FOGOLÂR CIVIC – Pressemitteilung (für die italienische Presse) – Udine (Weiden), 13 Juli 2019
“PARLANO DI AQUILEIA COME DEL CORTILE DI UNA PARROCCHIA!”
Autorità religiose e laiche sotto la lente del Fogolâr Civic in occasione della festa patronale voluta dal grande patriarca Bertrando per affermare il primato di Udine come “metropoli” non solo friulana bensì di tutta l’Europa “aquileiese”. Il presidente prof. Travain: “C’è quasi il timore di confrontarsi con ambizioni del passato che invitano il presente a cogliere l’attimo storico per costruire concretamente un futuro migliore!”. Apprezzata la bella carta illustrata delle parrocchie udinesi, opera dell’artista locale arch. Luigino Peressini, donata dal Sindaco all’Arcivescovo.
Come da tradizione risalente a circa un ventennio fa, quando solamente il suo gonfalone, accanto a quello municipale, campeggiava nel duomo di Udine durante le celebrazioni solenni dei Santi Patroni aquileiesi-udinesi Ermacora e Fortunato, il trentennale Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” ha presenziato, su esplicito invito del locale arciprete mons. Luciano Nobile, alla “Messe Grande” del 12 luglio 2019, presieduta dall’arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato. Nella delegazione civista, guidata dal prof. Alberto Travain, in qualità di presidente del Fogolâr Civic oltreché del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” e, per l’occasione, reggente il vetusto stendardo fogolarista udinese seguito dalle bandiere commemorative dei cinque “quintieri” politico-militari della grande Udine del Patriarca Bertrando, portate dalla segretaria sociale sig.ra Iolanda Deana e dalla capo servizio cerimoniale sig.ra Marisa Celotti insieme alle sodali sig.ra Milvia Cuttini, sig.ra Luisa Faraci e sig.ra Luigina Pinzano. La rappresentanza ha avuto l’onore anche di avere con sé il presidente del riformato Arengo democratico udinese, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, massima autorità elettiva del civismo del capoluogo storico friulano oltreché leader del Club per l’Unesco di Udine e priore nazionale italiano del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo, figura accompagnata dalle militanti fogolariste maestra Manuela Bondio, sig.ra Renata Marcuzzi e sig.ra Mirella Valzacchi. “Parlano di Aquileia come del cortile di una parrocchia! C’è quasi il timore di confrontarsi con ambizioni del passato che invitano il presente a cogliere l’attimo storico per costruire concretamente un futuro migliore! Pare confermarsi una carenza gravissima nella comunicazione e probabilmente nella stessa percezione della dimensione internazionale di quella che fu l’Aquileiesità, spesso richiamata, ma meramente ridotta ad un termine diocesano o culturalmente friulano quando non, al massimo, amministrativo regionale FVG, essendo quei due protomartiri di Aquileia patroni ufficiali della Regione. Ciò si è notato sia nelle parole dell’Arcivescovo sia in quelle del Primo Cittadino, seppure il sindaco prof. Pietro Fontanini mezzo barlume di una misura anche extraregionale di quella che fu la Chiesa aquileiese, in un fuggevole cenno, l’ha pure esplicitato. Troppo poco per una particolare festa patronale che, da un lato, richiamerebbe la Chiesa di Udine a responsabilità quanto meno morali di erede diretta di quel patriarcato sovranazionale ultramillenario che ebbe in loco la sua ultima sede, mentre, dall’altro, solleciterebbe il consorzio civile, Comune in testa, ad una ripresa di coscienza attiva del ruolo storico che i Patriarchi aquileiesi – in primis il grande Bertrando, assolutamente dimenticato durante le solennità patronali udinesi da lui stesso promosse… – vollero affidare alla ‘città di Attila’ come effettiva prosecutrice della funzione di riferimento non solo regionale dell’antica metropoli di Aquileia! Insomma, vogliamo essere ‘piccoli’! L’idea di una Udine ‘Nuova Aquileia’, mini-capitale internazionale che siamo anche stanchi di riproporre in assoluta assenza d’interlocutori davvero coscienti delle prospettive – quell’idea per cui Udine il 12 luglio, insieme ad Aquileia, festeggia ancora gli stessi Patroni – non ha minimamente fatto capolino nella retorica ecclesiastica e laica di queste celebrazioni patronali! Nulla di nuovo! Tra l’altro, alle lingue friulana e slovena di certe apprezzate e legittime letture e preghiere, sarebbe anche propriamente il caso di affiancare il tedesco, in rappresentanza di una cultura e di comunità locali antichissime dell’Arcidiocesi udinese odierna, per non parlare del grande patriarcato di un tempo! Ho comunque gradito l’iniziativa dell’Amministrazione che ha affidato al noto ma localmente mai troppo valorizzato artista cittadino arch. Luigino Peressini il compito di realizzare una splendida carta illustrata delle Parrocchie della città, pubblicamente donata dal Sindaco all’Arcivescovo erede di Ermacora. Ciò fatta salva debita difesa di una cultura civica laica non appiattita, né ‘in temporalibus’ né ‘in spiritualibus’, sui dettami delle Istituzioni di una religione che va comunque considerata storicamente quale matrice significativa di civiltà friulana, europea ed intercontinentale, pur riconoscendo anche altri proficui apporti valoriali procedenti dalle diverse fasi del nostro passato, del nostro presente e del nostro futuro!”. Questo, a margine della festa patronale udinese, il commento del prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis”, delegato presidenziale alla formazione civica e alla cittadinanza attiva del Club per l’Unesco di Udine, conservatore plenipotenziario del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”.