EuroAquileienses 09.02.2022/II (en)

FOGOLÂR CIVIC press release (to the Italian press) – Udine, 9 February 2022

GIORNO DEL RICORDO” INTERNAZIONALE, NEL SEGNO DI MADRE AQUILEIA

Fogolâr Civic e Academie dal Friûl hanno reso omaggio, nel Duomo di Udine, presso lo Stallo Patriarcale, a tutte le vittime della violenza etnica in Alto Adriatico negli ultimi secoli. Il presidente prof. Travain: “La radice del male è l’incapacità di concepire una comunità molteplice, sogno realizzato dagli antichi imperi e, nella Mitteleuropa, certo innanzitutto dalla Chiesa aquileiese!”.

Un “Giorno del Ricordo” internazionale, in memoria di tutte le vittime della violenza etnica in Alto Adriatico, non solamente degli italiani d’Istria o meglio dell’autoctona popolazione latina. Questo l’orizzonte dell’iniziativa civica spontanea rinnovata dal Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e dal Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” nel Duomo di Udine, il 9 febbraio 2022, presso lo storico Stallo Patriarcale, dove è stato deposto un mazzo di fiori con i colori dell’unificante Patriarcato multietnico e transfrontaliero dell’ antica Aquileia. Alla presenza di qualificata delegazione civista, capeggiata dalla vicaria dei due sodalizi prof.ssa Renata Capria D’Aronco, con le caposezione fogolariste sig.ra Paola Brochetta e sig.ra Marisa Celotti nonché i consiglieri maestra Manuela Bondio, sig. Giuseppe Capoluongo, sig.ra Paola Della Vecchia, maestra Rosalba Meneghini, sig. Eugenio Pidutti e sig.ra Lauretta Zanelli, il presidente sociale, prof. Alberto Travain, ha tenuto un breve discorso di rimembranza ricordando come l’odio etnico sia stato un prodotto dei contrapposti nazionalismi otto-novecenteschi, “una devianza rispetto ai valori ormai bimillenari di fratellanza internazionale promossi dalla locale metropoli religiosa”. “Un nome su tutti – ha detto il professore – vola alto, bandiera antica di unità delle genti al crocevia dell’Europa affacciato al mediterraneo Mare Adriatico: Aquileia. Poi sopravvenne, solo in parte, Venezia ed, infine, fu Vienna a farsi perno e crogiolo dei popoli della Mitteleuropa, finché la follia nazionalista non ebbe a mandare in frantumi ogni sano principio di convivenza tra diversità lungamente convissute fianco a fianco. Ed ecco, allora, le violenze italiane contro sloveni e croati soggiogati tra Prima e Seconda Guerra Mondiale. Ed ecco le violenze degli jugoslavi contro le popolazioni italiane sottoposte al loro governo. Tutto questo male ha una radice profonda: la rottura dei vincoli di fratellanza creati da una Chiesa sovranazionale come quella di Aquileia, rottura siglata nel 1751 dalla spartizione del Patriarcato tra i principali Stati interessati. Ciò che andava oltre territori diversi non bastò, alla fine, ad aggregarne uno, quando le differenze nelle singole compagini divennero motivo di divisione e di persecuzione. Ecco, il male assoluto dell’incapacità di concepire una comunità diversificata o comunque molteplice, sogno realizzato anche se a fatica dai grandi imperi del passato ma affondato dall’Europa degli Stati-Nazione variamente poi qualificati sul piano ideologico. Noi non dobbiamo solo ricordare certe tragedie ma anche avere il coraggio di indicarne i responsabili ossia l’intolleranza persecutoria, segregazionista, dei nazionalismi etnici e statali che hanno distrutto la serenità di antiche convivenze tra genti diverse! Ebbene, da questo luogo, che eccezionalmente rappresenta l’antica unità articolata di un Patriarcato di Aquileia esteso tra Svizzera e Croazia, noi ricaviamo spunto per rileggere la nostra Storia e considerarne le cadute e i progressi”. Ha preso la parola, poi, la maestra Meneghini, che ha portato il saluto della presidente del Comitato provinciale di Udine dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia ed espresso anche un vivido ricordo familiare della tragedia dell’esodo istriano. La vicaria di Fogolâr Civic e Academie dal Friûl, per conto del corpo sociale ha espresso un plauso al presidente prof. Travain per la sensibilità, la pregnanza e l’apertura dimostrate nel rileggere complessivamente le più terribili vicissitudini di una parte centrale del Vecchio Continente, in linea, tra l’altro con gli indirizzi ONU inerenti alla Decade internazionale per il riavvicinamento delle culture (2013-2022). Interventi anche dell’educatore Pidutti, della giornalista Zanelli e della maestra Bondio, che, da nativa valtellinese, si è detta orgogliosa delle accomunanti radici aquileiesi della sua terra d’origine, rappresentata nell’artistico Stallo Patriarcale dallo stemma del Vescovo di Como. Pervenuto messaggio di partecipazione dall’Assessore all’Istruzione del Comune di Udine, prof.ssa Elisabetta Marioni. Orgogliosamente spiegati il Tricolore Civico Euroregionale, moderna insegna d’unione delle genti dell’antica Europa aquileiese, e la “Romane”, insegna purpurea del Fogolâr Civic, evocante il mantello di Giulio Cesare, Padre del Friuli e dell’Impero romano, comunità interetnica e patria comune intercontinentale.

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