Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 25 Avost 2022
“RIVOGLIAMO LA TOMBA DEL NOSTRO GIROLAMO SAVORGNAN, EROE FRIULANO TRA VENEZIA E AUSTRIA!”
Fogolâr Civic e Academie dal Friûl allo scalone di Palazzo D’Aronco a Udine (dove la statua del personaggio è sostituita da un vaso!) per firmare un appello interregionale affinché la tomba del più grande condottiero friulano torni, ad Osoppo, al suo posto dopo il terremoto del 1976. Tra i destinatari, oltre alla Soprintendenza e alle Autorità locali e regionali, anche il Primo Cittadino di Venezia ed il Governatore del Veneto. Il presidente fogolarista prof. Travain: “Quella di Girolamo fu certamente una grande storia e non solo friulana. Fu irriducibile, come soldato e come cittadino, dalle Alpi alla Laguna!”.
Hanno scritto, per competenza, alla Soprintendente ad Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia, dott.ssa Simonetta Bonomi; all’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato; al Sindaco di Osoppo, avv. Luigino Bottoni ed al Parroco della località, don Ottavio Zucchetto, oltreché, per conoscenza, al Presidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dott. Massimiliano Fedriga, e a quello del Veneto, dott. Luca Zaia; al Sindaco di Udine, prof. Pietro Fontanini, e al suo omologo di Venezia, dott. Luigi Brugnaro. “Oggetto: sollecito ricollocazione in sede del monumento funebre a Girolamo Savorgnan dopo il sisma friulano del 1976”. Così, i fogolaristi udinesi, il “25 agosto 2022 in Municipio presso il memoriale di Girolamo Savorgnan” hanno voluto ricordare il più grande condottiero friulano nel giorno in cui egli si trovò a capo, nel 1515, di una sorta di Stato cuscinetto autonomo tra Venezia ed Austria. “Pregiatissimi – hanno esordito – , nell’XI centenario di prima menzione della potente signoria storica friulana dei Savorgnan, una visita sociale alla chiesa di Santa Maria ad Nives a Osoppo, inespugnabile fortezza del casato, ha permesso di riscontrare la mancata ricollocazione, dopo il terremoto del 1976, del monumento funebre al gran capitano Girolamo Savorgnan (1466†1529), figura di spicco nella storia friulana, veneta e mitteleuropea del suo tempo, cardine di una vasta dominazione transfrontaliera, tra Venezia e gli Asburgo, ultimo approdo dell’autonomistico disegno signorile perseguito per secoli dalla sua famiglia al crocevia d’Europa. Detto monumento, risultante illeso dopo il sisma citato, come addotto da documentazione fotografica, non è mai stato restituito al luogo nonché alla vista della comunità locale e non soltanto alla cui vicenda storica appartiene. A supporto di quest’affermazione, valga anche la preziosa testimonianza dell’arch. Roberto Pirzio-Biroli, curatore della ricostruzione della locale chiesa arcipretale, che, con disappunto, dopo tanti anni, non vede al suo posto l’antico manufatto. In questa giornata del 25 agosto, commemorativa della costituzione, nel 1515, di una vastissima signoria friulana pressoché indipendente attorno al personaggio, sotto protezione della Serenissima, noi, cittadini, sinceri custodi delle memorie della nostra terra, sollecitiamo senza altri indugi il Loro pur vario interessamento – chi per competenza legale e chi, invece, per culturale motivazione – affinché il friulano lungimirante, che, vanamente, nel Cinquecento, chiamava Venezia, comune oligarchico, a farsi repubblica territoriale, mentre, valoroso, ne difendeva i minacciati confini, rimodernando alla maniera svizzera la milizia popolare del Friuli e con essa osteggiando vittoriosamente i lanzichenecchi mossi a rovina della sua patria, possa rivedere il suo memoriale fruibile al pubblico dopo oltre un quarantennio di singolare oblio, che ha sottratto alla posterità il maggiore fisico ricordo di un uomo che seppe incarnare sino all’estremo la proverbiale irriducibile tenacia dei friulani, primogeniti di Madre Aquileia, come sfida trionfante sull’impossibile. Con caldi e presidianti voti…”. Primi firmatari: “prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico ‘Fogolâr Civic’ e del Circolo Universitario Friulano ‘Academie dal Friûl’” ed “arch. Roberto Pirzio-Biroli, responsabile della ricostruzione della chiesa arcipretale di Santa Maria ad Nives in Osoppo”. A seguire, le firme di dieci astanti del civismo culturale locale ossia maestra Manuela Bondo, sig.ra Paola Brochetta, sig.ra Anna Rosa Caeran, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, sig.ra Marisa Celotti, sig.ra Iolanda Deana, sig.ra Paola Della Vecchia, sig. Eugenio Pidutti, dott. Carlo Alberto Lenoci, dott.ssa Maria Luisa Ranzato. “Già è una sana provocazione in faccia all’ignavia di un intero popolo il fatto di firmare una lettera simile sotto il vaso monumentale che incredibilmente ha sostituito, nella sedicente ‘Capitale del Friuli Storico’, la progettata statua del grande generale che modernizzò la difesa popolare della nostra terra: le famose ‘Cernide’. Oggi, se volessimo ammirare una statua dedicata al personaggio, dovremmo recarci addirittura a Padova, sul Prato della Valle. A Udine, in Friuli: nulla! Ora, che il suo monumento funebre sia scomparso, anzi mai riapparso dopo essere stato posto in sicurezza, si fa per dire, dopo il terremoto del 1976, è un’enormità e una macchia gravissima sulla celebrata Ricostruzione. Staremo a vedere, quindi, che succede, se a questo appello risponderà qualcuno. Una cosa è certa: non molleremo!” ha assicurato il prof. Travain, che ha voluto ringraziare, in particolare, l’architetta osovana Anna Pian per la documentazione fotografica raccolta dal compianto padre Enrico e messa a disposizione dei fogolaristi durante la citata visita dello scorso 19 giugno, documentazione che oggi si partecipa con passione ad autorità, media e social da Piazza Unità sino al Canal Grande, “nella determinata speranza di recuperare un prezioso frammento della storia più gloriosa delle nostre terre e delle loro genti!”.