GIOVEDÌ 24 APRILE 2014

Giovedì 24 aprile 2014 una delegazione del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl” guidata dal prof. Alberto Travain, è giunta da Udine nella città stellata di Palmanova, progetto del friulano Giulio Savorgnan che voleva farne una “nuova Aquileia”, per rendere omaggio a chi ne evitò la distruzione per mano nazista al termine del secondo conflitto mondiale, dopo l’incendio subito da parte degli Italiani in ritirata durante la Grande Guerra. Presso la locale chiesa di San Francesco, che nel Seicento vide persino Marco d’Aviano prima della celebre battaglia di Vienna che fermò l’avanzata dei Turchi in Europa, la delegazione civica udinese ha deposto una dedica floreale “Al plevan e a la int che a àn salvade Palme” sulla tomba dell’arciprete mons. Giuseppe Merlino che nella notte tra il 24 e il 25 aprile 1945 condusse con successo estenuanti trattative presso il comando germanico salvando la località dalla devastazione. “Fate saltare me al posto della città!” avrebbe detto il parroco al comandante tedesco, secondo importanti testimonianze raccolte nel 2012 dagli alunni del prof. Travain, in servizio allora a Palmanova, quando si fece promotore di un recupero di tali memorie tra scolaresche e cittadinanza, registrando preziose attestazioni del ricordo popolare relativo anche al ruolo importante avuto nella vicenda dall’interprete Luigi Ottomeni, da un lato, e dalla famiglia Mersi, dall’altro, che gestiva i pubblici telefoni della città. A fare gli onori di casa alla delegazione civista udinese è intervenuto l’attuale arciprete mons. Angelo Del Zotto, che ha sottolineato come il salvataggio di Palmanova da parte di mons. Merlino sia stato in effetti l’atto più eclatante di una vita intera consacrata totalmente alla sua comunità e in particolare ai più umili. E ha voluto ricordare come l’eroico parroco suo predecessore, in carica durante ben due guerre mondiali, d’estrazione benestante, sia morto poverissimo, avendo destinato il patrimonio di famiglia significativamente al sostegno degli ultimi. “Proverbiale in città era la sua veste logora e rattoppata, portata con dignità e grande autorevolezza” ha detto il noto giornalista palmarino Silvano Bertossi, che personalmente conobbe il Monsignore e che ha voluto rimarcare l’importanza del piccolo gesto compiuto dalla delegazione civica giunta da Udine: “Palmanova non ha dimenticato mons. Merlino, ma nessun palmarino oggi, nell’anniversario di quella notte del 1945, porta spontaneamente un fiore sulla sua tomba!”. Alla cerimonia hanno contribuito con una propria testimonianza anche il presidente della locale Casa di Riposo, Flavio Zanus, grande promotore della memoria del parroco benefattore al nome del quale egli da tempo sollecita l’intitolazione di luoghi pubblici qualificati, intenzione raccolta lo scorso anno dagli amministratori municipali per la prossima denominazione dell’ospedale di Palmanova. Parole di piena condivisione sono state espresse, inoltre, dal presidente del Club UNESCO di Udine, prof.ssa Renata Capria D’Aronco, giunta nella città stellata insieme alla delegazione del Fogolâr Civic. Per parte sua, il prof. Travain, ricordando il “Leone di Palmanova” – sua definizione, evocante l’omonimo storico pontefice che fermò il distruttore Attila -, si è soffermato sull'”importanza culturale dell’attestazione civica spontanea della memoria di un territorio nella quotidianità del presente, fondamento di una coscienza popolare svincolata da logiche e retoriche del potere”. La delegazione movimentale intervenuta a Palmanova era costituita dal presidente prof. Travain, dal cancelliere sociale sig.ra Jole Deana, dalla prof. ssa Renata Capria D’Aronco e dalle signore Marisa Celotti e Mirella Valzacchi.

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