MERCOLEDÌ 27 AGOSTO 2014

“Reverendissimo, si viene, con la presente, a comunicarLe che in data odierna l’assemblea popolare del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, riunita in Piazza XX Settembre a Udine presso l’antica sede urbana dello storico ospedale sociale di Santa Maria della Misericordia, simbolo e vanto delle tradizioni associazionistiche del popolo della Capitale friulana, ha deliberato all’unanimità la Sua nomina a “Cappellano” del Movimento, intendendo, quale sodalizio laico, la Sua liberale funzione di servizio rituale secondo i disposti della Chiesa Cattolica come costume pregno dei valori caratterizzanti le tradizioni di civiltà europee nella loro dimensione locale, in un dialogo aperto e armonioso con la globalità. Nella certezza di poter continuare a contare sulla Sua moralmente e culturalmente profonda collaborazione mirante ad una rifondazione plurale delle nostre comunità, si porgono, dunque, immancabilmente i più distinti e cordiali saluti”. Il sacerdote friulano don Tarcisio Bordignon, apprezzato parroco della parrocchia udinese di San Pio X, da decenni impegnato notoriamente nella promozione di un’apertura alle istanze dell’Umanità globale ma anche alle radici e alle problematiche del territorio, ha, quindi, ricevuto dal prof. Alberto Travain, presidente del Fogolâr Civic, la nomina, deliberata il 27 agosto 2014 dall’assemblea sociale, a “cappellano” dell’ultraventennale sodalizio culturale popolare, nel solco di antiche tradizioni dell’associazionismo europeo, dal tempo delle confraternite religiose e delle corporazioni secolari fiorenti nel Medioevo, non ultime le “nationes” ossia i “fogolâr” studenteschi nazionali e locali delle prime Università del Continente. Significativa la lettura data del ruolo attuale di un “cappellano” presso un’organizzazione laica: “concetti e gesti della tradizione cristiana cattolica costituiscono patrimonio antropologico del territorio, aperto alla condivisione interculturale di tutti coloro che vi si insediano, indipendentemente da origini e credo” ha rimarcato il prof. Travain sottolineando la necessità di perpetuare il valore sociale di certi simboli, storicamente molto radicati, anche in realtà sempre più eterogenee e secolarizzate.

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