loro splendide feste e sfilate senza ma chiedersi, pare di dire, da che parte stesse effettivamente la patria in pericolo, le mene mafiose non solamente italomeridionali, allungavano le loro mani sulla nostra terra. Se i friulani avessero saputo o sapessero fare ciò che hanno realizzato i sudtirolesi ovvero un presidio socioculturale serrato e concreto del territorio, rappresentato simbolicamente e orgogliosamente dagli epici Schützen, allora potrebbero moderatamente sentirsi sicuri, uniti, temuti. Quanto la formula della ‘staiare’ o della musica rap possa opporre nei termini di un portentoso orgoglio popolare ‘revanscista’ friulano contro l’espansione malavitosa nella piccola patria è difficile dire anche se finora i fatti parlano chiaro. ‘Altra gente!’ si dirà degli orgogliosi montanari bolzanini. ‘Altra storia!’ si dirà. ‘Altra mentalità!’ si vorrà soggiungere. Ebbene, la mentalità si crea, si diffonde, si consolida. Basta volerlo e avere le idee chiare. Folclore? Folclore apparente, sornione, è senz’altro quello degli Schützen‘, atto ad aggregare concretamente le cittadinanze attorno a radici e sacrosanti principi di difesa civica del territorio. Se avessimo avuto gli ‘Schützen ovvero le ‘Cernide’, detto alla friulana, cui gli ‘Schützen‘ stessi dovettero in qualche modo storicamente ispirarsi essendo successivi – probabilmente non ci troveremmo nella situazione di sbando attuale. Alla Storia come alla Provvidenza non è debito mettere, comunque, limiti”. Questa la nota che la presidenza del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico Fogolâr Civicha diffuso il 12 aprile 2019 di fronte alle pervenute a giornalisti friulani in patria nonché “tal Forest” cui il presidente sociale, prof. Alberto Travain, esprime piena e guerresca vicinanza, idealmente a nome di tanto civismo friulanista e mitteleuropeista. “Sin da ragazzino ho sognato e promosso, senza avere i mezzi per poterlo fare, una rifondazione moderna, mirata all’attualità ed orgogliosa di un passato obliato, irriso e temuto delle nostre ‘Cernide’ del Friuli. Dopo trent’anni d’intensissima attività civico-culturale, io non ce l’ho fatta e amaramente, noto, nemmeno il Friuli! Mai, comunque, perdere la speranza!” ha commentato il battagliero “tribuno” del Fogolâr Civic.

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