Comunicato ARENGUM/ARENGO/RENC alla stampa italiana – Udine, 16 settembre 2020
“IL COMUNE DI UDINE RINNEGA L’ARENGO DEI CITTADINI: SIAMO IN DEFICIT DI PARTECIPAZIONE E DI DEMOCRAZIA!”
La presidente dell’assemblea popolare spontanea della città, prof.ssa Capria D’Aronco, ha annunciato il congelamento del congresso civico a fronte dei reiterati mancati riscontri da parte dell’Amministrazione: “Siamo all’epilogo di un’esperienza antica di democrazia in cui trovava espressione la gente comune. Non ci arrenderemo comunque alle logiche della classe politico-amministrativa cui fa dispetto la cittadinanza attiva!”.
Tramonta, a Udine, un istituito di democrazia partecipativa risalente ai tempi del patriarca-principe medievale Bertrando. Domenica 13 settembre 2020, in occasione delle celebrazioni spontanee per il 797° Compleanno della Città, la prof.ssa Renata Capria D’Aronco, cameraro presidente dell’assemblea popolare della città, rivitalizzata nel 2015 e denominata Arengo come in origine, avrebbe dovuto annunciare la prossima riunione del congresso, annualmente convocato sotto la ricorrenza tradizionale di San Michele Arcangelo (29 settembre). Inaspettatamente, invece, la D’Aronco ha annunciato in pratica il congelamento dell’iniziativa civista, visto il ricorrente mancato riscontro dato dall’Amministrazione comunale alle istanze prodotte dal civico congresso. Nel 2020, quindi, l’Arengo dei cittadini non si riunirà, però la D’Aronco ha lasciato intendere come vi siano manovre in corso per non cedere del tutto il campo alla “casta” politico-amministrativa cui la cittadinanza attiva farebbe naturalmente dispetto. La presidente arengaria ha ringraziato tutti coloro che, nell’ultimo quinquennio ossia dalla rifondazione dell’istituto partecipativo urbano in età contemporanea si sono spesi per il suo incremento: primo fra tutti, il prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic, promotore primario dell’iniziativa. Strali sono stati, invece, riservati in particolare ai due ex candidati al ballottaggio comunale 2018 per la poltrona di sindaco ossia l’odierno primo cittadino, prof. Pietro Fontanini, ed il suo antagonista dott. Vincenzo Martines, rei di aver mancato agli impegni assunti il 6 maggio di due anni fa, quando entrambi si obbligarono pubblicamente, con una firma presso la fontana di Piazza Matteotti, tra le altre, a “riconoscere e sostenere politicamente e istituzionalmente l’iniziativa arengaria spontanea avviata nel 2015, volta allo sviluppo di periodiche pratiche di partecipazione civica collegiale autodeterminata, propositiva e deliberativa, giuridicamente pur non vincolante, nella prospettiva di una sua integrazione nell’ordinamento municipale…“. “Verbali e delibere dell’Arengo sono stati sempre, per cinque anni, regolarmente depositati in Comune, eppure mai alcun riscontro è seguito al di là dell’inconcludente incontro in municipio, tenutosi tra magistrature arengarie e Sindaco il 20 settembre 2018, al fine di persuaderlo a voler considerare come prassi quella del dialogo e del rapporto collaborativo con la risolta assemblea popolare della città. Tutto è finito lì – ha ricordato la D’Aronco – ed è chiaro, quindi, che così non può andare! Senza Arengo, Udine sarà più povera di partecipazione e perciò di democrazia: da questi dinieghi e atti di superbia il suo popolo non ci guadagna, mentre si approfondisce il vallo di sfiducia nei confronti delle Istituzioni!”.