VENERDÌ 1° AGOSTO 2014

Una segnalazione, a seguito dei primi temporali estivi di fine giugno, di una caduta di calcinacci dal cornicione di una vecchia casa nello storico borgo udinese di Cisis e la conseguente messa in sicurezza della struttura hanno avuto inaspettatamente come lieto epilogo la scoperta di un antico affresco devozionale, scoperta cui la più nota stampa cittadina pare non aver dato debito rilievo, per cui la signora Mirella Bragagnolo, residente nella vecchia contrada, persona conosciuta in città, molto attiva in campo ecclesiale e culturale, alla cui figlia si deve la denuncia del dissesto causa del felice rinvenimento e conseguente richiesta d’informazioni alla Soprintendenza, ha invitato sul posto, il 1° agosto scorso, il prof. Alberto Travain, popolare studioso e promotore di storia locale oltre che presidente del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic” e del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, per una rilevazione di quanto venuto alla luce. Travain ha potuto, quindi, constatare come il dipinto, datato 1707 e raffigurante la Madonna, Sant’Antonio con il Bambino e una figura terza da interpretare, rappresenti facilmente elementi riferibili alla devozione popolare e specificamente domestica di una citata famiglia Menossi, di cui si menziona certa Maria, famiglia d’antica friulanità, nell’ultimo secolo anche culla di artisti di levatura internazionale, che, ad un primo esame, pare comunque non figurasse nel Settecento tra le principali casate artigiane e contadine della vicinia rionale ossia dell’antico Comune rustico inurbato di Grazzano e Cisis nonché delle maggiori confraternite locali. La sacra immagine non sembra riferibile, secondo Travain, alla presenza dell’attiguo convento delle Poverelle di Santa Caterina da Siena o Rosarie, avviato soltanto a partire dal 1709. “Se la figura non facilmente riconoscibile, appoggiata a un bastone, dovesse per caso essere quella di San Giuseppe, allora davvero – ha detto Travain – ci troveremmo di fronte ai santi prediletti dalla storica comunità borghigiana, oltre notoriamente a San Giorgio, santi ai quali la stessa aveva allora già dedicato gli altari della cappella rionale della Pietà”. Apprezzabile l’interesse dimostrato da quella cittadina per il recupero non soltanto del manufatto affacciato alla pubblica via, ma anche dei suoi reconditi significati e richiami storici: un esempio valido sicuramente per tanta cittadinanza e anche Istituzioni talvolta distratte rispetto ai segni lasciati dalla Storia, dalla cultura civile e religiosa, dal vissuto sociale ed intimo dell’Umanità, nel paesaggio urbano. Una suggestione: l’affresco, esplicitamente datato 1707, anno in cui in Europa si ebbe, tra le altre, la fatidica unione tra Inghilterra e Scozia, è stato rinvenuto proprio in quello stesso 2014 in cui gli Scozzesi saranno chiamati ad esprimersi, a mezzo referendum, sulla secessione da Londra… Quale arcano presagio?

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