Note FOGOLÂR CIVIC pe stampe taliane – Udin, 29 Avost 2019
UDINESI RICORDANO L’ARTÙ ARCHETIPO GIUSTIZIATO ALLE PORTE DI MADRE AQUILEIA
Il 28 agosto 2019, il Fogolâr Civic ha commemorato, nella moderna capitale friulana, la ricorrenza della decapitazione di Magno Massimo, matrice storica della leggenda arturiana, ucciso in Friuli nel 388. Il presidente prof. Travain: “Friulani indegni di una propria grande storia che difficilmente approda nelle scuole!”.
Magno Massimo: da un lato, padre della patria delle popolazioni celto-romane affacciate alle sponde della Manica e insidiate dalle invasioni barbariche; dall’altro, usurpatore del titolo imperiale romano sino al tragico epilogo del suo arresto e della sua decapitazione a Terzo di Aquileia il 28 agosto 388. L’archetipo storico di Artù, il leggendario re dei cavalieri della Tavola Rotonda, figura letteraria e culturale celeberrima nella civiltà europea e occidentale, finì i suoi giorni così tragicamente alle porte dell’antica metropoli friulana. Da qui l’iniziativa commemorativa annuale che il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” ha posto in essere nel 2017, quando una delegazione sociale si è recata, nell’anniversario, in riva al fiume Terzo, presente sindaco e rappresentanza comunale locale, per affidare romanticamente a quelle acque un mazzo di fiori con dedica in friulano a tutti gli Artù della Storia nel ricordo del primo. Lo scorso anno la ricorrenza è stata, invece, ricordata a Udine con un convegno culturale dedicato alle tematiche arturiane. Quest’anno, poi, si è deciso d’individuare un luogo dedicato nel capoluogo friulano moderno in cui celebrare la memoria dei valori di civiltà connessi alla figura epica di Artù. “Dove ricordare a Udine il re dei cavalieri della letteratura medievale europea se non presso l’armatura cavalleresca più famosa della tradizione popolare locale ossia la ‘Mascare dal Diaul’, la Maschera del Diavolo, esposta da secoli presso il venerato santuario udinese della Beata Vergine delle Grazie?” ha detto il presidente fogolarista prof. Alberto Travain, accompagnando piccola delegazione di sodali in visita all’antico cimelio proprio nella ricorrenza del 28 agosto 2019: “E dove ricordare, nella ‘Capitâl dal Friûl’, la controversa figura storica di quel remoto eroe usurpatore se non nel simbolo di quella corazza intitolata all’Angelo ribelle ed attribuita, forse non a caso, all’irriducibile casato locale dei Savorgnan, stirpe di tiranni e campioni popolari?”. Il professore ha ricordato il contributo alla civiltà dato dai valori cavallereschi promananti dal mito arturiano, sempre meritevoli di aggiornamento nell’attualità, e ha anche rimarcato come il Friuli sia crocevia storico, ora testimone ora persino culla, della grande epica di tutti i tempi, dal ciclo troiano a quelli carolingio, nibelungico e bretone sino al grande mito letterario mondiale di Giulietta e Romeo: “Patrimonio purtroppo immeritato per un popolo evidentemente senza vera coscienza, autostima e concreta volontà di sviluppo nel solco delle molteplici potenzialità che il suo misconosciuto passato offre al presente e al futuro. Un patrimonio che nelle scuole è in larga parte assente dall’offerta formativa, non tanto a motivo della significativa presenza d’insegnanti da fuori regione, quanto piuttosto di una non diffusa competenza in materia tra gli stessi docenti locali oltreché a causa della più becera istanza genitoriale, indirizzata sovente altrimenti ed in genere avallata da dirigenze scolastiche troppo spesso ossequiose verso le bizze della propria utenza anche in barba ai disposti ministeriali! Così non si va da nessuna parte: il Friuli è finito, appiattito anche tra i banchi di scuola sulla sua atavica fatalistica presunta pochezza e poco o nulla si fa dove si potrebbe per ovviare ad un danno che già si profila come irreparabile in termini di ritardo nello sviluppo e nell’investimento a favore di una terra friulana decisamente in caduta libera su diversi fronti!”. “Siamo inconsapevoli del nostro passato, quindi inconsapevoli della nostra forza!” ha rimarcato il cameraro dell’Arengo udinese, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, anche priore nazionale del Sovrano Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta e San Pietroburgo, oltreché presidente del Club per l’Unesco di Udine, che ha voluto lodare il presidente prof. Travain per il generoso e qualificato apporto di stimoli socioculturali che da decenni offre alla sua benamata terra: “Posso confermare che, nella Scuola, la cultura e la storia locali trovano certamente seri ostacoli nonostante le significative aperture riscontrabili nelle indicazioni didattiche fornite dal Ministero!”. Dello stesso parere il prof. Giorgio Vello, noto docente, intellettuale e storico amministratore udinese. Sono intervenute sull’argomento, durante l’incontro di riflessione sociale tenutosi nello splendido chiostro del santuario locale, anche la sig.ra Iolanda Deana, segretaria del Fogolâr Civic, la capo servizio cerimoniale, sig.ra Marisa Celotti, le collaboratrici signore Milvia Cuttini, Renata Marcuzzi e Mirella Valzacchi, del corpo sodali fogolarista. Note di adesione all’iniziativa anche da parte del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, del Coordinamento Euroregionalista Friulano “Europa Aquileiensis” e del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”.