LA RIFLESSIONE DEL FOGOLÂR CIVIC

È PER QUESTA LIBERTÀ CHE CADDERO I PARTIGIANI DI SETTANT’ANNI OR SONO?

Libertà? Abbiamo usato la libertà per distruggere le nostre famiglie, a discapito non solo nostro ma innanzitutto dei figli che abbiamo miseramente indotto a farsi una ragione delle nostre scelte e dei nostri capricci, anche persuadendoli a familiarizzare con nuovi compagni approdati al nostro fianco e relativa prole, nel goffo tentativo di normalizzare ai loro occhi l’esercizio ordinario del nostro sacrosanto, democraticamente legalizzato, diritto all’egoismo, andando ben oltre con ciò il gretto intento di comprare viziandoli il perdono e l’affetto dei nostri rampolli, il tutto provocando conseguenze devastanti e dilaganti sul piano del disagio affettivo ed educativo, con ricadute sociali di tale gravità che le Istituzioni non potranno a lungo ancora dichiarare onestamente gestibili. Non basta. Abbiamo usato la libertà per distruggere la scuola pubblica, ultima possibile agenzia d’indirizzo edificante comune della nostra società, scuola asservita al privato capriccio dei genitori passato per esercizio legittimo di una partecipazione democratica in pratica paradossalmente invece negata a livello politico e amministrativo. Siamo liberi eppure sinora abbiamo fallito, come padri e come cittadini. Una riflessione ancor più doverosa, quindi, per chi, come il Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, piccolo presidio e laboratorio ultradecennale di cultura civica con base in Friuli, al crocevia storico tra Europa latina, slava e germanica, persegue anche il fine di spazzare il campo da certa retorica ora demagogica ora vuotamente istituzionale. È per questa libertà che lottarono, forse, caddero e vinsero settant’anni or sono i partigiani ribelli al Nazifascismo? Per la libertà di autodistruzione attraverso l’esercizio della libertà? Non calpestiamo la loro memoria!

Prof. Alberto Travain
Coordinatore Generale
FOGOLÂR CIVIC

Gennaio 2015

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