SABATO 19 APRILE 2014

Se vi fu una Rivolta del Giovedì Grasso celeberrima nella storia friulana vi fu anche una Zuffa del Sabato Santo molto meno celebre ma tutt’altro che insignificante e che della prima costituì anzi in un certo qual modo il prologo. Lo ha ricordato a Udine il prof. Alberto Travain, presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, sabato 19 aprile 2014, Sabato Santo, di fronte all’antico Palazzo de Brandis, appartenuto alla famiglia di un illustre caduto in quel singolare conflitto nei pressi di Lucinico vicino a Gorizia dove nel 1508 l’arma nobile della cavalleria mercenaria italiana si trovò di fronte eccezionalmente fanterie contadine friulane per nulla disposte a cedere il passo. Era cambiato qualcosa sui campi di battaglia: il fante plebeo mostrava di non temere più come un tempo i “signori” a cavallo. Ciò avrebbe cambiato anche la politica portando il popolo a rivendicare in Friuli e ad ottenere pur parzialmente un’originale autonomia partecipata dal basso attraverso la tanto contrastata istituzione del ‘controparlamento’ della Contadinanza. “Quella di Lucinico fu forse la prima eclatante manifestazione di un mutamento nella mentalità, nella psicologia, delle classi subalterne d’Età Moderna documentato in area friulana non senza meraviglia dai cronisti dell’epoca” ha detto Travain che ha soggiunto: “il Fogolâr Civic, procedendo nella stesura di quel suo libro ideale sull’identità, scritto sul territorio e sul calendario, incentrato su date, luoghi, figure, vicende e leggende, che costituisce la base primaria della sua costante, certosina, opera, ha, quindi, voluto commemorare di nuovo a Udine, cuore del Friuli, come già nel 2008 nella ricorrenza dei cinque secoli, quel fatto storico per riproporlo all’attenzione di tutta la società civile e culturale regionale come richiamo ad una coscienza e a un orgoglio civici che dovettero far capolino proprio in riva all’Isonzo in quel remoto Sabato Santo del 1508 quando le umili fanterie popolari friulane, a costo di centinaia di morti, non piegarono affatto il capo ma tennero testa alle superbe cavallerie italiane. La storia della nostra coscienza civica passò, quindi, per i campi di Lucinico”. Ha presenziato alla commemorazione anche il presidente provinciale dell’Istituto del Nastro Azzurro tra Combattenti Decorati al Valor Militare, geom. Sergio Bertini, che recando, per l’occasione, i simboli della fanteria, ha voluto rendere testimonianza e omaggio al ricordo di un momento significativo della storia dell’arma nell’Europa alpino-adriatica.

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